Anche il servizio di Pneumologia in ospedale rischia di bloccarsi: proteste e mobilitazione - LinkOristano
Sanità

Anche il servizio di Pneumologia in ospedale rischia di bloccarsi: proteste e mobilitazione

Mancano i medici. Disattesi gli impegni assunti nei mesi scorsi

Medico pneumologo polmone

Oristano

Mancano i medici. Disattesi gli impegni assunti nei mesi scorsi

Rischiano di rimanere senza alcuna assistenza i circa duemila pazienti oristanesi con malattie dell’apparato respiratorio. Il servizio, progressivamente ridimensionato e svuotato, ha subito ulteriori tagli e ora è a un passo dalla definitiva sospensione.

Dopo il primo pneumologo dirottato prima al reparto covid dell’ospedale Delogu di Ghilarza e poi destinato nelle corsie Covid della Medicina del San Martino, anche un altro è stato staccato in questi giorni dagli ambulatori e inserito nei turni della sezione covid sempre della Medicina del San Martino. Un’altra dottoressa del servizio, inoltre, sta per lasciare Oristano  perché ha vinto un concorso in un altro ospedale. Resterà al lavoro solo una quarta specialista. In assenza di un cambio di rotta non è escluso che anche lei scappi via alla prima occasione.  

Già dallo scorso mese erano state bloccate le prenotazioni delle visite presso l’ambulatorio di pneumologia del San Martino, perché al lavoro erano rimasti solo due dei quattro medici in organico. Bloccate anche le visite urgenti e gli accertamenti,  come le spirometrie o i DLCO, a cui devono spesso ricorrere i pazienti con malattie respiratorie croniche. Disagi anche per i pazienti in ossigenoterapia. Malati spesso in età avanzata, costretti a penose peregrinazioni verso i presidi di Sassari, Cagliari o Nuoro.

E così, dopo la cancellazione del reparto di Pneumologia, assorbito dalla Medicina, nell’ottobre dell’anno scorso, dopo i tagli alle visite e le cancellazioni agli accertamenti del mese di gennaio, con le perdita di 3 dei 4 medici rimasti la fine sembra ormai segnata, per quello che era un presidio di eccellenza con oltre 27 anni di attività.

Un incontro urgente al nuovo direttore generale Angelo Maria Serusi è stato chiesto da  Giampaolo Lilliu,  responsabile dall’Associazione Ex Esposti Amianto, composta da circa 150 ex lavoratori del settore e dalle loro famiglie, che hanno diritto alla sorveglianza sanitaria, riconosciuta anche da un preciso protocollo regionale.  “Se, come temiamo, nei prossimi giorni saranno sospesi i previsti controlli e accertamenti – annuncia Lilliu- siamo pronti a scendere in piazza”.

Lilliu già nelle scorso settimane aveva segnato il rischio di pesanti conseguenze sulla sorveglianza assicurata fin dal 1994 ai pazienti a rischio di patologie polmonari correlate alla fibra killer amianto. “Si tratta di patologie irreversibili che – ricorda Lilliu – hanno un decorso molto simile alle polmoniti di Covid”.

Un incontro al direttore generale Serusi è stato chiesto anche dal dottor Giuseppe Oppo, dirigente regionale della Società di pneumologia ed ex primario del reparto di Pneumologia: è  in attesa di una risposta. 

Da ricordare che anche anche i pazienti affetti da malattie rare fanno riferimento alla Pneumologia del San Martino, a cui da tempo è stato riconosciuto il ruolo di centro prescrittore dei farmaci a loro destinati. Già cancellate da oltre un anno, invece, le visite domiciliari per i pazienti seguiti dall’Adi.  Un’ attività mai ripristinata dopo il pensionamento della professionista che, con un rapporto di lavoro a convenzione, si occupava di questa importante attività.

Evidentemente disattesi gli impegni annunciati solo qualche mese fa, con l’attivazione di “una terza agenda di prenotazioni”, allo scopo di accorciare i già lunghi tempi di attesa per visite e accertamenti pneumologici. 

Venerdì, 11 febbraio 2022

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