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Pronto soccorso di nuovo al lavoro a Oristano, ma non c’è garanzia sui prossimi turni

I dubbi del Simeu sui medici in affitto: "Senza la specializzazione non potrebbero neanche partecipare a un concorso"

Pronto soccorso Oristano San Martino

Oristano

I dubbi del Simeu sui medici in affitto: “Senza la specializzazione non potrebbero neanche partecipare a un concorso”

Il Pronto soccorso di Oristano è stato riaperto stamattina e riceve nuovamente pazienti e ambulanze del 118. La chiusura era stata decisa venerdì scorso dal direttore generale della Asl, Angelo Maria Serusi, a causa non solo dell’elevato numero di pazienti positivi al Covid-19, ospitati in ormai tutti gli ambienti del presidio, ma sopratutto per l’assenza di medici: tre sono stati contagiati dal Coronavirus e altri sono assenti per malattia.

Dopo il turno della notte, coperto in maniera esclusiva da uno dei “medici in affitto”, impegnati finora solo per i codici bianchi e verdi, stamattina è stato un cardiologo in prestito dal reparto di Cardiologia a garantire l’assistenza a codici gialli e rossi e ai pazienti Covid ancora ospitati. Per la copertura dei prossimi turni si viaggia comunque a vista.

Il direttore generale Angelo Maria Serusi ha annunciato di avere chiesto e ottenuto di poter impiegare i cosiddetti “medici in affitto” anche per l’assistenza dei pazienti con gravità da codice rosso e giallo. Lo stesso Serusi nei giorni scorsi aveva rivolto un appello anche ai primari di Medicina, Chirurgia e Cardiologia perché valutassero la possibilità di contribuire con loro specialisti alla copertura dei turni scoperti. Una richiesta che non ha incontrato però grande entusiasmo, considerata la carenza di personale di cui già soffrono anche quei reparti.

L’intervento del Simeu. Sul previsto impiego dei “medici in affitto” nel Pronto soccorso del San Martino per l’assistenza anche ai pazienti in codice giallo e rosso, Salvatore Manca, presidente nazionale del Simeu, Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza, manifesta “preoccupazione, sia come operatore sanitario che come cittadino che potrebbe, come tutti, avere necessità di ricorrere al Pronto soccorso”. 

“Abbiamo sempre detto che non approviamo la decisione di impiegare nei Pronto soccorso medici  privi della specializzazione in Emergenza Urgenza”, spiega Manca. “È risaputo che l’accesso al Servizio sanitario nazionale è subordinato al possesso della specializzazione di 5 anni e che solo con il recente decreto Calabria è consentito l’accesso agli specializzandi del 4° e del 5° anno. Requisiti ancora più importanti per i medici che devono lavorare in un servizio di emergenza, dove sono richieste specifiche e documentate competenze e abilità”.

Secondo Manca, “i medici in affitto impiegati in questi giorni non sembrano avere i requisiti previsti per legge: non sarebbero neanche ammessi a sostenere un concorso per la copertura di quei posti. Purtroppo alla grave carenza di specializzati si aggiunge la fuga verso le cooperative o le società di servizi, dove i medici si trovano a lavorare con minori responsabilità e migliori retribuzioni. Una soluzione sempre più preferita al lavoro in corsia, con ben altri carichi di lavoro e con retribuzioni di molto inferiori”.

“Il pericolo”, avverte Manca, “è che, insieme alla situazione di grave carenza di organici, il caso di Oristano diventi una prassi per far fronte alle carenze di personale che ormai tutti i reparti e ospedali lamentano”. 

Lunedì, 7 febbraio 2022

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