Arriva il green pass e anche nelle imprese oristanesi c'è incertezza. Qualche lavoratore chiama l'avvocato - LinkOristano
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Arriva il green pass e anche nelle imprese oristanesi c’è incertezza. Qualche lavoratore chiama l’avvocato

Parlano i responsabili di Confcommercio e Confartigianato 

Green pass valido
Controllo del Green Pass

Oristano

Parlano i responsabili di Confcommercio e Confartigianato 

Incertezza, preoccupazione, ma anche consapevolezza. Sono questi anche nell’Oristanese i sentimenti dominanti alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro, raccolti dalle associazioni di categoria dai datori di lavoro dei settori del commercio e dell’artigianato.

“Le imprese sono consapevoli dell’esistenza dell’obbligo”, commenta la direttrice di Confcommercio Oristano, Sara Pintus. “I titolari si sono informati, anche partecipando a webinar, e sono amaramente consapevoli delle sanzioni”.

“C’è apprensione perché la tematica è delicata”, continua la direttrice, rendendo noto che alcuni lavoratori del commercio hanno già annunciato battaglia: “Ritengono di mandare lettere di avvocati”, spiega Sara Pintus, “una situazione che preoccupa gli imprenditori, sebbene stiano agendo secondo legge”.

“Dal punto di vista procedurale, abbiamo ben capito cosa fare”, conclude la direttrice di Confcommercio, “ma c’è preoccupazione”.

Sara Pintus
Sara

“Il termine che calza di più è incertezza”, spiega il segretario generale di Confartigianato Oristano, Marco Franceschi, sottolineando come il comparto dell’artigianato abbracci vari settori nei quali l’applicazione della norma, non è sempre facile: “È più semplice applicarlo nei laboratori, piuttosto che tra gli autotrasportatori”, chiarisce Franceschi, che parla di “inutile appesantimento per le imprese, in attività dove i dipendenti e i fornitori sono pochi, ma sono molti i clienti per i quali non si ha titolo di chiedere il green pass”.

“Si stanno creando paradossi”, spiega meglio il segretario generale di Confartigianato Oristano, “un artigiano che si reca presso un’altra azienda per svolgere la sua attività deve essere sottoposto al controllo. La stessa persona se entra come acquirente-utente non ha l’obbligo del green pass”.

“Questo non aiuta a comprendere la logicità del provvedimento”, seguita Franceschi che definisce il green pass, “uno strumento non particolarmente efficace, se non come strumento di convincimento alla vaccinazione”.

Marco Franceschi Confartigianato
Marco Franceschi

Domani l’obbligo del green pass scatta per 23 milioni di lavoratori italiani: pubblici, privati e autonomi.

Il controllo della certificazione (possibile anche a campione, ogni giorno almeno il 20% del personale) sarà in capo ai datori di lavoro, attraverso la scansione del qr code cui è provvisto ciascun green pass, tramite l’app “Verificac19”.

I datori di lavoro che non dovessero rispettare le norme sui controlli potrebbero incorrere in una sanzione dai 400 ai 1000 euro.

I lavoratori sprovvisti di green pass saranno considerati assenti ingiustificati e non gli verrà accreditato lo stipendio per i giorni di assenza.

Nel caso in cui il lavoratore acceda al luogo di lavoro senza green pass, il datore di lavoro deve effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa prevista, che va da 600 a 1500 euro.

Nelle aziende con più di 15 dipendenti non si potrà sostituire il lavoratore sprovvisto di green pass. Si può invece sostituire in quelle con meno di 15 dipendenti, per un periodo di 10 giorni.

Giovedì, 14 ottobre 2021

 

 

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