L'Asl pagherà di più medici e infermieri per il lavoro disagiato e per evitare che vadano via da Oristano - LinkOristano
Sanità

L’Asl pagherà di più medici e infermieri per il lavoro disagiato e per evitare che vadano via da Oristano

Il direttore Serusi fa partire un piano nell'ambito del programma deciso dall'Assessorato regionale alla sanità. Incontro con i sindacati

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Oristano

Il direttore Serusi fa partire un piano nell’ambito del programma deciso dall’Assessorato regionale alla sanità. Incontro con i sindacati

Per arginare la fuga di medici e infermieri verso gli ospedali di Cagliari e Sassari e, insieme, assicurare la copertura di turni di lavoro che rischiano di rimanere scoperti, la Asl di Oristano distribuirà interessanti incentivi economici al personale sanitario impegnato nei servizi ospedalieri. Si tratta delle cosiddette Risorse Aggiuntive Regionali, volute dall’assessore alla sanità Mario Nieddu e previste nella legge Omnibus del novembre dell’anno scorso.

Per definire l’accordo sindacale necessario,  il direttore generale dell’Asl di Oristano Angelo Serusi ha convocato nei giorni scorsi due distinti incontri con i dirigenti sindacali di categoria, in Via Carducci. Uno la mattina per l’area medica, l’altro al pomeriggio per l’area sanitaria che comprende infermieri, tecnici di radiologia, di laboratorio e biologi. 

Serusi ha spiegato come siano disponibili 5 milioni per il 2021 e 13 milioni di euro per il 2022 e altri 13 milioni di euro per il 2023 da destinare al personale  delle Asl della Sardegna, escluse le Asl e Aziende di Cagliari e Sassari. Si tratta di risorse che la Regione dovrà ripartire tra le diverse Asl interessate, sulla base di alcuni obiettivi da definire negli accordi sindacali decentrati e che, si è convenuto,  devono prevedere la garanzia della “continuità dell’assistenza ospedaliera” e la valorizzazione del “contributo delle professionalità impegnate nel raggiungimento degli standard organizzativi “  

Da qui la richiesta, inviata dal direttore generale Angelo Serusi ai responsabili di ogni struttura, perché formulino una proposta così articolata.  Gli stessi responsabili dovranno anche raccogliere le manifestazioni di interesse dei singoli operatori ad aderire al progetto. 

Richiesta in particolare la disponibilità a ricoprire turni notturni che , ha detto Serusi,  potrebbe essere retribuita con un “premio” di 400 euro per ogni turno notturno, se se ne garantiscono almeno 4 al mese. Previste particolari indennità per quanti ricoprono turni notturni in ospedali distanti dal proprio. 

Richiesto anche l’interesse a garantire la continuità e adeguatezza del servizio anche nei casi di “assenza del personale non programmata o programmabile” e la “flessibilità del personale per attività lavorativa resa in un “giorno o turno non programmato“.

Come “premio” per questo obiettivo, Serusi ha proposto un compenso orario di 80 euro per i medici e di 50 euro per infermieri e tecnici. Indennità che si aggiungono e non sostituiscono quelle già previste dal contratto o da altri istituti e che saranno corrisposte con effetto retroattivo, dallo scorso mese di gennaio.

Positive le reazioni dei sindacati alle proposte del direttore generale dell’Asl Angelo Serusi.

Michele Zucca, della Uil Sanità, ha manifestato “soddisfazione per uno strumento che consente di far fronte alle gravi carenze di personale e insieme prevede un giusto riconoscimento all’impegno già assicurato degli operatori sanitari” . 

Un giudizio positivo è arrivato anche da Giuseppe Obinu, responsabile provinciale della AAROi, che evidenzia  come “attraverso questo strumento si possa pensare ad una ripresa degli interventi chirurgici di elezione, ora bloccati per l’assenza di anestesisti. Professionisti che comunque devono essere reperiti con urgenza.”

Anche Giampiero Sulis del Cimo ha promosso la proposta del direttore generale Serusi, ma ha segnalato come “il ricorso alle risorse aggiuntive non sarà sufficiente a evitare gli effetti legati alla perdita di altro personale che entro la prossima estate investiranno nuovi reparti, compromettendone il funzionamento,  tra i quali la radiologia, l’ortopedia e la nefrologia. Quest’ultimo in particolare – ha ricordato Sulis – fra poco potrà contare su due soli medici più il primario”. 

Sabato, 19 marzo 2022

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