Cabras, scoperti a Mont'e Prama i resti di altri due "giganti" - LinkOristano
Archeologia

Cabras, scoperti a Mont’e Prama i resti di altri due “giganti”

Dopo l'avvio della nuova campagna di scavi nel Sinis. Il presidente Muroni propone il restauro nel museo di Cabras

Mont'e Prama scavi Cabras Giganti scoperta 07 05 2022
Foto da profilo Facebook Anthony Muroni

Cabras

Dopo l’avvio della nuova campagna di scavi nel Sinis. Il presidente Muroni propone il restauro nel museo di Cabras

I resti di altre due statue di “giganti”  sono state recuperate nell’area di scavo di Mont’e Prama, a Cabras.

La scoperta  è avvenuta a pochi giorni dalla ripresa della campagna di scavo nel perimetro sulle colline del Sinis e  di fronte allo stagno, dove le attività di ricerca erano ferme da parecchio tempo.

Sono stati recuperati  i torsi  di due pugilatori, il grande scudo flessibile che copre il ventre e  si avvolge attorno al braccio; una testa, gambe, altre parti dei corpi, i frammenti di un modello di nuraghe.

Parlano gli archeologi – “Siamo andati a colpo sicuro su un’area riprendendo vecchi scavi e ampliandoli in continuità con quella che noi conosciamo come necropoli nuragica che si sviluppa lungo una strada precisa nel tratto che stiamo indagando”. L’archeologo Antonello Usai, direttore scientifico dello scavo nel Sinis dal 2014, ha spiegato come si è arrivati alla scoperta di altri due ‘Giganti’ nel sito di Mont’e Prama, dove gli scavi sono ripresi il 4 aprile scorso. In particolare, i due torsi rinvenuti con lo scudo allungato che assume una forma un po’ avvolgente rispetto al braccio sinistro e che si appiattisce sulla pancia riconducono i ritrovamenti alla categoria dei pugilatori.

“Si tratta di sculture calcaree la cui pietra proveniva da una cava non molto distante da qui, facile da scolpire ma proprio per questo anche molto fragile”. “Si tratta di sculture emerse in un tratto non ancora toccato”, aggiunge Usai. “La presenza capillare nel Sinis della civiltà nuragica nell’età del bronzo e del ferro è il presupposto stesso della ricerca che si fonda su un’indagine sul Sinis. Nell’ambito di questo quadro questa necropoli è unica in Sardegna. Lo scavo qui è una ricerca integrata non solo delle statue ma di tutto ciò che comprende anche scavi di tombe, grazie ai quali viene fuori anche l’aspetto antropologico: ovvero la necessità di definire la cronologia natura e ruolo di queste statue”.

“L’emozione più grande? Senza dubbio vedere qualcosa prendere forma davanti ai tuoi occhi che viene fuori dalla terra”, dice l’archeologo. “Cose che sapevi essere sepolte lì, ma soprattutto vederle e interrogarle, dalla pietra informe fino a scoprirne lo stato”.

L’attività nel sito è stata preceduta da un lavoro di preparazione scientifica e tecnica, come evidenzia Monica Stochino, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. “La ricerca è stata indirizzata su due principali obiettivi”, sottolinea Stochino. “Da un lato indagare alcuni gruppi di sepolture della fase più antica, nuragiche, e successive punico-romane, per reperire le informazioni scientifiche indispensabili a una ricostruzione del mondo in cui si svilupparono i fenomeni culturali che portarono alla creazione del sito; dall’altro estendere gli scavi a sud delle aree già indagate, nell’intento di confermare l’estensione della sistemazione monumentale dell’area con la definizione della strada funeraria e la creazione del complesso scultoreo formato da statue, modelli di nuraghe e betili”.

“Si è trattato di un lavoro di squadra”, sottolinea la sovrintendente, “che ha coinvolto una équipe multidisciplinare di esperti, tutti funzionari del ministero della Cultura”.

Proposta: il restauro a Cabras – “Il ritrovamento delle due nuove statue a Mont’e Prama conferma l’eccellente qualità del lavoro svolto dalla Soprintendenza di Cagliari”, ha commentato il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni. “A nome della Fondazione faccio i più sinceri compimenti alla Soprintendente Monica Stochino e all’archeologo Alessandro Usai, direttore scientifico degli scavi”.

“Il lavoro di ricerca, conservazione e tutela corre parallelo a quello di valorizzazione e promozione: sono certo che su questo Ministero e Fondazione confermeranno di saper lavorare proficuamente assieme, come fatto in questi mesi”.

“Dal canto nostro”, ha concluso Muroni, “già acquisiti corposi finanziamenti dalla Regione Autonoma della Sardegna, siamo pronti a portare al tavolo tecnico un progetto di grande restauro didattico, aperto al pubblico – coordinato dalla Soprintendenza – da svolgersi presso il Museo di Cabras”.

Aggiornata la mappa della necropoli –  La Sovrintendenza archeologica di Cagliari e Oristano farà scattare subito un vincolo sull’area di Mont’e Prama dove sono state ritrovate le due statue dei “giganti”, che si aggiungono alla trentina di altre statue recuperate nei decenni precedenti. Si tratta di un lotto di quasi 400 metri quadrati, a Sud dell’area già precedentemente interessata dalle ricerche. Il loro è stato interessato dagli scavi con un provvedimento d’urgenza. “Rientra nei circa dieci ettari di terreno che ci prepariamo ad espropriare”, ha spiegato questo pomeriggio il sindaco di Cabras Andrea Abis, intervenuto insieme al presidente della fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni, alla presentazione delle scoperte da parte del responsabile scientifico del compendio, l’archeologo della Sovrintendenza Alessandro Usai. “La nostra amministrazione sta predisponendo la variante al piano urbanistico che ci consentirà di classificare questi terreni in zona H con vincolo integrale”, ha spiegato ancora il sindaco Abis. “Seguirà la procedura espropriativa”.

Interessati saranno alcuni privati e organismi ecclesiastici titolari dei terreni oggi utilizzati in parte per la coltivazione del grano e in parte per la coltivazione della vite. L’esproprio non interesserà la sola area di scavo, ma anche i terreni che in futuro potranno essere utilizzati per consentire la fruibilità del sito, prevedendo una zona di parcheggi e servizi. L’area degli scavi, infatti, è molto più limitata. L’archeologo Alessandro Usai ne ha dato conto, ricostruendo una sorta di mappa grazie ai numerosi saggi di scavo eseguiti nella zona. “ Possiamo dire che questo insediamento archeologico si sviluppa con una necropoli lunga circa 120-130 metri”, ha spiegato Usai. “Solo in un alcune parti sono presenti probabilmente le testimonianze scultore”. I nuovi scavi si svilupperanno soprattutto a Sud del sito archeologico.

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