L'Ats paga i medici ma non li fa lavorare: ambulatori chiusi e gravi disagi - LinkOristano
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L’Ats paga i medici ma non li fa lavorare: ambulatori chiusi e gravi disagi

Impossibile curarsi i denti nelle strutture pubbliche dell'Oristanese: mancano anche i dispositivi di protezione

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Oristano

Impossibile curarsi i denti nelle strutture pubbliche dell’Oristanese: mancano anche i dispositivi di protezione

Da marzo dell’anno scorso, è impossibile ottenere un appuntamento per curare i denti nei poliambulatori distribuiti nei tre distretti della Assl di Oristano. Dall’inizio della pandemia gli ambulatori odontoiatrici sono infatti chiusi. Però vengono pagati regolarmente i dentisti convenzionati che li presidiano,  anche se non effettuano alcuna visita o terapia. 

L’incredibile situazione si trascina da oltre un anno e mezzo nell’indifferenza dei responsabili della sanità locale e regionale, evidentemente per niente preoccupati dello spreco di risorse pubbliche che comporta e, sopratutto,  dei numerosissimi pazienti lasciati in questo lungo e difficile periodo senza le cure odontoiatriche di cui avrebbero bisogno, e che hanno diritto di ricevere dal servizio pubblico. Una situazione aggravata dal fatto che quella di Oristano non è  una situazione isolata, ma comune  a quella di tutti gli ambulatori odontoiatrici pubblici del resto della regione.

A determinare la chiusura degli ambulatori dei dentisti  sarebbe il mancato adeguamento delle strumentazioni e delle forniture alle misure dettate dal Ministero della Salute, che già dall’anno scorso con precise direttive aveva raccomandato l’adozione di dispositivi di protezione individuale  e di particolari strumenti di lavoro,  nei diversi presidi sanitari, compresi gli ambulatori pubblici dell’odontoiatria, per garantire la tutela della salute del personale sanitario  ma anche dei pazienti.

Mascherine, guanti, camici, calzari, di tipo e quantità adeguate, ma anche trapani e frese con particolari caratteristiche tecniche, in sostituzione di quelle in uso fino ad ora. Dotazioni di sicurezza e attrezzature che al momento – nonostante i vari sopralluoghi eseguiti da tecnici e  dirigenti della Assl – non sono stati forniti. Da qui la decisione dei dentisti di incrociare le braccia e di chiudere gli ambulatori al pubblico, ma di recarsi comunque regolarmente al lavoro tutti i giorni  nell’orario richiesto dalla loro convenzione.

Orario che viene ovviamente riconosciuto regolarmente, con retribuzioni che possono arrivare arrivare a  più di 3.000 euro mensili netti, esclusi i trattamenti accessori,  a fronte dell’orario massimo di 38 ore alla settimana.

Da sottolineare che gli stessi professionisti, attraverso comunicazioni formali inviate ai vertici locali e regionali della sanità, periodicamente sollecitano la fornitura dei DPI, degli strumenti di cui hanno bisogno e del materiale di consumo necessario a integrare quello custodito, che nel frattempo è scaduto e non è più utilizzabile.

Al momento sono complessivamente circa una quindicina i dentisti impegnati nei poliambulatori di Oristano (4 professionisti), Samugheo (4) , Ghilarza  (2), Terralba, Mogoro e Ales (4). In questi ultimi ambulatori però qualche visita si riesce ora a prenotare, grazie a qualche specialista disposto a proseguire nell’attività con la vecchia strumentazione, e talvolta anche senza l’ausilio di assistenti. 

Inutile pensare di curare i denti al Poliambulatorio di Bosa, dove da più di un anno l’unico odontoiatra è andato in pensione e non è stato sostituito. Allo stesso modo non sono stati rimpiazzati due dentisti che hanno lasciato il Poliambulatorio di Oristano per raggiunti limiti di età. 

Da ricordare poi che non tutte le  terapie odontoiatriche del servizio publico sono comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) dalla normativa attuale, secondo la quale devono comunque essere assicurate ai pazienti in età evolutiva e a coloro che sono in una situazione di fragilità sociale e sanitaria, cioè a coloro che hanno delle gravi patologie e a chi, per basso reddito o condizione di marginalità sociale, non può accedere alle cure odontoiatriche a pagamento, per gli elevati costi delle strutture private.

Un diritto al momento per niente assicurato a Oristano e in Sardegna, con tutti i riflessi di ordine sociale e sanitario che questa intollerabile situazione comporta.

Venerdì, 17 dicembre 2021

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