Oristano
Il reparto dell’ospedale San Martino rischia di chiudere: mancano i medici
Ha superato in poche ore le quattromila firme e marcia spedita verso quota cinquemila la petizione “Non Chiudiamo Pediatria“, lanciata sulla piattaforma change.org da un gruppo di genitori preoccupati dalle notizie sul futuro del reparto all’ospedale “San Martino” di Oristano.
La massiccia adesione conferma quanto sia sentita la richiesta di garantire un diritto previsto dalla Costituzione anche per i bambini dell’Oristanese.
Insieme alle firme arrivano alcuni commenti di genitori che nel reparto di Pediatria hanno trovato un porto sicuro in passato, anche per i bambini che convivono con il diabete. “Il centro Sardegna non deve perdere la possibilità di curare i bambini in casa propria o a distanza ragionevole”, ha scritto una mamma sulla pagina dedicata di change.org.
“Rivendichiamo il diritto alla salute dei nostri bambini”, dice Giulia Cossu, mamma di un bambino di 6 mesi e promotrice della raccolta firme. “Chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni sul territorio di farsi carico della nostra richiesta a tutti i livelli: regionale e nazionale”.
Da quanto si apprende, tra pochi mesi resteranno nell’organico solo 4 pediatri, a causa dei pensionamenti. È chiaro che con questi numeri la chiusura sarebbe inevitabile: per mandare avanti il reparto sono necessari dagli 8 ai 13 medici. I problemi graveranno anche sulle gestanti, che si troveranno a non avere un punto di riferimento vicino a casa.
“Come genitori e utenti rivendichiamo il diritto alla salute dei nostri neonati, dei nostri bambini e di quelli che verranno”, dice ancora Giulia Cossu. “Chiediamo l’assistenza territoriale, pretendiamo ciò che è un diritto dei nostri figli. Avere un reparto ben strutturato a Oristano permette di salvare delle vite e non sovraccaricare altri reparti nell’isola, già al limite”.
E se Pediatria dovesse chiudere? “Saremmo costretti a rivolgerci alla sanità privata, e non tutti ne avranno la possibilità”, conclude Giulia Cossu, “oppure a fare ogni volta 100 chilometri verso Cagliari, se andrà bene, o anche 250 chilometri nel caso di Olbia, per ottenere assistenza sanitaria.”
Lunedì 10 gennaio 2022
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