In pensione quattro dottoresse, al "San Martino" è a rischio anche la Pediatria - LinkOristano
Sanità

In pensione quattro dottoresse, al “San Martino” è a rischio anche la Pediatria

Assieme al reparto potrebbe sparire l'ambulatorio di diabetologia pediatrica: esposto delle famiglie in Procura

Ospedale San Martino Oristano

Oristano

Assieme al reparto potrebbe sparire l’ambulatorio di diabetologia pediatrica: esposto delle famiglie in Procura

Dopo i tagli ad altri servizi ospedalieri, ora al “San Martino” di Oristano è rischio il reparto di Pediatria, dove – tra dicembre e gennaio – lasceranno il lavoro quattro dottoresse. Con l’attuale organico già all’osso – 8 medici rispetto ai 12 necessari – la riduzione ad appena 4 pediatre rischia di essere il colpo definitivo per un reparto essenziale.

Quattro medici non bastano per garantire tutti i servizi del presidio: assistenza ai ricoverati, Punto nascita, assistenza al parto, ambulatorio, pronto soccorso pediatrico, trasferimenti dei piccoli pazienti verso altri ospedali. Ma non basta: i tagli in Pediatria mettono a repentaglio anche la sopravvivenza del Punto nascita della Ginecologia, che non può funzionare senza l’assistenza del pediatra.

La prima ad andare in pensione, già a dicembre, sarà la dottoressa che si occupa dell’ambulatorio di diabetologia pediatrica. Un servizio a cui fanno riferimento circa 130 bambini affetti da diabete, con le loro famiglie. La necessità di trovare un sostituto è stata  già più volte segnalata dall’Aniad, l’Associazione nazionale del diritti atleti diabetici, attraverso il suo responsabile regionale Marcello Grussu. Stanchi di aspettare una soluzione che scongiuri la chiusura del servizio, associazione e familiari hanno affidato a un avvocato l’incarico di ricorrere all’autorità giudiziaria.

“Dopo le numerose segnalazioni e le promesse disattese dall’ex commissario dell’ASSL  Antonio Cossu, insieme ai familiari dei piccoli pazienti abbiamo deciso di affidare a un legale l’incarico di tutelare il diritto alle cure dei nostri piccoli pazienti. Un diritto previsto dalla Costituzione che sarà disatteso fra poche settimane, quando andrà in pensione l’unica dottoressa che si occupa di loro, nel reparto pediatria del San Martino”, spiega Marcello Grussu, responsabile regionale dell’Aniad.

Un’assistenza irrinunciabile, specie per i circa 40 bambini che utilizzano il microinfusore, ma indispensabile anche per i casi di nuova insorgenza che richiedono controlli ravvicinati, e comunque per tutti i bambini affetti da diabete, con necessità di particolari attenzioni, viste le loro difficoltà a gestire al meglio la malattia, rispetto alle possibilità degli adulti.

“Con la chiusura dell’ambulatorio di diabetologia pediatrica”, denuncia Grussu, “i bambini e le loro famiglie sarebbero costretti a rivolgersi agli altri centri funzionanti in Sardegna –  Iglesias, Cagliari, Alghero e Ozieri – con tutti i conseguenti costi e disagi”.

Ultimamente funziona meglio invece l’assistenza prestata agli adulti malati di diabete. Con due medici arrivati da Lanusei e un altro da Cagliari, sono attualmente 8 i diabetologi che operano al terzo piano del Poliambulatorio, con sensibili riduzioni dei tempi di attesa per cure e controlli ai circa 12 mila pazienti affetti da diabete della provincia di Oristano. Per tutti ora è attivo solo il servizio della Assl, dopo che la clinica Madonna del Rimedio ha licenziato l’anno scorso l’unico diabetologo in organico, con circa 1.000 pazienti rimasti da un giorno all’altro senza alcuna assistenza.

Resta per alcune migliaia di pazienti oristanesi il grave problema dei sensori, disponibili in numero insufficiente. “Dei 25 mila pazienti diabetici sardi, sono 9.000 quelli che utilizzano il Freestyle libre: quelli che potranno avere i dispositivi, dopo che la Regione si è impegnata ad acquistarne una nuova fornitura, con un finanziamento di tre milioni di euro e con una gara che però attende ancora di essere pubblicata”, spiega Marcello Grussu. “Gli altri pazienti devono continuare ad accontentarsi della ridottissima dotazione a loro destinata: 16 sensori all’anno al posto dei 52 necessari, uno alla settimana. Per loro, quindi, non resta che acquistarli in proprio o ricorrere alle donazioni di strutture sanitarie di altre regioni”.

Prosegue Grussu: “Ci attendiamo che il recente insediamento della Consulta regionale per la diabetologia consenta di modificare la delibera con cui si stabiliscono le dotazioni di infusori. Ma bisognerà trovare comunque le risorse e avviare le procedure  per i nuovi acquisti”. Insomma, migliaia di diabetici sardi dovranno attendere ancora per molto tempo.

Mercoledì, 27 ottobre 2021

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