I primi otto piatti tradizionali oristanesi per dare vita al Registro dei piatti tipici sardi - LinkOristano
Tradizioni culinarie

I primi otto piatti tradizionali oristanesi per dare vita al Registro dei piatti tipici sardi

La proposta di legge dei Riformatori ha trovato il favore dei Comuni di Laconi, Ghilarza, Allai, Asuni, Samugheo, Arborea e Cuglieri

Panada - Cuglieri
Panadas

Cagliari

La proposta di legge dei Riformatori ha trovato il favore dei Comuni di Laconi, Ghilarza, Allai, Asuni, Samugheo, Arborea e Cuglieri

Ci sono anche i ravioli al tartufo di Laconi, quelli di formaggio di Ghilarza, s’ortau di Allai, il gateau artistico di Asuni, sa brente de brebei di Samugheo, la polenta con Tocio e quella con arrosto con lunganega di Arborea, sos bobbois de sirboni a s’assobesa di Assolo e la Panada cuglieritana di Cuglieri nella lista dei primi “piatti tipici ritrovati” per i quali Riformatori sardi hanno chiesto alla Regione una  legge per l’istituzione di un Registro.

La capogruppo Sara Canu e il consigliere regionale Michele Cossa hanno presentato questa mattina la loro proposta,  sottolineando la sua importanza per contribuire a supportarne l’attrattività turistica e salvaguardare l’arte culinaria sarda.

All’incontro di presentazione dei primi 66 piatti (e relative ricette), inviati dai Comuni ai promotori della proposta anche alcuni esperti del settore: Anna Maria Baldino, cuoca e proprietaria del ristorante “Sa Macinera” di Pula, Paolo Trudu, cuoco dell’ alberghiero di Pula, Giuseppe Farris, cuoco del ristorante “Arcadia” di Capoterra, Alessandra Guigoni, antropologa e ricercatrice ISRE.

“In appena 30 giorni dalla richiesta fatta pervenire ai sindaci”, hanno spiegato i due rappresentanti dei Riformatori, “hanno superato quota 66 le testimonianze dei Comuni sulle specialità culinarie appartenenti ai propri territori. Un successo di numeri che nei fatti sostiene il percorso tra i sapori della nostra Isola intrapreso con la proposta di legge che mira a istituire un Registro dei piatti tipici tradizionali per valorizzare, sostenere e salvaguardare l’arte culinaria sarda”.

“Nelle ricette inviate dai primi cittadini di tutta la Sardegna, che continueranno ad affluire nei prossimi mesi, è infatti evidente la volontà di connotare il territorio di appartenenza attraverso quelle specialità gastronomiche che più lo rappresentano e che ne fanno un esempio unico non solo a livello regionale ma ance in termini di attrattività turistica”, hanno proseguito. “Grazie ai piatti tipici pervenuti, la cucina sarda si presenta attraverso mille sfaccettature, con nomi diversi, in limba o parzialmente italianizzati, che riportano a ricette antiche e quasi dimenticate, fino alle rivisitazioni in chiave più moderna”.

“Evidenti sono anche le contaminazioni storiche che a seconda del luogo di provenienza enfatizzano l’utilizzo di spezie, aromi, sapori”, proseguono i promotori della proposta di legge su Registro dei piatti tipici. “Origini, storia e specialità rivivono infatti grazie ai sapori della cucina sarda. Un lavoro, quello di raccolta delle specialità culinarie comunali, che testimonia la varietà della gastronomia dell’Isola, ricca di piatti dai sapori unici, espressione autentica delle eccellenze regionali e di un passato che a seconda dei territori rivive proprio attraverso l’arte culinaria, tramandata nei secoli di famiglia in famiglia, di Comunità in Comunità”.

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La presentazione della proposta di legge

Martedì, 28 settembre 2021

 

 

 

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