Premiati a Sennariolo i sei vincitori degli Oscar green di Coldiretti Giovani - LinkOristano
Innovazione in agricoltura

Premiati a Sennariolo i sei vincitori degli Oscar green di Coldiretti Giovani

Arrivati in finale anche i progetti di due agricoltori di Ghilarza e Laconi

Sennariolo - finali regionali Oscar green
Un momento delle premiazioni

Sennariolo

Arrivati in finale anche i progetti di due agricoltori di Ghilarza e Laconi 

Sono sei i giovani agricoltori da Oscar, premiati da Coldiretti Giovani per le idee innovative che stanno arricchendo e rivoluzionando l’agricoltura in Sardegna. Sono stati premiati ieri mattina a Sennariolo, scelto perché tra i comuni più colpiti dal terribile incendio dello scorso luglio, che ha bruciato migliaia di ettari di boschi millenari e danneggiato centinaia di aziende agricole.

Il premio riservato alle aziende agricole under 40, giunto alla sua quindicesima edizione, ha scelto Sennariolo per non dimenticare. Per non scordare le aziende agricole e il disastro ambientale quando ormai i fari si sono spenti ma i danni permangono e sono sempre più pesanti.

Tra i finalisti anche due giovani agricoltori della provincia di Oristano, che hanno mancato il gradino più alto del podio ma si sono fatti notare: Maria Murgia di Ghilarza, che ha trasformato dei terreni abbandonati in un giardino ecosostenibile della biodiversità, e l’azienda agricola A modo nostro di Laconi, che ha traovato una nicchia nei prodotti esotici.

Quest’anno dal cilindro degli Oscar green sono venuti fuori il sarto del vino, oggetti d’arredo nati dai gusci delle mandorle, il pecorino al carciofo Dop, confezioni che evidenziano eventuali difetti dei prodotti anziché nasconderli, e modi e metodi innovativi di produzione sostenibili e di agricoltura sociale.

A contendersi il premio nelle sei categorie sono arrivati in 12, dopo aver superato la selezione di una giuria nazionale e la concorrenza sempre più agguerrita dei colleghi. “Difficile stabilire un vincitore a questi livelli, vista l’alta qualità dei progetti innovativi e sostenibili ormai affermati”, si legge in una nota di Coldiretti.

Nella categoria Campagna Amica, l’Oscar è andato a Nicolò Pistis di Villasor che fa della trasparenza il suo punto di forza. Produce patate che arrivano al consumatore confezionate con una retina di colore nero: a differenza di quella classica che si mimetizza con il prodotto, nascondendo eventuali imperfezioni,  questa fa contrasto e le mette invece in evidenza. Inoltre in etichetta è presente un Qr code che consente di tracciare il prodotto, arrivando a conoscere e vedere il terreno in cui è stata prodotta. L’altro finalista era l’agri-panificio Sa Moddixia di Genuri rappresentato da Mattia Piras, che con la famiglia sta valorizzando le biodiversità della filiera del grano con una lavorazione artigianale slow.

Nella categoria Impresa digitale, ha vinto Samuele Dessì di Assemini, esempio vivente di resilienza e di chi crede in ciò che fa. Partito da zero, oggi ha la maggior azienda per estensione e capacità produttiva di prato verde in Sardegna. Garantisce un servizio a 360 gradi unico, con un prato che ammette anche l’irrigazione con acqua salina. Con lui in finale il primo pecorino al carciofo Dop ideato da Pierluigi Cugusi dell’azienda agricola Monte Istulargiu, grazie al tecnico casaro Bastianino Piredda. Unico nel suo genere, un pecorino a caglio vegetale (cardo), aromatizzato con il cuore del carciofo spinoso che conferisce al prodotto aspetti organolettici e salutistici unici che valorizzano il latte di pecora e il carciofo spinoso DOP.

Marco Canneddu di Mamoiada si è aggiudicato la categoria Sostenibilità e transizione ecologica, riuscendo ad abbinare nella lavorazione delle vigne con pendenze elevate i buoi, per arare rispettando la terra, ed il drone che dall’alto monitora e centellina l’utilizzo dei trattamenti. Se l’è dovuta vedere con Maria Murgia di Ghilarza che ha trasformato in un giardino ecosostenibile della biodiversità terreni abbandonati per la forte pendenza e la struttura terrazzata.

Creatività ha premiato il sarto del vino, Paolo Pitzolu, dell’azienda agricola Arriali di Iglesias, dove mette in pratica le conoscenze acquisite in giro per il mondo dando vita ad un vino unico senza dogmi, combinando differenti vigneti e le migliori tecniche di vinificazione, ritagliate su misura per ogni varietà raccolta della Sardegna. A sfiorare la vittoria di categoria l’azienda agricola A modo nostro che coltiva a Laconi prodotti esotici e salutistici dai nomi impronunciabili ma apprezzatissimi nel mercato che si adattano al nuovo clima sardo.

La categoria Fare rete ha messo in evidenza due giovani di San Sperate, Daniele Murgia e Sara Minnei, che esaltano la loro competenza e creatività attraverso partnership variegate e reti sinergiche riuscendo a trasformare in valore anche gli scarti delle mandorle, come i gusci che diventano eleganti oggetti di arredo grazie ad un designer campano. In finale anche la nuova birra aromatizzata al miele a km 0 ideata da Samuele Usala di Escalaplano e dal mastro birraio Bruno Ghiani di Isili.

Nella categoria Noi per il sociale ha primeggiato l’agricoltura inclusiva. La Diocesi di Sassari con un progetto di inclusione sociale, con la collaborazione dei produttori di Campagna Amica, ha dato vita al Giardino dell’accoglienza, spazio di dialogo dove i prodotti coltivati sono raccolti da chi ne ha bisogno. Al secondo posto si è classificato Alessandro Fancello di Dorgali con la sua azienda sociale in cui è accompagnato dalla coltivazione alla vendita da ragazzi speciali.

“In agricoltura non c’è limite alla creatività e all’inventiva che la stanno trasformando, rendendola più sostenibile e inclusiva”, ha detto il delegato di Coldiretti Giovani Sardegna, Frediano Mura. “Un contributo importante lo stanno dando proprio i giovani che scelgono di fare agricoltura sempre più spesso dopo essersi diplomati, laureati e aver seguito anche dei master. Giovani che non solo crescono di numero (in Sardegna gli under 35 in percentuale rispetto al totale delle aziende agricole sono tra i più numerosi in Italia: l’11 per cento rispetto all’8 per cento della media nazionale) ma lo fanno con progetti aziendali efficaci ed efficienti, che non hanno eguali in Europa, visto che la produzione standard generata per ettaro coltivato dai giovani in Italia è circa il doppio della media europea”.

Sabato, 23 ottobre 2021

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