I sindaci dell'Oristanese a Cagliari con i comitati spontanei: "Insieme per la sanità negata" - LinkOristano
Sanità

I sindaci dell’Oristanese a Cagliari con i comitati spontanei: “Insieme per la sanità negata”

Venerdì appuntamento a Bonaria e poi in via Roma. Saranno  presenti gli amministratori locali dei Distretti sanitari di Oristano, Ales-Terralba e Ghilarza-Bosa

Le dottoresse Maria Carmela Marras e Gisella Masala, referenti del Comitato salute oristanese
Le dottoresse Maria Carmela Marras e Gisella Masala, referenti del Comitato salute oristanese

Oristano

Venerdì appuntamento a Bonaria e poi in via Roma. Saranno  presenti gli amministratori locali dei Distretti sanitari di Oristano, Ales-Terralba e Ghilarza-Bosa

I sindaci dei comuni dei Distretti sanitari di Oristano, Ales-Terralba e Ghilarza-Bosa manifesteranno a Cagliari venerdì 24 settembre insieme ai comitati per il diritto alla salute per chiedere alla regione risposte concrete alla gravissima situazione sanitaria che da tempo interessa i territori dell’Oristanese .

I primi cittadini  hanno così risposto all’appello lanciato nei giorni scorsi dal Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano che proprio  agli amministratori locali si era rivolo invitandoli ad aderire in blocco alla protesta per la sanità negata.

“Il diritto alla salute deve essere difeso in ogni sede e ad ogni livello”, spiegano in un comunicato i sindaci del Comitato di Distretto sanitario di Oristano, presieduto dal sindaco Andrea Lutzu. “La manifestazione dei Comitati spontanei dei cittadini”, proseguono gli amministratori locali, “dà maggiore forza alle nostre rivendicazioni istituzionali e fa sentire il peso di un disagio sociale che è sempre più grave e pressante. Il 24 settembre sfileremo tutti uniti per chiedere risposte concrete sulla gravissima situazione sanitaria di tutto il territorio del centro Sardegna”.

A Cagliari ci saranno anche i sindaci del Distretto sanitario di Ales-Terralba. “Ci saremo senza dubbio”, dichiara il presidente del Comitato e sindaco di Ales Francesco Mereu, “il distretto di Ales e Terralba sarà presente alla manifestazione. La sanità è di tutti, non deve essere riservata a pochi. Come sindaci rappresentiamo i territori, per questa ragione siamo chiamati a tutelare i cittadini”.

Francesco Mereu - Sindaco Ales
Francesco Mereu

Manifesteranno a Cagliari con una loro delegazione anche i sindaci del Distretto Sanitario di Ghilarza-Bosa. A guidarli sarà il presidente e sindaco di Ghilarza Stefano Licheri, insieme al vicepresidente e  sindaco di Busachi Gianni Orrù. ” Ma con noi, altri comuni saranno rappresentati dai loro sindaci” assicura Licheri.

Intanto mercoledì prossimo i rappresentanti dei tre distretti sanitari incontreranno il nuovo commissario della Assl di Oristano, Giorgio Steri. L’incontro segue la riunione di due settimane fa che a Cagliari a cui avevano partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu e il commissario dell’Ats Massimo Temussi e servirà per capire quali soluzioni si pensano di adottare per i gravi problemi da tempo segnalati dai sindaci : il ridimensionamento dei presidi sanitari territoriali, la carenza dei medici di base e pediatri,  la grave situazione dei tre presidi ospedalieri della provincia, le lunghe liste d’attesa della medicina specialistica.

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Stefano Licheri

Da ricordare che venerdì prossimo nel capoluogo regionale si incontreranno gli aderenti dei tanti comitati e associazioni che da tempo si battono per il funzionamento dei servizi sanitari dei rispettivi territori di provenienza. L’incontro è previsto alle 9 davanti alla basilica Nostra Signora di Bonaria. I manifestanti si sposteranno quindi a piedi lungo via Roma. È poi in programma una sosta di fronte al palazzo del Consiglio regionale. Chi sarà impossibilitato a raggiungere a piedi la chiesa di Bonaria potrà recarsi a partire dalle 9.30 direttamente in via Roma. L’iniziativa è stata promossa inizialmente dal comitato Sos Barbagia Mandrolisai, che a Cagliari animerà una marcia in partenza alle 9 dai  parcheggi del vecchio stadio Sant’Elia verso Bonaria e poi verso via Roma.

