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Medici in affitto al Pronto soccorso di Bosa che diventa Punto di primo intervento

Decisione dell'Asl per superare l'emergenza. Riparte l'attività chirurgica negli ospedali di Bosa e Ghilarza

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Decisione dell’Asl per superare l’emergenza. Riparte l’attività chirurgica negli ospedali di Bosa e Ghilarza

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L’Asl rettifica la delibera: a Bosa resta il Pronto soccorso, con i medici in affitto

Arrivano i “medici in affitto” e il Pronto Soccorso di Bosa viene declassato a Punto di Primo Intervento: d’ora in poi vi saranno ammessi solo i pazienti con codici bianchi e verdi.

Da lunedì prossimo nel servizio di emergenza del Mastino opereranno, per 12 ore, preferibilmente  nel turno notturno, uno o due dei cinque chirurghi che già vi operano, e, per l’altra metà giornata, un medico fornito dalla Società MST Group di Vicenza. Si tratta della stessa società che da un anno fornisce i camici bianchi impegnati a coprire tutti i turni del Punto di Primo Intervento di Ghilarza, il servizio attivato in sostituzione del vecchio Pronto Soccorso, e che da ottobre scorso assicura con proprio personale medico l’assistenza dei codici bianchi e verdi dell’ospedale San Martino di Oristano. 

A disporre l’impiego dei “medici in affitto” anche al Mastino di Bosa è stato il direttore generale dell’Asl di Oristano Angelo Serusi, su richiesta del direttore sanitario Antonio Pinna. 

Una decisione dettata  dalla necessità di far riprendere l’attività chirurgica, e quindi far staccare dall’attuale Pronto Soccorso una parte dei chirurghi che lo presidiano da oltre due anni, da quando cioè è stata bloccato ogni intervento programmato. Scartata l’idea di  riportare al loro posto i 2 medici già in forze al Pronto Soccorso ma dirottati da due anni al reparto Medicina, ora solo Covid. Da qui il ricorso ai medici della MST Group.  

A tempo di record il direttore Serusi ha così chiesto e ottenuto dalla società veneta la disponibilità a fornire suo personale per un periodo di circa due mesi: da lunedì prossimo fino alla fine del mese di giugno, a fronte di un corrispettivo di poco più di 49 mila euro, poco più di 954 euro per ogni turno di 12 ore. 

Alla società, che gode di un secondo ampliamento del bando di appalto originario, non è richiesto di fornire medici dotati di specializzazione in emergenza urgenza, indispensabile per poter operare in un Pronto Soccorso e poter quindi valutare pazienti in condizione di gravità. 

Da qui la modifica del ruolo dell’ex Pronto Soccorso di Bosa, destinato non solo a cambiare la sua denominazione in Punto di Primo Intervento, ma anche a vedere ridimensionata la sua funzione. D’ora in poi, infatti, la centrale del 118 non potrà indirizzare all’ospedale di Bosa pazienti in codice rosso e giallo, da destinare solo al San Martino, mentre al Mastino arriveranno solo pazienti in codice bianco e verde. Una funzione, quella del vecchio Pronto Soccorso di Bosa, già però di fatto ridimensionata dalla disponibilità in organico  di un unico anestesista, una figura indispensabile per garantire un supporto all’assistenza del codici di alta gravità nell’arco delle 24 ore.  

Angelo Maria Serusi Asl Oristano
Angelo Maria Serusi

La ripresa dell’attività chirurgica a Bosa e Ghilarza.  La grave carenza di anestesisti è una criticità con cui dovrà comunque fare i conti anche il programma della ripresa dell’attività chirurgica, cosiddetta di Day Surgery,  che tanto sta a cuore a Alessando Baccoli, chirurgo ed ex commissario della Asl del Medio Campidano, ora  incaricato di dirigere per la Asl di Oristano il nuovo ufficio per l’Integrazione tra Ospedale e Territorio e impegnato direttamente nell’attività chirurgica di “day surgery”, presso l’ospedale di San Gavino. Baccoli si propone di promuovere il riavvio dei piccoli interventi chirurgici, quelli che richiedono la degenza di un solo giorno, anche a Ghilarza, dove però non opera neanche un anestesista e  l’unico chirurgo in organico è indispensabile nel reparto Covid.  Con gli appena 13 anestesisti in forza nella Asl, impegnati prioritariamente nella Rianimazione e Terapia intensiva del San Martino,  è da mesi bloccata all’ospedale di Oristano ogni attività chirurgica programmata ed è a mala pena assicurata quella d’urgenza. Figurarsi i piccoli interventi che si pensa di attivare a Bosa e Ghilarza. La speranza è che gli anestesisti del San Francesco di Nuoro accettino di aderire alla convenzione appena stipulata dalla ASL oristanese con quella di Nuoro, che ne autorizza l’impiego nei tre ospedali della provincia di Oristano, a fronte di un compenso orario lordo di 80 euro per 10 ore settimanali. Un impegno però legato alle singole disponibilità, al momento tutte da verificare. 

Alessandro Baccoli
Alessandro Baccoli

Venerdì, 6 maggio 2022

 

 

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