"Cosa non fare - La febbre dell'arte", un laboratorio di idee per tre giorni a San Vero Milis - LinkOristano
Eventi

“Cosa non fare – La febbre dell’arte”, un laboratorio di idee per tre giorni a San Vero Milis

Personalità a confronto su un futuro possibile, da inventare assieme ai giovani

Generico aprile 2022
La locandina del laboratorio internazionale a San Vero Milis

San Vero Milis

Personalità a confronto su un futuro possibile, da inventare assieme ai giovani

Tre giorni durante i quali architetti, artisti, curatori ed esperti d’arte e cultura si confrontano liberamente in un dialogo col pubblico, per uno scambio di idee sulla presenza e sviluppo dell’arte contemporanea. A San Vero Milis è iniziato ieri il laboratorio “Cosa non fare – La febbre dell’arte”, a cura di Sislej Xhafa.

Un evento ideato con l’intenzione di superare la struttura tradizionale di un convegno: l’ingresso e la partecipazione è estesa a chiunque voglia mettere a disposizione le proprie conoscenze per immaginare San Vero Milis nel futuro. Non convenzionali anche i luoghi scelti per questo insolito laboratorio: una stalla di mucche chianine, la peschiera di Is Benas e l’antico cimitero urbano.

La prima giornata – ieri nella stalla lungo la strada provinciale 15 – ha avuto come tema l’indesiderata grazia. Assieme al sindaco di San Vero Milis, Luigi Tedeschi, hanno partecipato fra gli altri l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Andrea Biancareddu, e il presidente dell’Unione dei Comuni Costa del Sinis Terra dei Giganti, Andrea Abis. Questa mattina invece traasferimento nella peschiera di Is Benas, per una sessione intitolata “Quando il deserto diventa il centro”, a cura di Paolo Sirena.

I relatori erano Vatra Abrashi, pedagoga e cofondatrice di Autostrada Biennale; Leutrim Fishekqiu, designer industriale e cofondatore di Autostrada Biennale;  Margherita Orlando, project manager e cofondatrice dell’Associazione MeNO; Antonello Cuccu, architetto e artista; Josephine Sassu, insegnante e artista; Monica Capra, architetto; Patrizia Casini, architetto. Dopo la pausa pranzo, si riprenderà alle 15 con la sessione pomeridiana. 

Domani, invece, appuntamento al giardino del museo, in via Santu Eru a San Vero Milis. Qui, sempre con inizio alle 9, si terrà la terza e ultima sessione, “Creatività nella resistenza quotidiana”; Sislej Xhafa farà da moderatore. Interverranno Lendita Haxhitasim, ambasciatore della Repubblica del Kosovo in Italia, Malta e San Marino; Teresa Macrì, critica d’arte, curatrice e scrittrice; Davide Quadrio, direttore del Museo d’Arte orientale di Torino; Ivo Serafino Fenu, critico d’arte e curatore; Giannella Demuro, artista e curatrice; Antonello Fresu, psichiatra e artista; Italo Vacca, progettista del paesaggio; Edoardo Malagigi, insegnante e artista.

“Cosa non fare – La febbre dell’arte” è un “laboratorio di discussione che ha fatto voto di verità”, come sostiene il sindaco Luigi Tedeschi, “e può diventare un volano straordinario di crescita sostenibile del territorio partendo dall’arte contemporanea, che per sua natura è non oggettiva e quindi democratica”.

“Le nuove generazioni hanno bisogno di questi nuovi stimoli, fuori contesto, e noi cercheremo di darglieli attraverso questo percorso, reinventando il loro tempo” scrive il curatore Sislej Xhafa. Il suo intento è “creare una piattaforma per il loro futuro, per i giovani che vorranno reinventarsi, in senso contrario rispetto alla nostalgia, attraverso questa grazia innata nel territorio, che tanto è vera quanto indesiderata, perché impone di metterti in discussione costringendoti a ripensare te stesso senza poterti esimere dal farlo”.

Il primo dei tre i temi in discussione, l’indesiderata grazia, non ha a che fare – come precisa il curatore Sislej Xhafa – con il tema religioso dell’opera d’arte sacra. Si tratta invece di un’evoluzione umana, di uno stato d’animo che si concretizza in opera artistica. Ma la grazia va anche intesa dal punto di vista sociale che, a detta di Xhafa, “oggi ci manca. Ma perché oggi ne soffriamo così tanto la mancanza? Nell’Italia degli anni ’50, ’60, ’70 era presentissima. Ora manca questa qualità umana, sociale, personale, in grado di farci giungere a qualcosa di altro, a una dimensione quasi ultra-temporale”.

Il deserto del secondo tema – specifica sempre il curatore Xhafa – “sottende un quanto di perifericità, e San Vero Milis in questo caso è sì deserto e periferia, ma è altresì punto centrale grazie ai suoi stimoli atemporali centripeti. In questa linea si inserisce la resistenza, cioè creare qualcosa di straordinario partendo dal deserto. Questo è resistenza”. Inevitabile il rimando poi alla nuove generazioni e agli stimoli di cui hanno bisogno.

“A San Vero Milis”, scrive Xhafa, “chi fa il pastore, chi il pescatore o solo chi si beve una birra, resiste, e quando la resistenza si materializza il deserto scompare, e il paese diventa centro. Le nuove generazioni hanno bisogno di questi nuovi stimoli, fuori contesto, e noi cercheremo di darglieli attraverso questo percorso, reinventando il loro tempo”.

I contributi di ciascun relatore – ha ricordato il sindaco Tedeschi – sono completamente liberi: “Lasciano spazio all’istinto e all’intuito umano, affinché l’esperienza di tutti i partecipanti diventi prioritaria, senza direzione e senza idee preconfezionate. Saranno legati all’arte, alla natura, all’architettura, alla resistenza, all’ambiente, alla creatività in tutti i campi, alla vita prima, durante e dopo l’impatto sociale del Covid, alla guerra e alla pace”.

Venerdì, 8 aprile 2022

Più informazioni
commenta