Buchi nell'organico e programmi in appalto: il declino di RAI Sardegna - LinkOristano
Vertenza

Buchi nell’organico e programmi in appalto: il declino di RAI Sardegna

I sindacati chiedono alla Regione un confronto immediato con Roma

Rai Sardegna

Cagliari

I sindacati chiedono alla Regione un confronto immediato con Roma

“A distanza di mesi dalla precedente denuncia, nulla di concreto è stato fatto: prosegue il lento declino della sede RAI di Cagliari e l’erosione dell’organico che compromette l’operatività della sede. È una situazione non più tollerabile!”.

In un nuovo appello, la Rsu di RAI Sardegna e le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Snater chiedono “l’intervento immediato della Regione per garantire che la convenzione con il Ministero sia anche un’occasione per la creazione di nuova occupazione e per il rilancio della sede di RAI Sardegna”.

Nella nota, i sindacati fotografano la situazione: “Da oltre un anno manca un direttore di sede, le politiche di prepensionamento hanno portato la stessa azienda a dichiarare una carenza di organico di 4 unità su Cagliari e manca da mesi il responsabile della produzione. Questa situazione è destinata ulteriormente a peggiorare nei prossimi mesi con il raggiungimento dei requisiti pensionistici da parte di ulteriore personale della sede”.

Visti gli organici, “l’operatività della sede è da tempo totalmente compromessa e si va avanti solo grazie ai sacrifici e al senso di responsabilità dei lavoratori e delle lavoratrici che sembrano gli unici interessati al futuro della sede regionale della RAI”.

“Tutti noi avevamo gioito per la convenzione firmata con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria, per la ipotesi di crescita dovuta alla produzione di programmi televisivi e radiofonici in lingua sarda”, scrivono le organizzazioni sindacali.

“La convenzione, vista anche l’entità delle risorse, poteva e doveva essere un’opportunità per creare nella nostra isola nuova occupazione con l’assunzione per il tempo in cui questa è vigente di giovani sardi che si sarebbero formati nella principale azienda radiotelevisiva del Paese. Ci chiediamo come sia possibile non aver trovato le risorse per rafforzare strutturalmente la sede, continuando a preferire appalti esterni”.

Il documento contesta “l’indifferenza totale della Regione Sardegna” di fronte “all’indebolimento della nostra sede regionale, nonostante i proclami fatti sul costante monitoraggio da parte del comitato istituito e composto da Governo, Regione sarda e RAI. Questo quadro negativo, esteso tanto al settore tecnico che a quello organizzativo, è rimasto tale nonostante il continuo confronto con i vertici del settore Sedi regionali e la precisa e puntuale denuncia dei sindacati, con la conseguenza che il rischio di arrivare presto ad una paralisi dell’operatività è sempre più concreto”.

“Non è più possibile rimandare ulteriormente il confronto. Da anni denunciamo il depauperamento della Sede regionale”, dice Marianna Stara, segreteria regionale di Uilcom Sardegna. “Il mancato reintegro del personale ci ha portato ad una situazione in cui vi sono delle carenze strutturali persistenti. I lavoratori non possono continuare a coprire le carenze dell’organizzazione. La sede non può rimanere senza un direttore e senza un responsabile della produzione”.

“A tutto questo si aggiungono problemi strutturali della sede di viale Bonaria noti da tempo, mezzi tecnici rotti e mai sostituiti”, ricorda la sindacalista. “Auspichiamo da parte della Regione Sardegna un intervento immediato atto sia a monitorare l’andamento della convenzione (che si nutre quasi esclusivamente di appalti esterni) sia la situazione generale della Sede regionale”.

“Davanti al declino della sede regionale RAI ci aspettiamo risposte precise ed urgenti anche dalla Regione”, aggiunge Thomas Castangia, responsabile settore emittenza di SLC CGIL Sardegna. “La convenzione doveva e poteva rappresentare un’occasione di crescita anche occupazionale e invece viene usata semplicemente per appaltare all’esterno la produzione delle trasmissioni in lingua sarda. I lavoratori e le lavoratrici sia del settore tecnico che amministrativo con sacrificio hanno consentito la continuità operativa della sede ma ora hanno bisogno di risposte legate alle carenze di organico e in generale al futuro del centro di produzione della Sardegna”.

Giovedì, 18 dicembre 2021

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