Settemila piantine di posidonia per ricreare la prateria al largo dell'Area Marina protetta del Sinis - LinkOristano
Ambiente

Settemila piantine di posidonia per ricreare la prateria al largo dell’Area Marina protetta del Sinis

È uno dei progetti gestiti dalla Fondazione Medsea

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I biologi impegnati nel progetto

Cabras

È uno dei progetti gestiti dalla Fondazione Medsea

Anche la Penisola del Sinis è coinvolta nella campagna di ripristino delle praterie di posidonia, promossa in Sardegna dalla Fondazione MedSea, impegnata nella tutela e la conservazione degli ecosistemi marini e costieri del Mediterraneo. Al largo dell’area, su una superficie di circa 350 mentri quadrati, saranno messe a dimora circa 7.000 piantine. L’iniziativa è svolta in collaborazione con l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre.

Altri due progetti partiranno a breve e porteranno al ripristino rispettivamente su 250 metri quadrati a Villasimius (nell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara) e su altri 400 a Domus de Maria. Durante quest’anno MedSea metterà a dimora complessivamente 20.000 nuove piantine su 1.000 metri quadrati di fondale marino.

«Il nostro obiettivo è quello di riuscire a mettere a dimora un milione di nuove piantine di Posidonia oceanica entro il 2030», spiega Alessio Satta, presidente della Fondazione MedSea. «La nostra campagna rientra in un progetto più ampio, “Una foresta marina per salvare il Pianeta”, che intende ripristinare almeno 5 mila ettari di praterie degradate di Posidonia oceanica nel Mar Mediterraneo entro il 2050. Per questo facciamo appello ad aziende, enti pubblici e privati e istituzioni che vogliono impegnarsi in progetti di sostenibilità ambientale sul lungo raggio e a tutelare l’ambiente e in particolar modo il nostro prezioso mare. Metteremo a disposizione porzioni di fondale marino pari a 100 metri quadrati, che chiameremo Unità Funzionale Minima (UFM). Con l’acquisto di una UFM si contribuirà alla messa da dimora di 2.000 piantine, con una capacità di sequestrare CO2 pari a 440 kg l’anno. Abbiamo deciso di puntare su questa campagna perché la posidonia oceanica è una pianta vitale per la salvaguardia del nostro pianeta”.

Non tutti sanno che la posidonia oceanica è una pianta endemica del Mediterraneo estremamente importante: è habitat di insediamento, riparo, nutrimento, area di riproduzione e sviluppo dei pesci; è capace di ridurre l’impatto delle onde legate a condizioni meteorologiche estreme – che saranno sempre più frequenti nel corso dei prossimi decenni a causa dei cambiamenti climatici; è capace di ridurre l’erosione delle coste; assorbe ampie quantità di CO2 che altrimenti si riverserebbero nell’atmosfera.

Secondo stime di MedSea, su 170 mila ettari di praterie di Posidonia oceanica in Sardegna, il 14% risulta danneggiato (più di 20 mila ettari). La degradazione delle praterie può essere ricondotta a numerose cause, quasi esclusivamente di origine antropica, quali ancoraggio non regolare, pesca a strascico, sviluppo costiero con la costruzione di porti, dighe, barriere frangiflutti. Questi possono modificare correnti e onde e, quindi, il trasporto di sedimenti che può causare la sepoltura della prateria e favorire la sua regressione, o aumentare la torbidità delle acque influenzando negativamente la capacità di fotosintesi della pianta.

«Intervenire sulle praterie di Posidonia oceanica danneggiate prima che sia emergenza è certamente il modo migliore per prevenirla», spiega Francesca Frau, biologa marina MedSea. «La perdita della Posidonia è un danno immenso, considerato che questa pianta cresce appena 1 – 2 cm all’anno. Il nostro lavoro consiste nel trovare l’area migliore per ricreare la prateria, con l’utilizzo di un drone subacqueo. Procediamo poi alla riforestazione e per 5 anni monitoriamo la crescita delle piantine”.

Pianta_posidonia con biologo
La messa a dimora di alcune piante

Mercoledì, 11 maggio 2022

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