Riparte la battaglia di Ordine e sindacati medici contro il direttore degli ospedali oristanesi Sergio Pili - LinkOristano
Sanità

Riparte la battaglia di Ordine e sindacati medici contro il direttore degli ospedali oristanesi Sergio Pili

Contestato anche un provvedimento disciplinare contro un dirigente sindacale che aveva denunciato i problemi dei servizi ospedalieri

Generico ottobre 2021

Oristano

Contestata anche una procedura disciplinare contro un dirigente sindacale che aveva denunciato i problemi dei servizi ospedalieri

Dopo circa due anni di super lavoro da Covid e la continua fuga dei loro colleghi, i pochi medici rimasti al San Martino sono allo stremo. Molti camici bianchi sono vittime di patologie e importati disturbi collegati a carichi di lavoro e turni ormai insostenibili e, come se tutto ciò non bastasse, tra loro c’è ora chi si trova anche ad essere vittima di inaccettabili imposizioni o provvedimenti disciplinari.  

È il quadro denunciato oggi dal presidente dell’Ordine dei medici di Oristano, Antonio Sulis, che ha deciso di rompere un periodo di silenzio durato qualche mese, per muovere pesanti contestazioni all’indirizzo della direzione del San Martino e in particolare al direttore sanitario Sergio Pili, a cui già da tempo l’Ordine attribuisce le principali responsabilità del continuo degrado subito dal principale ospedale della provincia.

Come hanno spiegato oggi anche Salvatore Manca (presidente nazionale Simeu, la società che riunisce i medici dell’emergenza urgenza)  e Sandro Usai (responsabile provinciale della Federazione dei medici di famiglia), a sollevare il livello dello scontro tra Ordine e direzione sanitaria sono arrivati nei giorni scorsi due provvedimenti che hanno la firma di Pili e che darebbero la misura del pesante clima in cui si troverebbero a operare i camici bianchi dell’ospedale, chiamati a fronteggiare le tante emergenze legate al Covid, ma ai quali è vietato lamentarsi perché a loro “è stato anche imposto il bavaglio con il divieto di parlare all’esterno delle inefficienze del servizio, pena il rischio di incorrere in procedimenti disciplinari”.

Com’è accaduto perfino ad un dirigente sindacale, responsabile aziendale del Cimo, Giampiero Sulis, radiologo al San Martino, che per il suo ruolo – è stato ricordato –  ha non solo il diritto ma anche il dovere di denunciare quanto non funziona all’interno dei servizi ospedalieri.

Sulis, noto e stimato professionista e dirigente nazionale del sindacato ospedalieri, sarebbe accusato di avere rivelato attraverso un quotidiano regionale, nello scorso mese di giugno, la carenza di DPI, cioè di dispositivi di protezione individuale, che avrebbe costretto i suoi colleghi del Delogu di Ghilarza a utilizzare le buste della spazzatura al posto dei calzari. 

Un’accusa che Pili e i vertici dell’ATS contestano come falsa e perciò diffamante. Da qui l’avvio del procedimento disciplinare a carico del dirigente sindacale, un provvedimento  considerato “molto grave” dall’Ordine del medici, che ricorda come “da oltre un anno e mezzo, con le sue continue e coraggiose battaglie, Sulis è stato impegnato a far ottenere per i suoi colleghi non solo i necessari dispositivi di protezione, troppo spesso introvabili, ma anche la definizione di percorsi sicuri per operatori e pazienti e la calendarizzazione dei tamponi per medici e personale sanitario”. Da sottolineare che a giudicare il comportamento di Sulis, hanno ricordato all’Ordine, sarà una commissione dove stranamente non siede alcun medico.

 Una vicenda su cui l’Ordine dei medici di Oristano si propone di “arrivare fino in fondo”, con “la richiesta degli atti relativi, se necessario” e l’impegno dell’ufficio legale dell’Ordine al fianco di Sulis. 

Ma il direttore sanitario Sergio Pili è chiamato in causa dall’Ordine dei medici anche per un altro provvedimento, giudicato “inaccettabile e inammissibile”: una nota di servizio destinata alla primaria facente funzioni del Pronto Soccorso, Priscilla Ongetta, con cui si le si dettano alcune disposizioni legate alla gestione dell’emergenze del servizio legata alla carenza dei medici e in particolare all’impiego di specialisti degli altri reparti nei turni del Pronto Soccorso.

“Si tratta di un documento che non tiene conto delle prerogative del responsabile del Pronto Soccorso”, ha spiegato Salvatore Manca.

“La gestione di personale medico in Strutture diverse da quella di appartenenza”, ha ricordato invece il presidente dell’Ordine Sulis, “è in capo alla direzione sanitaria e non può essere demandata”. Da qui la decisione di chiedere l’intervento dell’Assessorato regionale alla Sanità in relazione al provvedimento, ritenuto “di grave scorrettezza” e l’avvio di una procedura interna agli Ordini che valuti la violazione del codice deontologico da parte di Pili. 

Salvatore Manca ha anche ricordato che inspiegabilmente il Pronto Soccorso del San Martino, come gran  parte  degli altri reparti, non abbia da due anni primario e come la stessa Ongetta, con un incarico di direzione a termine, si ritrovi a guidare da qualche giorno un reparto in cui operano i medici in affitto, insieme a quelli strutturati. Con profili di responsabilità anche medico legali non di sua competenza. 

E sempre sull’impiego dei medici in affitto, sono state riproposte dall’Ordine di Oristano le perplessità già manifestate da mesi da tutti gli Ordini dei medici della Sardegna. Sotto accusa “le elevate retribuzioni dei professionisti privi di specializzazione – forniti dalla società privata – ,  pari a circa tre volte  quelle dei loro colleghi dipendenti e con 5 anni di specializzazione; l’allargamento dei tempi di attesa conseguenti al loro arrivo; il loro rifiuto di compilare e inviare telematicamente certificati medici per i lavoratori, come invece disposto per legge”. 

Ma alle nuove contestazioni i dirigenti degli Ordini dei medici hanno aggiunto la preoccupazione per una situazione definita “disastrosa”, e per il futuro dei principali reparti del San Martino. Dalla Pediatria, destinata a veder cancellare a breve l’assistenza per i bambini diabetici o con patologie neurologiche, alla Psichiatria, dove la carenza di personale mette a repentaglio l’incolumità dei pochi addetti. Restano e anzi si aggravano, secondo l’Ordine dei Medici,  anche le criticità di altri e strategici reparti, dall’Ortopedia alla Cardiologia, Medicina, Ginecologia, Neuroriabilitazione, Radiologia, Laboratorio Analisi, Anestesia.  

Mercoledì, 13 ottobre 2021

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