Le numerose adesioni arrivate nelle scorse settimane hanno però contribuito a dare una valenza  regionale alla manifestazione.  Oltre al Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano, a Cagliari ci saranno altri comitati e associazioni, tra i quali il gruppo Emergenza pediatra Bosa, il Comitato per la sanità del Marghine, l’associazione Ex esposti amianto della Sardegna, il Siulp, Belle Donne, il Comitato Madiba coscienza civile, l’Associazione nazionale persone autistiche e l’Unione sindacale di base.

Rete Sarda per la difesa della Sanità Pubblica. A Cagliari ci saranno anche i circa dieci comitati che aderiscono alla Rete sarda per la difesa della sanità pubblica, che nei giorni scorsi si sono ritrovati a Bauladu. Questo il documento diffuso dalla portavoce Claudia Zuncheddu

“Il 24 settembre la Rete sarda per la difesa della sanità pubblica torna in piazza con comitati e associazioni provenienti da tutta l’Isola. Lo smantellamento del sistema sanitario pubblico da tempo in corso, priva le nostre collettività dell’accesso alle cure”.

“Già nel 2019”, prosegue Zuncheddu, “il 14,5% dei sardi rinunciava a curarsi per difficoltà economiche, contro il 5,6% dei toscani. L’aspettativa di vita dei sardi si è ridotta ulteriormente di oltre 9 mesi in tempi di Covid. In 304 comuni su 377, i decessi superano le nascite. Se in Italia i morti no-Covid nel 2020 sono 25.000 in più rispetto al 2019, i dati sulla mortalità in Sardegna sono ancora più pesanti”.

“A preoccupare medici ed epidemiologi non sono solo i 1.500 morti di Covid”, scrive ancora la portavoce della Rete sarda, “ma il bilancio non ancora pervenuto sulla salute dei malati cronici che non hanno avuto accesso ai reparti, alle terapie, alle visite specialistiche, alle Tac, alle Rmn, ai controlli endoscopici, e di chi in quest’anno e mezzo ha contratto malattie spesso letali e non diagnosticate per l’inacessibilità alla prevenzione”.

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Claudia Zuncheddu

“Il crac del sistema sanitario pubblico è frutto dei tagli indiscriminati agli ospedali dei sardi”, sottolinea Claudia Zuncheddu, “ai servizi territoriali e al personale sanitario in nome del risparmio, dell’aziendalizzazione della Sanità e del profitto. Lo smantellamento degli ospedali non si limita ai territori. La chiusura di grandi ospedali di Cagliari ha paralizzato anche le attività degli ospedali sopravvissuti, per il sovraccarico di servizi. Con la centralizzazione dei poteri in materia di politiche sanitarie, voluta da governo e Regione, i territori sono sempre meno ascoltati e privi di ruolo. Le decisioni si giocano tra direttori generali e assessori: nomine squisitamente politiche che rispondono ai partiti”.

“La Rete sarda”, evidenzia la portavoce, “propone nuove strategie: il monitoraggio e il rilancio del sistema sanitario pubblico in tutti i territori; l’organizzazione di nuovi modelli di medicina territoriale, indispensabile per il riequilibrio di tutti gli ospedali; un piano di emergenza per dotare le comunità di medici di base e di guardie mediche; l’alleggerimento del carico burocratico che grava sui medici di base; agevolazioni che incoraggino i medici in prepensionamento ad assumere ruoli di tutor nei reparti pubblici per la formazione dei nuovi specializzandi e per elevare la qualità dell’assistenza sanitaria; il superamento dell’imbuto formativo e la valorizzazione degli specializzandi; l’abolizione del numero chiuso a Medicina, con il libero accesso per tutti gli studenti, oltre che un diritto inalienabile, in Sardegna è ancor più una necessità”.

“Ribadiamo che nessun finanziamento dalle casse sarde deve essere destinato alla sanità privata”, conclude Claudia Zuncheddu, “così come sta avvenendo con il Mater Olbia e con le multinazionali della sanità che continuano ad acquisire le strutture private convenzionate. Su questi punti invitiamo tutti i sardi alla mobilitazione e tutte le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità per restituirci il diritto alla salute”.

Lunedì, 20 settembre 2021

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