Nella Giornata mondiale contro il cancro, anche per l'Oristanese l'obiettivo è colmare il divario - LinkOristano
Salute negata

Nella Giornata mondiale contro il cancro, anche per l’Oristanese l’obiettivo è colmare il divario

La presidente di Komunque Donne: "Abbiamo il diritto di essere curati al meglio, dai tumori si guarisce". Grande impegno del personale medico

Tumore cancro chemioterapia
Foto d'archivio

Oristano

La presidente di Komunque Donne: “Abbiamo il diritto di essere curati al meglio, dai tumori si guarisce”. Grande impegno del personale medico

Colmare il divario di cura. È lo slogan scelto quest’anno per la Giornata mondiale contro il cancro, che ricorre proprio oggi: sottolinea un impegno per azzerare le differenze tra paesi poveri e ricchi, ma anche quelle che esistono all’interno di una stessa nazione, fra diverse regioni.

Un motto che nell’Oristanese diventa un grido di battaglia. A dargli voce, ancora una volta, è Maria Delogu, presidente dell’associazione “Komunque Donne”, che fotografa la drammatica situazione vissuta dai malati oncologici del territorio. In particolare, quella delle donne che l’associazione segue e affrontano la malattia legata al tumore al seno, ma anche gli uomini: “Colpisce anche loro”, avverte Maria Delogu, “oltre che donne sempre più giovani”.

La diagnosi precoce, per tutti, può fare la differenza. Ma durante e dopo il covid, come spiega Maria Delogu, soprattutto visite di controllo, primi accessi e diagnosi e screening hanno subito una battuta d’arresto: “Adesso dobbiamo combattere la malattia in fase avanzata e l’intervento al seno diventa spesso una operazione con complicazioni, legate alla presenza di metastasi in altre parti del corpo”.

A questo si aggiunge l’impossibilità di avere a disposizione a Oristano strumenti e cure: “Il mammografo non è in funzione”, ricorda Maria Delogu, “si trova materialmente nella vecchia Radiologia dove sono in corso lavori di ristrutturazione, e non si può spostare”.

Dunque le persone che hanno necessità di un’esame al seno sono costrette a viaggiare: “Ad Ales o Ghilarza”, spiega la presidente di Komunque Donne, “con tempi di attesa molto lunghi”.

“Rimane anche il problema di alcune tecniche di cura che mancano”, denuncia Maria Delogu, “e chi può è costretto a muoversi dall’Isola, con un aggravio dei costi. Manca il mammotome, presente da qualche anno all’Oncologico di Cagliari. Ma anche per sottoporsi alla radioterapia, da Oristano è necessario spostarsi a Cagliari o Nuoro”.

E le carenze riguardano anche l’organico del Dh di Oncologia: “Mancano oncologi, è rimasto solo il dottor Luigi Curreli, che ha sostituito come facente funzioni il direttore Tito Sedda, andato in pensione: si ritrova una struttura senza posti letto, che sono indispensabili”.

E il tasto dolente di una situazione drammatica sono anche la terapia del dolore e le cure palliative negate ai pazienti, ultima denuncia in ordine cronologico dell’associazione Komunque donne: “Il fine vita non è morte”, ribadisce Maria Delogu, “bisogna accompagnare dignitosamente le persone verso il fine vita e poi verso la morte, e Oristano anche in questo è carente”.

“Abbiamo grossi deficit dell’impianto oncologico. Manca un percorso, una programmazione dal momento della diagnosi, non c’è un percorso dedicato per oncologia e oncologia mammaria”, denuncia ancora Maria Delogu, ricordando la grave assenza in provincia e in Sardegna di un registro tumori: “Siamo sconosciuti”, commenta.

“È vero che di cancro si guarisce, ma intanto si soffre. Nel percorso di cura le variabili sono mille, ma ciascuno di noi ha diritto di essere curato al meglio”, conclude la referente dell’associazione Komunque Donne, contrapponendo alle carenze strutturali e organizzative la validità dei professionisti: “Ottimi oncologi e infermieri. Le persone sono state seguite qui con il massimo della professionalità e dell’umanità. Tante persone sono salve grazie a loro”.

Maria Delogu
Maria Delogu

Venerdì, 4 febbraio 2022

 

 

 

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