Scogliere artificiali di terracotta nei mari dell'Oristanese per il ripopolamento dei ricci? - LinkOristano
Pesca e ambiente

Scogliere artificiali di terracotta nei mari dell’Oristanese per il ripopolamento dei ricci?

Non solo fermo biologico: in Consiglio regionale una proposta del professor Guido Beltrami

ricci di mare foto d'archivio
Foto d'archivio

Cagliari

Non solo fermo biologico: in Consiglio regionale una proposta del professor Guido Beltrami

La Commissione Attività produttive del Consiglio regionale ha accolto con interesse la proposta di attivare un piano di ripopolamento dei ricci di mare in particolari zone protette come l’Oristanese, Sant’Antioco e Alghero.

Nei giorni scorsi, in vista del blocco triennale alla pesca dei ricci, sono stati ascoltati in audizione i rappresentanti del Consorzio Biotecnomares. La proposta di attivare un piano di ripopolamento è arrivata dal professor Guido Beltrami, che ha anche spiegato le ragioni della ridotta presenza dei ricci nel mare sardo.

“La causa del depauperamento delle acque isolane non è dovuta solo all’azione dell’uomo”, ha detto Beltrami. “I cambiamenti climatici stanno giocando un ruolo decisivo. Per questo il fermo biologico non basta: bisogna pensare a progetti di ripopolamento. Secondo noi sarebbe importante individuare alcuni areali, in zone come Sant’Antioco, Oristano o Alghero, dove sono presenti aree marine protette”.

In queste aree il professor Guido Beltrami suggerisce di “posizionare delle particolari strutture in terracotta, in grado di favorire l’attecchimento delle larve (echinopluteus) e la loro sopravvivenza, soprattutto proteggendola dai predatori come ad esempio la donzella (Coris julis), che con l’aumento della temperatura, essendo animali pecilotermi, hanno aumentato il numero di prede catturate ogni giorno”.

Partendo dalla biologia e dall’etologia della specie, il progetto proposto prevede la creazione di areali dedicati per l’accrescimento e la protezione sia dei giovanili che degli adulti, al fine di ripristinare il naturale equilibrio della specie. Immergendo dei manufatti costruiti ad hoc si potrebbe determinare un arricchimento ed una diversificazione dei popolamenti, con lo sviluppo di catene trofiche stabili. È importante utilizzare, per la costruzione delle barriere artificiali, strutture adeguatamente progettate, sia per l’ambiente che per le risorse che si vogliono proteggere.

All’interno delle barriere dovrebbero essere posizionate zone attrezzate in grado di esercitare un effetto di richiamo sia sulle forme giovanili del riccio (le più predate) sia sulle forme adulte, ed in grado di favorire lo sviluppo di alimento (fouling) facilmente fruibile nelle varie fasi di sviluppo.

“È un progetto”, ha suggerito lo studioso ai consiglieri regionali, “in cui coinvolgere i pescatori per la gestione delle riserve”.

La proposta, come detto, è stata accolta con favore non solo dalla Commissione (presieduta dal sardista Piero Maieli) ma anche dal commissario di Agris, Francesco Baule. Il piano presentato da Beltrami verrà ora approfondito in un tavolo tecnico.

Il fermo biologico per i ricci scatterà sabato 22 gennaio. I ricciai potrebbero però non vedere gli indennizzi prima di diversi mesi e per questo hanno annunciato “manifestazioni eclatanti”.

Nei giorni scorsi anche il consigliere regionale della Lega Andrea Piras e Francesco Agus dei Progressisti hanno chiesto alla Giunta regionale di fare un passo indietro sullo stop. Secondo Piras “il fermo va rinviato in attesa di individuare le risorse per i ristori”. Per Agus, invece, “senza la certezza dei controlli contro l’abusivismo e delle risorse da stanziare per i ristori si rischia di vanificare tutti gli sforzi”.

Giovedì, 20 gennaio 2022

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi commentarlo, accedi al sito o registrati qui sotto. Se, invece, vuoi inviarci un’informazione, una segnalazione, una foto o un video, puoi utilizzare il numero Whatsapp 331 480 0392, o l’indirizzo email redazione@linkoristano.it

Più informazioni
commenta