Pesca

Dagli oceani sino agli stagni oristanesi: ecco la minaccia delle “specie aliene”

Noce di mare e granchio blu: i pescatori sempre più in difficoltà. Nuovi appelli anche da Legacoop alla Regione

Una noce di mare

Oristano

Noce di mare e granchio blu: i pescatori sempre più in difficoltà. Nuovi appelli anche da Legacoop alla Regione

Ormai popolano gli stagni dell’Oristanese, dopo essere arrivate dall’oceano Atlantico, due tra le cosiddette specie aliene più invasive al mondo: la noce di mare e il granchio blu. Entrambi sono una minaccia per l’ecosistema e causano pesanti perdite di pescato.

Per quanto riguarda i granchi blu si è riusciti, comunque, ad attivare misure di eradicazione, mentre per quanto riguarda le noci di mare ciò è molto più complicato.

“La Cooperativa Pescatori Sant’Andrea di S’Ena Arrubia”, spiega il responsabile del settore pesca di Legacoop Sardegna Mauro Steri, “ha attivato un percorso di commercializzazione dei granchi blu. Per la noce di mare invece le possibilità di eradicazione sono estremamente minori. I pescatori subiscono gravi danni all’attrezzatura e spesso il pescato è più magro”.

La noce di mare, conosciuta anche con il nome scientifico Mnemiopsis leidyi, è arrivata per la prima volta nell’Oristanese sei anni fa. La prima segnalazione in Sardegna, a S’Ena Arrubia, risale al 2015, durante una campagna di monitoraggio dell’anguilla.

In provincia le noci di mare, che si nutrono anche delle uova dei pesci, sono presenti nello stagno di Santa Giusta, a S’Ena Arrubia, nel territorio di Cabras e in misura minore a Marceddì.

Preoccupa la loro diffusione nello stagno di Santa Giusta: “Da tre-quattro anni sono un grosso problema”, commenta il presidente della Cooperativa Pescatori Santa Giusta Emanuele Cossu, “in particolare in primavera, in estate e in autunno. Rovinano la nostra attrezzatura e ci impediscono di pescare granchi, anguille e sogliole. Al momento non abbiamo percepito nessun ristoro per i danni causati dalle noci di mare”.

“Le noci di mare intasano le reti e ne causano la rottura, inoltre incidono pesantemente sul pescato”, aggiunge Mauro Steri di Legacoop.  “Abbiamo segnalato il problema diverse volte alla Regione. Riteniamo sia necessaria una legge che consenta di ristorare i danni subiti delle imprese del settore pesca. Oggi non c’è un quadro normativo stabile. La nostra posizione è questa, non solo per le noci di mare”.

“C’è il fondo di solidarietà della pesca, previsto dalla legge regionale 3 del 2006”, aggiunge il responsabile del settore pesca di Legacoop Sardegna, “i ristori sono però limitati perché erogati in regime de minimis. Un’impresa infatti non può ricevere più di 30mila euro in tre esercizi, anche se subisce danni molto superiori. Per questa ragione spesso le segnalazioni dei pescatori non portano un effettivo ristoro”.

“Abbiamo collaborato con l’agenzia regionale di settore per offrire sostegno agli operatori, attraverso un finanziamento Feamp, il Fondo europeo per la politica marittima”, conclude Steri, “abbiamo completato attività di informazione sulle noci di mare e sul granchio blu”.

Noci di mare pescate a Santa Giusta

Martedì, 5 ottobre 2021