Quanti anziani sono ancora senza vaccino? La domanda dopo le morti in ospedale. Appello - LinkOristano
Covid-19

Quanti anziani sono ancora senza vaccino? La domanda dopo le morti in ospedale. Appello

In provincia di Oristano i sindaci danno conto di una buona copertura. Le parole del dirigente medico 

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Vaccino a un anziano

Oristano

Le testimonianze di un medico e di alcuni sindaci 

Quanti sono in provincia di Oristano gli anziani senza un’adeguata copertura di vaccino anticovid? La domanda sorge dopo le preoccupanti constatazioni dei medici, secondo cui le recenti morti nel pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano (ma non solo) sono per lo più di pazienti di una certa età, senza, appunto, una sufficiente copertura vaccinale.

Una testimonianza è stata affidata ai social da Francesco Dettori, dirigente medico, responsabile della struttura semplice di Aritmologia e Cardiostimolazione dell’ospedale San Martino di Oristano: “Sempre più spesso”, scrive Dettori, “vengono ricoverati pazienti anziani affetti da COVID-19 in gravi condizioni e non vaccinati. Nella quasi totalità dei casi la mancata vaccinazione è dovuta al fatto che i familiari più giovani, no-vax, li hanno convinti a non vaccinarsi, magari perché anziani e con diverse patologie”.

“Purtroppo è proprio in questo genere di pazienti che il SARS-CoV2 determina le forme più gravi di malattia e la morte. I no-vax più giovani possono contrarre il virus a volte senza grandi conseguenze (se sono fortunati) ma gli anziani, se non vaccinati, nella quasi totalità dei casi sviluppano forme gravi di malattia fino a morirne”, scrive ancora il cardiologo, esortando “chi è (erroneamente) contrario al vaccino a far vaccinare i propri familiari anziani”.

Secondo quanto riferisce il dirigente medico “attualmente nelle terapia intensive 7 pazienti su 10 sono non vaccinati, molti Pronto Soccorso sono allo stremo e addirittura chiusi perchè saturati da pazienti COVID non vaccinati, i reparti di Medicina idem. Molti medici e infermieri, a causa di questa situazione, si sono positivizzati e sono in quarantena, dovranno essere sostituiti dai colleghi di altri reparti, i quali reparti dovranno necessariamente ridurre le proprie attività a scapito di tutti gli altri pazienti”.

Da Francesco Dettori, quindi, un rimprovero e un appello: “La situazione è questa, non riempitevi la bocca su responsabilità della politica, degli amministratori, sulla mancanza di medici etc. etc.”, conclude, “tutte cose buone e giuste, ma quello che conta adesso è che le persone muoiono e muoiono ora e che anche i pazienti affetti da altre patologie devono essere curati! E’ il momento della solidarietà e dell’impegno civile, per favore vaccinate almeno gli anziani e le persone fragili”.

Ma quanti sono gli anziani e le persone fragili  che in provincia di Oristano ancora devono essere vaccinati? Difficile saperlo, ormai non ci è concesso più neppure avere  i più elementari numeri sulla campagna vaccinale nel territorio.

E quanti sono in queste categorie gli utenti che hanno avuto le prime due dosi di vaccino e non la terza? Fuori e un po’ più lontano da Oristano, dove funziona a pieno ritmo l’hub provinciale,  la macchina delle vaccinazioni ha rallentato,  visto che non sempre si è andati casa per casa com’era avvenuto nelle precedenti tornate di vaccinazione?

“Non si è tenuto conto che gli over 80 hanno bisogno di essere accompagnati”, commenta il sindaco di Mogoro, Donato Cau, “ma non mi risulta ci sia stato un rallentamento importante delle somministrazioni”.

“Lo spostamento ha destabilizzato un po’ anche le persone che avevano la convinzione di volersi vaccinare, ma hanno risposto bene”, continua il sindaco Cau, critico rispetto allo spostamento della sede vaccinale dall’anfiteatro di Mogoro, all’hub di Ales.

“Siamo stati pionieri della vaccinazione in paese ed era andato tutto a meraviglia, era stato visto molto positivamente, ma si è scelto di far proseguire all’hub di Ales e ci siamo adeguati”, continua il primo cittadino di Mogoro, spiegando, però, che per le vaccinazioni dei pazienti allettati è stata richiesta dal Comune la vaccinazione a domicilio: “l’Ufficio Igiene di Ales ci è venuto incontro”.

Dalla Marmilla al Barigadu, la copertura vaccinale sembra essere buona.

“Quelli che non hanno fatto il vaccino”, commenta il sindaco di Fordongianus, Serafino Pischedda, “non lo hanno fatto perché poco convinti. Gli altri sono andati a Oristano come per qualsiasi altra visita”, continua il sindaco, “ed essendo tra i primi a essersi sottoposti alla terza dose, non hanno nemmeno trovato situazioni critiche legate alle file”.

“Abbiamo cercato di organizzare gli aiuti per la prenotazioni”, spiega Pischedda, “anche per stimolare la vaccinazione”.

Ad aiutare la comunità di Fordonagianus anche un medico originario del paese che opera a Ghilarza: “Ha anticipato qualche terza dose, attualmente i medici di base dispongono di più dosi rispetto al passato”.

“Certo, qualcuno avrebbe preferito farla in paese”, conclude il sindaco di Fordongianus, “ma in un momento nel quale Ats sta esplodendo si può anche fare un sacrificio in più”.

A Solarussa, centro più vicino al capoluogo, l’impegno immediato dei tre medici di famiglia – Gianpiero Maccioni, Maria Francesca Sanna e Alessandro Albano – ha permesso di ottenere quelli che il sindaco, Mario Tendas, definisce “risultati più che lusinghieri”.

Il paese ha rappresentato da subito un modello virtuoso: “Lo dico con un pizzico di orgoglio”, commenta Tendas, “si sono dimostrati fin dall’inizio pienamente disponibili, anche quando l’Ats ha cominciato a vaccinare nella palestra, chi non poteva raggiungerla ha avuto il vaccino”.

“Il loro lavoro è proseguito e continuano a vaccinare non solo negli ambulatori, ma anche a domicilio”, continua il sindaco di Solarussa. “La copertura nel paese è consistente”.

Da queste testimonianze pare di capire che gli anziani senza la giusta copertura di vaccino siano pochi. Probabilmente una minoranza, ma sufficiente, purtroppo, ad alimentare quel flusso di ricoveri  che spesso ha un esito nefasto.

Mercoledì, 9 febbraio 2022

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