Al TourismA di Firenze la Sardegna del Romanico si è presentata al mondo - LinkOristano

Al TourismA di Firenze la Sardegna del Romanico si è presentata al mondo

La Fondazione ospite dello stand allestito dalla Regione con la Carlo Delfino Editore

Generico dicembre 2021
Uno degli eventi di TurismA 2021 a Firenze. Foto dal sito tourisma.it

Firenze

La Fondazione ospite dello stand allestito dalla Regione con la Carlo Delfino Editore

C’era anche la Fondazione Sardegna Isola del Romanico alla settima edizione di TourismA, il Salone internazionale dell’Archeologia e del Turismo culturale che si è tenuto a Firenze dal 17 al 19 dicembre.

La Fondazione è stata ospitata nello stand allestito dalla Regione Sardegna con la collaborazione della Carlo Delfino Editore.

Insieme alla Fondazione Mont’e Prama, l’Unione di Comuni della Trexenta e il Comune di Oniferi, il Romanico sardo è stato presentato per la prima volta al grande pubblico del turismo culturale internazionale, riscuotendo grande successo e stupore, misto a incredulità, nel vedere la carta geografica della Sardegna arricchita da oltre 150 chiese romaniche.

Lo stand è stato visitato anche dall’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa, che ha espresso parole di elogio per la rete di comuni sardi riunitisi nella Fondazione nel Romanico, oramai arrivata a 80 adesioni.

“Il prenuragico, con la sua statuaria megalitica, il nuragico e il periodo medievale dei giudicati, rappresentato dal Romanico, sono i periodi storici in cui i sardi sono stati grandi protagonisti nel Mediterraneo e in Europa”, ha detto il presidente della Fondazione del Romanico, Antonello Figus, “ma mentre dei periodi precedenti rimangono le grandi opere a testimonianza dell’importanza dell’isola nel Mediterraneo, del periodo giudicale abbiamo, oltre ai monumenti, numerosissime fonti manoscritte. Fonti che raccontano la storia dei giudici e dei giudicati, i rapporti di forti relazioni con le famiglie reali e i potentati nel continente europeo, i condaghe, veri libri amministrativi e contabili dei monaci, in cui si annotavano i rapporti col territorio e le altre chiese di loro competenza, i villaggi scomparsi, che testimoniano di una Sardegna che non c’è più, ma che riscopriamo attraverso i nomi che contraddistinguono molte chiese campestri intitolate agli antichi villaggi medievali scomparsi”.

Antonello Figus
Antonello Figus

“Tutto ciò”, conclude Figus, “è emerso durante le diverse interviste rilasciate dal sottoscritto, dall’assessore Gianni Chessa, dal professor Marco Milanese, esperto di archeologia medievale, e dai numerosi visitatori che hanno scoperto il medioevo sardo dei giudicati e l’immenso patrimonio monumentale del Romanico sardo”.

Giovedì, 23 dicembre 2021

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