"A Medicina pazienti sulle barelle nei corridoi, senza privacy". Esposto in Procura del Nursind - LinkOristano
Sanità

“A Medicina pazienti sulle barelle nei corridoi, senza privacy”. Esposto in Procura del Nursind

Gravi rischi nella gestione dei ricoverati al "San Martino", per la carenza di posti letto

Generico gennaio 2022
L'atrio dell'ospedale "San Martino"

Oristano

Gravi rischi nella gestione dei ricoverati al “San Martino”, per la carenza di posti letto

Nei corridoi del Reparto Medicina al “San Martino” le barelle per il momento sono sparite, ma è solo una questione di ore. I ricoveri in spazi di fortuna sono destinati a comparire nuovamente, considerata la insufficiente disponibilità di posti letto e il continuo arrivo da tutta la provincia di pazienti con bisogno di cure.

Mancano ancora all’appello i circa 20 posti letto della Medicina della Clinica del Rimedio, chiusa da un mese per le festività di fine anno e per il recupero dell’extra budget. La riapertura, annunciata per oggi, intanto è slittata al prossimo mese. E indisponibili sono anche i posti letto dell’ospedale di Ghilarza, da circa una settimana riservati ai pazienti Covid. 

Restano i 25 posti letto della medicina del “Mastino” di Bosa, un reparto in grave affanno che può contare solo su cinque medici, tre dei quali “prestati” dal Pronto Soccorso.  Ed è proprio a Bosa che in questi giorni si stanno dirottando i pazienti in arrivo, specie quelli “stabilizzati”, cioè con moderate necessità di cure. 

I 60 posti letto di Medicina a Oristano continuano così ad essere insufficienti: da qui la necessità di ricorrere ancora a spazi chiesti “in appoggio” ai diversi reparti. Una situazione che resta di estrema criticità e sulla quale è intervenuta la segreteria del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche. 

In una lettera indirizzata alla Procura della Repubblica e all’Ispettorato del Lavoro, oltre che ai vertici regionali e locali della sanità, la segretaria del Nursind Angela Dessì punta il dito contro la “incapacità e l’ignavia dei vertici aziendali e regionali “, accusati di non “prendere provvedimenti utili ed efficaci per gestire le condizioni di estrema difficoltà dei reparti e la sopravvivenza stessa del nostro nosocomio” .

La segretaria del Nursind, nel segnalare le condizioni di affollamento del reparto medicina, con ambulatori e corridoi spesso invasi da barelle, spiega come “senza alcun rispetto della privacy, i pazienti dormono, mangiano e ricevono le cure igieniche in barelle, non dispongono di servizi igienici o di arredi in cui riporre gli effetti personali, né hanno a disposizione erogatori di ossigeno o un campanello di chiamata”.

È questa la situazione di pazienti anziani e fragili, esposti a continui rischi di cadute dalle barelle, con il personale ridotto all’osso ed esposto a carichi di lavoro e responsabilità insostenibili, anche in relazione “all’osservanza delle misure di prevenzione e contenimento della diffusione del Covid”. 

Inaccettabili condizioni di lavoro, quelle segnalate dal sindacato, destinate a ripercuotersi sulla gestione dei ricoverati e a causare non poche difficoltà a “garantire i livelli minimi di assistenza”. 

Da qui la preoccupazione anche per i profili di “responsabilità penale, professionale e civile” a cui sarebbero esposti gli infermieri impegnati nel reparto, specie nella ipotesi di “un qualche evento negativo” o nel caso di una “eventuale evacuazione per eventi calamitosi”, con un sovraccarico del reparto che va ben “oltre la normale capienza prevista dai criteri di accreditamento” . 

Nel documento il Nursind informa di avere affidato al proprio studio legale l’incarico di tutelare i diritti degli infermieri, perchè  “cessino tali illeciti comportamenti che denotano un ulteriore mancanza di rispetto e considerazione nei confronti del personale infermieristico”. 

Venerdì, 21 gennaio 2022

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