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Emergenze

Dopo l’Oristanese, medici in affitto nei Pronto soccorso degli ospedali anche nel resto della Sardegna

L'Ares prepara un appalto milionario per superare la grave emergenza nei presìdi sanitari

Generico dicembre 2021
Foto d'archivio

Cagliari

L’Ares prepara un appalto milionario per superare la grave emergenza nei presìdi sanitari

I cosiddetti “medici in affitto” verranno impiegati per risolvere  la grave emergenza in cui si trovano i Pronto soccorso di diversi ospedali sardi, alle prese con gravi carenze di personale che ne stanno condizionando fortemente l’operatività. Gli uffici dell’Ares stanno predisponendo  un maxi appalto  per il reperimento di  professionisti.

Si punta così a  replicare in diversi presidi ospedalieri una misura già varata un anno fa in maniera sperimentale, con l’affidamento alla società MST Group di Vicenza del servizio di fornitura di personale medico da impiegare per l’apertura del punto di primo intervento dell’ospedale Delogu di Ghilarza. Un appalto poi esteso da ottobre al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano e, da questi giorni, anche al pronto soccorso dell’ospedale di Bosa. 

Proprio in vista della scadenza dell’ultima proroga tecnica del servizio affidato alla società veneta, prevista per la fine del prossimo mese, gli uffici dell’Ares sono al lavoro per predisporre il complesso iter del nuovo appalto con validità annuale, da estendere a tutti gli ospedali sardi. Primi fra tutti l’ospedale San Francesco di Nuoro e il San Camillo di Sorgono, dove nelle ultime settimane la situazione al Pronto soccorso è diventata molto critica, a causa delle continue difficoltà a ricoprire i turni di lavoro con l’insufficiente personale medico in organico. Né  ha ottenuto il risultato sperato l’ipotesi di reperimento di personale dalla graduatoria di un concorso dell’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.  

La procedura per la acquisizione dei “medici in affitto” da destinare agli ospedali sardi è stata avviata dal Servizio acquisti servizi sanitari dell’Ares, con una delibera del 22 aprile, che fa riferimento appunto alla gara per la “fornitura del servizio di copertura turni di guardia attiva per le Unità operative di Pronto soccorso dei presidi ospedalieri  della Sardegna” e individua i funzionari che dovranno seguirne le fasi dal punti di vista amministrativo e tecnico.  Ora la corsa contro il tempo anche per scongiurare la paralisi dei servizi con le  ferie estive del personale. 

Ancora da quantificare la spesa da mettere a bilancio, che non potrà essere inferiore ai sei milioni di euro, considerato che l’affidamento per i soli ospedali della Asl di Oristano ha comportato finora una spesa di poco più di un milione e mezzo di euro, rispetto ad una  previsione iniziale di 690 mila euro per il solo Punto di primo intervento di Ghilarza.   

Da ricordare che per la copertura di un turno di 12 ore alla società esterna è andato un compenso di 945 euro, a fronte di una retribuzione  di  700 euro corrisposta al medico impegnato. Il personale impiegato è privo di specializzazione e perciò destinato ai soli codici bianchi e verdi, a trattare cioè quei pazienti con patologie di minore gravità.

“Nell’attesa di risolvere stabilmente la grave carenza di personale specializzato, il ricorso alla fornitura esterna di personale medico è l’unico percorribile per garantire la continuità di servizi fondamenti come il Pronto soccorso del San Francesco, di Nuoro, dopo quelli degli ospedali oristanesi”, afferma Domenico Gallus, ex presidente della commissione sanità del Consiglio regionale.

Una soluzione già sostenuta oltre un anno fa per la riapertura del Punto di primo intervento di Ghilarza dallo stesso Gallus, che ora manifesta “rammarico per gli attacchi subiti, in tutto questo periodo, per la sua posizione”. Contro il ricorso ai “medici in affitto”  si sono infatti schierati gli ordini dei medici regionali, il Simeu, la società scientifica della medicina dell’emergenza urgenza e i sindacati dei medici ospedalieri, che ne contestano – tra l’altro – l’elevato costo per le casse regionali. Accusa che Gallus respinge, ricordando che “l’appalto esterno del servizio comporta una spesa che equivale a quella delle prestazioni aggiuntive corrisposte ai medici dipendenti ”.

Lunedì, 9 maggio 2022

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