L'allarme della Simeu: "Andiamo verso l'estinzione dei Pronto soccorso" - LinkOristano
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L’allarme della Simeu: “Andiamo verso l’estinzione dei Pronto soccorso”

Sanità
Fabio de Iaco, presidente nazionale Simeu

Roma

Emergenza-urgenza e medici in affitto: tema centrale nei prossimi giorni al congresso nazionale

“Per lavorare in Pronto soccorso serve competenza ed esperienza”. Lo ricorda Fabio de Iaco, presidente nazionale della Simeu, la Società scientifica della medicina di Emergenza-Urgenza, commentando la decisione della Regione Sardegna di ricorrere a società esterne per tamponare con i cosiddetti “medici in affitto” le gravi carenze di personale dei Pronto soccorso di diversi ospedali dell’Isola. 

«Alla carenza di medici d’urgenza si risponde anche in Sardegna con la strada più facile: appalti milionari alle società esterne, per avere sempre coperti i turni. Ma è bene avvisare la popolazione dei rischi», ammonisce de Iaco. «Per accedere a lavorare in ospedale occorre oltre alla laurea una specializzazione. Chi con un infarto si farebbe curare da un neolaureato o da uno specialista in medicina estetica?  Perché per qualunque altro reparto entrano a lavorare solo gli specialisti mentre per il Pronto soccorso va bene chiunque? Non può essere solo un problema di buchi da coprire: i primi 30-40 minuti sono decisivi per la sopravvivenza e per la prognosi di un paziente grave che arriva in Pronto soccorso». 

Il presidente nazionale della Simeu mette in guardia su altre importanti criticità, legate al ricorso a medici esterni: «Le società esterne o cooperative assicurano la copertura del turno, a prescindere da chi mandano, e quindi ogni volta potrebbe (e succede sempre) arrivare un medico diverso, che non conosce sistema informatico, procedure, relazioni interne: che rapporti possono instaurare coi colleghi e con gli infermieri? Quali sono quindi la sicurezza e la qualità delle cure?”

Fabio de Iaco ha qualcosa da dire anche sui costi milionari degli appalti esterni: «Un’ora di lavoro di un medico costa alle aziende sanitarie (quindi a noi cittadini) 120-130 euro, di cui la metà o meno vanno in tasca ai medici, il resto va nelle tasche delle società esterne o cooperative, che cooperative non sono ma società di intermediazione lavorativa. Infine, come si deve sentire un medico del Servizio sanitario pubblico ad avere a fianco un collega  che guadagna per un turno di 12 ore 600-700 euro? Potrebbe pensare di dimettersi per rientrare a lavorare come dipendente della società esterna».

Congresso nazionale Simeu.  Del crescente ricorso ai medici in affitto nei Pronto soccorso degli ospedali italiani si parlerà  nel corso del congresso della Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza, che si apre il 13 maggio a Riccione. Un appuntamento segnato dalle gravi difficoltà in cui operano i sanitari: carenza di medici aggravata da sfinimento, dimissioni, sovraffollamento, stazionamento delle barelle sono le maggiori criticità incontrate nel quotidiano dei Pronto soccorso italiani.

«Stiamo assistendo all’estinzione dei Pronto soccorso, un problema sempre più grave che continua a non trovare proporzionata attenzione e interesse», lamenta il presidente Fabio de Iaco.

Secondo una ricerca del Simeu, sono circa 600 i medici dell’emergenza e urgenza che nel 2022 hanno  già scelto di dimettersi dai pronto soccorso, al drammatico ritmo di oltre 100 unità al mese. Al momento sono dirca 5.000 gli specialisti che strutturalmente mancano nei Pronto soccorso d’Italia, rispetto alle reali necessità di gestione. Inoltre in 9 strutture su 10 almeno un medico manifesta l’intenzione di abbandonare entro un anno. 

Ad aprire i lavori del congresso sarà il past president Salvatore Manca, le conclusioni saranno affidate a Fabio de Iaco. 

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