Pneumologia, è scontro. Pili: "Nessun pericolo, il reparto non è mai esistito". Lilliu: "A rischio un'eccellenza italiana" - LinkOristano
Sanità

Pneumologia, è scontro. Pili: “Nessun pericolo, il reparto non è mai esistito”. Lilliu: “A rischio un’eccellenza italiana”

L'Associazione ex esposti amianto chiede lo stop dell'assegnazione dei medici al reparto medicina

Medico pneumologo polmone

Oristano

L’Associazione ex esposti amianto chiede lo stop dell’assegnazione dei medici al reparto medicina

E’ polemica sul trasferimento dei medici del servizio pneumologia dell’ospedale San Martino di Oristano al reparto medicina dello stesso ospedale cittadino, che fa temere per l’assistenza erogata a  pazienti con patologie dell’apparato respiratorio, circa duemila nella provincia di Oristano. Il direttore dei presidi ospedalieri dell’Assl oristanese Sergio Pili nega ci sia stata una chiusura e un accorpamento: “Il reparto ospedaliero non è mai esistito”, sostiene Pili. “Il servizio territoriale ex dispensario tubercolosi, trasferito in ospedale nel 2015/16, è stato soppresso con l’atto aziendale dell’Ats del 2017. I quattro specialisti erano privi di assegnazione ad una struttura, con tutta una serie di problemi anche contrattuali”.

“L’assegnazione ad una struttura era un atto dovuto anche a tutela dei medici”. Il direttore dei servizi ospedalieri soprattutto nega “che ci siano pericoli per la continuità del servizio”. Ciò che, invece, appunto,  temono in tanti.

Di fatto il servizio di pneumologia in questi anni ha continuato ad operare all’interno dell’ospedale con una sua autonomia. La stessa Assl, sul proprio sito internet, sino ad oggi lo indica appunto come “Unità Operativa di Pneumologia”  spiegando che si tratta di una “struttura complessa” con sede, appunto, al San Martino. Sullo stesso sito internet è anche reperibile l’apposita carta dei servizi che ne illustra le funzioni e ne spiega il funzionamento.

Ma soprattutto  migliaia di persone sono state visitate e seguite in ospedale dal servizio di pneumologia, che sino ad aprile scorso ha avuto anche un proprio primario, il dottor Giuseppe Oppo.  Ecco perché sale la preoccupazione sul destino di questo servizio, ora che i medici direttamente impegnati nella sua gestione saranno inseriti nel reparto di Medicina.

Di questa preoccupazione si è fatta interprete l’Associazione ex esposti amianto che chiede proprio la revoca del provvedimento col quale è stata disposta dalla dirigenza sanitaria ospedaliera l’assegnazione al reparto medicina del San Martino di Oristano dei quattro medici in forza al Servizio di Pneumologia.

Il presidente dell’Associazione ex esposti amianto, Giampaolo Lilliu, ha inviato una formale istanza di revoca al direttore generale dell’Assl, all’assessore regionale alla sanità e al presidente della Conferenza socio-sanitaria.

“Gli ex esposti amianto della Sardegna sorvegliati sanitari dal 1994, anno di apertura del servizio di pneumologia dell’Asl di Oristano, usufruiscono del reparto in qualità di pazienti a rischio di patologie polmonari correlate alla fibra killer amianto”, scrive Lilliu. “La sorveglianza sanitaria agli ex esposti amianto accreditati presso la struttura dello Spresal della Asl 5 di Oristano viene svolta e regolamentata da un protocollo sanitario regionale fortemente voluto dagli ex esposti a seguito della più importante battaglia di civiltà in materia del diritto alla salute e tutela dell’ambiente e per un lavoro in sicurezza”.

“Il protocollo”, si legge ancora nel documento, “tra le varie visite ed analisi specialistiche prevede la visita periodica degli ex esposti amianto presso il reparto di pneumologia dell’ospedale San Martino di Oristano, che negli anni ha dimostrato alta professionalità dei medici e degli operatori sanitari raggiungendo una eccellenza regionale e nazionale senza eguali”.

“A seguito della pandemia Covid-19 il servizio di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ha avuto un rallentamento, ponendo a dura prova un sistema di prevenzione che ricordiamo interviene in un settore di criticità sanitaria altissimo che interessa una platea di circa 2000 pazienti tra i quali gli ex esposti amianto con patologie polmonari correlate all’amianto. Una patologia che continua a mietere vittime tra gli ex esposti alla fibra killer, ma anche tra coloro che non hanno mai lavorato in settori a rischio amianto: nell’ultimo periodo sono state 6 le vittime ascrivibili a questa categoria”.

“La struttura sanitaria oristanese è stata la prima in Italia a dotarsi nel 1994 del protocollo sanitario destinato alla sorveglianza sanitaria degli ex esposti amianto, in quanto erano presenti fino a quella data due stabilimenti di produzione dei manufatti in amianto”, si legge ancora nella nota firmata da Giampaolo Lilliu. “Nel 1997, anno della prima conferenza nazionale amianto svoltasi a Roma, lo studio e i dati riferiti alla sorveglianza sanitaria dei circa 200 ex esposti amianto promossa dalla Assl oristanese erano stati illustrati dall’allora responsabile del settore, dott. Nurchi, coadiuvato dal dott. Abis, ottenendo il riconoscimento della conferenza governativa non solo per essere la prima in Italia ma per i dati e la ricerca dei contenuti recepita dal governo nazionale e divulgata in tutta Italia”.

“Oggi col provvedimento della direzione sanitaria si cancellano con un semplice atto 27 anni di storia della pneumologia oristanese”.

Da qui la richiesta di annullamento, avanzata dall’Associazione ex esposti amianto , del “procedimento di chiusura della pneumologia di Oristano, garantendo i livelli essenziali di assistenza previsti dal sistema nazionale”.

Domenica, 24 ottobre 2021

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