Vaccini a parenti e amici: anche dalla Cassazione stop all’inchiesta di Oristano - LinkOristano
Emergenza coronavirus

Vaccini a parenti e amici: anche dalla Cassazione stop all’inchiesta di Oristano

Il ricorso della Procura ritenuto inammissibile

Vaccino anticovid
Poliambulatorio di via Michele Pira

Oristano

Il ricorso della Procura ritenuto inammissibile

Anche la Cassazione dà lo stop all’inchiesta della Procura di Oristano sulla somministrazione dei vaccini anti-covid a parenti e amici da parte del personale impiegato nel Poliambulatorio Assl cittadino.

I giudici della Cassazione hanno ritenuto inammissibile – e quindi rigettato – il ricorso della Procura contro  il diniego in appello che seguiva la prima bocciatura da parte del giudice delle indagini preliminari per il non luogo a procedere.

A dare la notizia l’avvocato Simone Prevete, legale con la collega Anna Laura Lutzu della dottoressa Clelia Peddio, tra i responsabili del punto vaccinale che ha operato nei mesi scorsi all’interno del poliambulatorio di via Michele Pira a Oristano, accusata di peculato e abuso in atti d’ufficio. Per lei e per i colleghi Peppinetto Figus, Salvatorangelo Piredda la Procura aveva chiesto la sospensione dai pubblici servizi, respinta nel mese di luglio dalla giudice delle indagini preliminari del tribunale di Oristano, Silvia Palmas.

Nel mese di agosto sul pronunciamento del giudice era arrivata anche la conferma del Tribunale del riesame, che aveva rigettato il primo ricorso presentato dalla Procura.

L’inchiesta era partita lo scorso marzo, in seguito a un esposto. I carabinieri avevano accertato che negli elenchi dei vaccinati erano presenti non solo persone che non appartenevano alle categorie indicate tra quelle con priorità, ma anche nomi di conoscenti e parenti del personale impegnato con l’Assl.

Una quindicina di sanitari erano stati inseriti nel registro degli indagati da parte della Procura della repubblica oristanese.

Durante gli interrogatori da parte dei carabinieri, i referenti della Assl avevano giustificato quelle presenze nei registri con le difficoltà di somministrazione dei vaccini e dunque con l’esigenza di non perdere le preziose dosi di siero anti-covid, che in alcune circostanze sarebbero rimaste inutilizzate per l’assenza dei convocati.

In sostanza per evitare la perdita di fiale, come espressamente richiesto dal Ministero, si era fatto ricorso alle persone conosciute, le più immediate da raggiungere telefonicamente. Giustificazione contestata dalla Procura, la cui inchiesta però si è subito bloccata davanti ai giudici.

Sabato, 27 novembre 2021

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