La storia delle incursioni barbaresche raccontata a Gonnostramatza - LinkOristano
Studi

La storia delle incursioni barbaresche raccontata a Gonnostramatza

Vent'anni del museo multimediale Turcus e Morus: sabato un convegno

Generico dicembre 2021
Il museo multimediale Turcus e Morus di Gonnostramatza, nell'ex Montegranatico

Gonnostramatza

Vent’anni del museo multimediale Turcus e Morus: sabato un convegno

Il museo multimediale Turcus e Morus di Gonnostramatza celebra i 20 anni di attività con una giornata di approfondimento sulle incursioni barbaresche in Sardegna: appuntamento per sabato 18 dicembre, dalle 9,30, nell’ex Montegranatico in piazza San Michele.

Il programma prevede i saluti della sindaca Maria Agnese Abis e gli interventi dei relatori, prima di una visita al retablo cinquecentesco di Lorenzo Cavaro custodito nella parrocchiale di San Michele Arcangelo.

Alle 11,15 sarà proiettato un video sui 20 anni del museo. Prima della chiusura, intorno alle 13, spazio agli interventi del pubblico. I lavori saranno coordinati da Mauro Dadea.

Il museo di Gonnostramatza raccoglie testimonianze su un millennio di incursioni dei pirati barbareschi in Sardegna e sull’incontro – a tratti pacifico e a tratti cruento – fra il mondo dell’Islam e quello della Cristianità.

Allestito nei suggestivi locali di inizio ‘800, restaurati nel 2000, il museo Turcus e Morus è stato rilanciato nel 2015 grazie a un progetto di riqualificazione multimediale finanziato dalla Regione.

Generico dicembre 2021
Una delle sale del museo di Gonnostramatza

Come spiega il sito turcusemorus.it, il percorso storico e didattico seguito dal museo prende spunto da un’epigrafe murata dietro l’altare della chiesa campestre di San Paolo, nell’ormai scomparso villaggio di Sèrzela, poco distante da Gonnostramatza, che richiama un drammatico fatto storico: la distruzione dell’abitato di Uras, nel 1515, ad opera del famigerato pirata Barbarossa e la fuga della popolazione superstite appunto a Sèrzela.

El 5 de arabili 1515 esti istada isfata sa vila de Uras de manu de turcus e morus e fudi capitanu del morus Barbarossa”, si legge nella pietra.

Partendo da quel sanguinoso episodio, il museo racconta il contesto del Cinquecento sardo, quello delle incursioni barbaresche e dei provvedimenti per dotare il regno di un sistema di difesa statica, le torri costiere di avvistamento.

Il museo multimediale Turcus e Morus è gestito dalla cooperativa Serzela. Da ottobre a maggio visite dal venerdì alla domenica e nei giorni festivi, dalle 9,30 alle 13 e dalle 16 alle 19. È possibile organizzare visite guidate in giorni diversi: basta prenotare via e-mail (info@turcusemorus.it) o con una telefonata (347.5665426).

Martedì, 14 dicembre 2021

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi commentarlo, accedi al sito o registrati qui sotto. Se, invece, vuoi inviarci un’informazione, una segnalazione, una foto o un video, puoi utilizzare il numero Whatsapp 331 480 03 92, o l’indirizzo email redazione@linkoristano.it

Più informazioni
commenta