Stagione del riso col segno più nell'Oristanese, ma preoccupa l'aumento dei costi di produzione - LinkOristano
Agricoltura

Stagione del riso col segno più nell’Oristanese, ma preoccupa l’aumento dei costi di produzione

Cresce la domanda del tondo, i produttori lamentano però l'incremento del prezzo del gasolio 

Raccolta riso ottobre 3
Foto Gianni Meli

Oristano

Cresce la domanda del tondo, i produttori lamentano però l’incremento del prezzo del gasolio 

La campagna del riso sta volgendo al termine, quest’anno  con un po’ di anticipo, dovuto all’andamento climatico degli scorsi mesi: l’annata viene giudicata buona. In provincia sono stati coltivati a riso circa 3.300 ettari.

“Questa è una buona annata, crediamo che la produzione sarà un po’ superiore rispetto al 2020”, afferma Tonino Sanna, presidente della società consortile Op Riso, risicoltore di Siamanna.

“Anche il mercato è abbastanza favorevole”, afferma Gianni Meli che insieme al fratello Alessio coltiva  ben 400 ettari ed è uno dei maggiori produttori con presenza nelle campagne di  Cabras, Oristano, Silì, Zeddiani e Baratili San Pietro.

“La bontà del riso sardo è uno dei nostri punti di forza”, afferma Meli. “Assicuriamo un buon prodotto e il mercato ce lo riconosce”.

“Stando alle recenti quotazioni il riso Indica viene venduto all’incirca a 40 euro al quintale, il Carnaroli a 35, mentre il riso tondo arriva a 45”, spiega ancora Gianni Meli. “I prezzi salgono leggermente  per il riso da seme”.

“Il 25% della produzione della nostra azienda è Selenio”, prosegue Tonino Sanna, “un riso tondo utilizzato per esempio per il sushi. Per la commercializzazione abbiamo contratti con alcune riserie della penisola. In Piemonte e Lombardia hanno difficoltà a coltivare questo riso, in Sardegna invece riusciamo ad avere un buon prodotto. Negli ultimi anni è aumentata la richiesta. La crescita della domanda è però vanificato dall’aumento dei costi di produzione, in particolare penso ai mangimi e al gasolio”.

“Per fortuna la stagione è buona, non è  così negativa come la precedente”, racconta Elisabetta Falchi, dell’Azienda Agricola Falchi di Oristano, già vicepresidente nazionale di Confagricoltura e assessore regionale all’agricoltura.  “C’è una richiesta molto forte di riso Selenio, speriamo traini il mercato. A preoccupare, però, è il rincaro dei prezzi delle materie prime. La Sardegna è sempre più isolata, i trasporti sono un problema”.

Raccolta riso ottobre 2
Foto Gianni Meli

“I primi riscontri dalla raccolta sono positivi”, commenta Felice Passiu dell’azienda di famiglia Riso Passiu, “per un quadro preciso dovremo però aspettare ancora qualche settimana. Posso però dire che è stata une bella boccata d’aria fresca, il riso è cresciuto bene ed è sano. Dopo la pandemia abbiamo ripreso a far conoscere il riso sardo nel mondo, agli chef di importanti ristoranti e alla ristorazione nazionale. Dedichiamo tanto tempo alla ricerca. Puntiamo a far conoscere le cinque varietà di riso che commercializziamo, ma lavoriamo anche a qualche novità”. Riso Passiu ha 150 ettari di proprietà. “”Di questi”, sottolinea Felice Passiu, “ben 130 sono coltivati a riso. Il nostro è un prodotto di nicchia”.

Alle ultime battute la raccolta anche nell’azienda di Corrado Sanna, che in provincia di Oristano coltiva un centinaio di ettari: “Contiamo di terminare entro la metà di novembre”, spiega Sanna. “Alcune varietà Indica non hanno avuto una resa molto alta, ma è andata bene la produzione del Casanova, una varietà molto richiesta per l’esportazione. Nel mio caso, l’80% della produzione dell’azienda va nella penisola, in particolare nelle riserie del Pavese e del Vercellese. Anche noi siamo stati travolti dall’aumento dei costi di produzione, saliti di un terzo rispetto all’anno scorso”.

risaia-ottobre-2021-1
Foto Gianni Meli

Lunedì, 1° novembre 2021

commenta