"Facciamoci sentire". Tutto pronto per la protesta davanti agli ambulatori vuoti di Uras - LinkOristano
Sanità

“Facciamoci sentire”. Tutto pronto per la protesta davanti agli ambulatori vuoti di Uras

Lunedì la manifestazione per il servizio di medicina di base. Adesioni nel Terralbese

Generico gennaio 2022
Visita in ambulatorio

Uras

Lunedì la manifestazione per il servizio di medicina di base. Adesioni nel Terralbese

“Facciamoci sentire”. Con questo appello, la sindaca di Uras, Anna Maria Dore, lancia la manifestazione per il disastro dei servizi di medicina generale e di guardia medica, che riguarda non solo il suo comune ma anche tutto il Terralbese.

Per questa ragione, insieme a lei e ai suoi concittadini, saranno presenti anche i sindaci del circondario e la Cgil all’appuntamento fissato per lunedì, 7 febbraio. Ci si ritroverà alle 10 di fronte agli ambulatori – ormai vuoti – in via Eleonora a Uras.

Inizialmente si era pensato a una protesta sulla Statale 131, ma per questioni organizzative e di sicurezza, ieri mattina dopo un incontro con la Digos la prima cittadina ha optato per una soluzione alternativa, che consentisse di manifestare pacificamente e senza pericoli.

“Sono tanti i concittadini che vogliono manifestare il loro diritto a rivendicare il servizio di medicina generale”, ha detto Anna Maria Dore. “Per garantire una massiccia partecipazione, l’unica soluzione che permettesse di tutelare l’incolumità fisica e la salute di tutti – visto fra l’altro che non abbiamo medico – è fare la manifestazione in via Eleonora, di fronte agli ambulatori rimasti vuoti, facilmente raggiungibili da tutta la popolazione”.

“Non avendo a disposizione una piazzola di sosta”, aggiunge sempre la sindaca, “è impossibile portare le persone a piedi nella Statale 131. Avremmo rischiato di limitare la partecipazione a poche persone. E dato che sono in tanti a voler manifestare, l’unico modo per tutelare l’incolumità è questo, così come è stato fatto in altri paesi”.

“Ci saremo anche noi”, annuncia Davide Fanari, sindaco di San Nicolò d’Arcidano. “Sebbene in paese abbiamo due medici di base che, per quanto siano oberati di lavoro, assicurano comunque l’assistenza ai nostri concittadini, è pur vero che siamo rimasti senza guardia medica, perché facevamo capo a quella di Uras. E se oggi c’è questa situazione in un comune vicino, domani potrebbe capitare a noi. Per questo è importante unirci e manifestare con loro”.

“Inoltre, se da una parte è vero che in termini di chilometri usufruire del servizio di guardia medica a Terralba non ci ‘costa’ nulla, essendo tutti vicini”, dice ancora Fanari, “è anche vero che il bacino di utenza ora a carico non è gestibile: stiamo parlando di un numero elevato di pazientiche si rivolgono a una solo medico”.

L’importante è dunque farsi sentire e dare un segnale forte e chiaro per una situazione che oramai sta diventando insostenibile e che non riguarda solo Uras – dove il servizio di guardia medica è assente dal 1° di settembre e nessun medico, al momento, è disposto a prender servizio – ma anche tutto il Terralbese, dove circa 10 mila persone rischiano di restare senza medico nei prossimi mesi.

Una situazione che ha allarmato in questi giorni sia Alessandro Usai, segretario provinciale della Fimmg, sia il consigliere regionale Emanuele Cera, che ha chiesto l’intervento del presidente Solinas e degli assessori Nieddu e Biancareddu.

Mercoledì, 2 febbraio 2022

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