Oristano
Troppe incertezze sui progetti alternativi alla pesca, mentre sta per scattare il blocco
Lo stop alla pesca del riccio per 3 anni è dietro l’angolo – la data fissata è sabato – ma i ricciai potrebbero non vedere gli indennizzi prima di ottobre e per questo annunciano “manifestazioni eclatanti”.
“Non possiamo stare senza un pezzo di pane per le nostre famiglie”, spiega David Bichi, presidente dell’Unione dei pescatori subacquei professionisti di Oristano. “A causa dei tempi tecnici e burocratici di mamma Regione ci troviamo la chiusura della pesca alle porte e un progetto non ancora definito per la nostra remunerazione o sussidio: non c’è nulla nero su bianco”.
I pescatori avrebbero dovuti essere impiegati in lavori di monitoraggio che avrebbero dovuto compensare il mancato guadagno derivato dalla vendita dei ricci. “Si tratterebbe di duecento pescatori che non possono portare il pane a casa”, denuncia Bichi, “abbiamo famiglia e pagamenti da rispettare”.
Nei giorni scorsi le associazioni di categoria hanno prodotto un documento inviato al presidente Solinas e all’assessora Murgia, chiedendo che la sospensione venga rinviata e subordinata alla pianificazione delle attività di monitoraggio da far svolgere agli operatori.
“Attendiamo una risposta e se non l’avremo siamo pronti a manifestazioni eclatanti”, annuncia Bichi, che insieme ai colleghi ricciai è pronto a portare la propria barca a Cagliari, davanti alla sede dell’assessorato all’Agricoltura.
“I ricciai non sono sfavorevoli alla chiusura”, conclude Bichi, “ma favorevoli se ben gestita. Vorremo ricordare che la proposta era stata avanzata da noi. La legge è stata servita su un piatto d’argento dagli operatori”.
Mercoledì, 19 gennaio 2022
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