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Barigadu

Ripartono i cammini del Lago Omodeo: si comincia da Ardauli

Promossi dall'Ufficio Pastorale del Turismo sino al mese di maggio

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La chiesa di Sant'Antonio Abate ad Ardauli

Oristano

Promossi dall’Ufficio Pastorale del Turismo sino al mese di maggio

Ripartono da Ardauli – mercoledì prossimo, 20 aprile – i cammini del Lago Omodeo, promossi dall’Ufficio Pastorale del Turismo che sino al mese di maggio porterà chi intende aderire a scoprire gli 11 paesi del Lago Omodeo, lungo gli antichi sentieri dei novenanti alla scoperte delle chiese campestri e dei siti archeologici.

“Si parte da Sant’Antonio abate per raggiungere il novenario di San Quirico”, spiega don Ignazio Serra, incaricato regionale e direttore diocesano dell’Ufficio per la Pastorale del Turismo. “Le tappe intermedie sono: la parrocchiale B. V. del Buon Cammino, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano e il belvedere Coronzu ‘e Cabras”.

Dalle 9 alle 12, tre ore di cammino alla scoperta del piccolo centro del Barigadu.

“Lungo la Strada Provinciale 30 che conduce ad Ardauli da Tadasuni, dopo 3 km da San Quirico, s’incontra la chiesa di Sant’Antonio abate”, racconta don Ignazio Serra. “Il Rettore Tatti, nel 1947, scriveva nel Liber chronicus che fu ricostruita tra il XVI e XVII secolo. Se oggi non è più un rudere, lo dobbiamo al restauro realizzato (2003) dal compianto don Domenico Obinu. Ogni anno, alla vigilia della festa (17 gennaio), vi si accende un falò in onore del Santo con grande concorso di popolo”.

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Pellegrini all'ingresso del paese

“Lasciamo il sito e l’App Komoot ci guida passo dopo passo”, anticipa ancora don Ignazio Serra. “Superato il curvone, si risale un antico sentiero e, dopo 700 metri, si raggiunge l’abbeveratoio Tulei. Riprendiamo il cammino per 1,3 km, sino alla parrocchiale Beata Vergine del Buon Cammino. Prima di entrare, sul lato sinistro siamo attirati da due scritte latine incise sulle finestre in trachite: sono un invito a meditare sulla fugacità della vita. Saliti i gradini, entriamo nella parrocchiale. La costruzione si deve al rettore Sebastiano Dessì (+1610). Nel testamento dispose di lasciare i suoi beni a tal fine. Verso il 1630, il rettore Giossanto Cossu, diede inizio all’opera. La struttura ricalca la tipologia gotica sardo-catalana. Interessante il rosone, che rimanda a quelli di San Giacomo di Nughedu e di San Mauro di Sorgono”, spiega ancora. “Il cammino continua con sosta al cimitero. Doveroso un requiem verso chi ha arricchito e abbellito il paese col lavoro e l’ingegno e, tra questi, il Rettore Tatti, che scrisse la storia del paese. Ultima tappa in paese, la chiesa dei santi Cosma e Damiano (XVII sec.). La nostra attenzione cade sui cinque simboli racchiusi nel lunotto. Si tratta degli attributi che connotano i Santi medici. Lasciato il piazzale, ci avviamo alla SP30, e poi al belvedere Coronzu ‘e Cabras. Un belvedere eccezionale! Si perde la cognizione del tempo mentre s’incamera bellezza a dismisura. Non ci si vorrebbe più staccare da quel posto con pochi eguali! Pochi passi e si raggiunge “Su Cammineddu sardu”, che ci trasporta, tra oliveti e vigneti, in 1,7, sino a San Quirico. Non è difficile scorgere i contadini intenti a curare i vigneti e gli oliveti”.

“Sono proprio loro a raccontare, ciò che le guide non possono offrire, ovvero la bellezza della fatica, il profumo dei loro prodotti anche se mancano ancora mesi alla raccolta, il rumore antico dei carri a buoi che scendevano lungo il cammino e di quando, sin da bambini, partecipavano spensierati alle processioni col Santo”, conclude l’incaricato per la Pastorale del Turismo. “La bellezza dei cammini, infatti, è data non solo da ciò che si vede ma dagli incontri casuali con la gente del posto, dall’ascolto attento e partecipato di chi conosci quei luoghi sin da bambino e dalle storie raccolte grazie alla tradizione orale di chi li ha preceduti. Ed è proprio ciò che come Ufficio per la Pastorale del Turismo desideriamo che i pellegrini che partecipano ai nostri cammini sperimentino in questa serie di proposte primaverili volte alla scoperta dei paesi del lago e della sua gente”.

Don Ignazio Serra
Don Ignazio Serra

Il secondo cammino sarà domenica 24 aprile, alle 15, dalla chiesa parrocchiale San Lorenzo di Boroneddu sino alla chiesa campestre di San Salvatore, per poi raggiungere la chiesa campestre di San Serafino e partecipare alla manifestazione Muristenes in Beranu durante la quale l’Ufficio presenterà il sito sui cammini del lago Omodeo e i suoi tesori archeologici, naturalistici e sacri legati alle chiese campestri e non solo.

Giovedì, 14 marzo 2022

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