"Carcere invivibile": detenuti di Massama pronti allo sciopero della fame e della sete - LinkOristano
Protesta

“Carcere invivibile”: detenuti di Massama pronti allo sciopero della fame e della sete

In 160 hanno firmato un appello al presidente Mattarella e al ministro Cartabia

Oristano - Carcere Massama

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In 160 hanno firmato un appello al presidente Mattarella e al ministro Cartabia

Minacciano una serie di proteste pacifiche che potrebbero culminare con lo sciopero della fame e della sete 160 detenuti rinchiusi nel carcere di Massama, istituto che prevede il regime di alta sorveglianza. I detenuti lamentano le difficili condizioni in cui devono vivere all’interno del carcere che ospita oltre 250 ristretti, 80 dei quali condannati all’ergastolo. Chiedono, quindi, una serie di interventi, rivolgendosi con una una lunga lettera–appello, tra gli altri al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al ministro della giustizia Marta Cartabia, oltre che ai vertici del sistema penitenziario italiano, alle autorità di sorveglianza competenti e ad alcune associazioni di volontario.

“Più volte”, scrivono i 160 detenuti che hanno firmato il documento con nome, cognome e data di nascita, “abbiamo cercato di dialogare con la direzione dell’istituto in modo cordiale e, con altrettanta cordialità, siamo stati trattati, ma i problemi che abbiamo esposto sono sempre rimasti tali ad eccezione di qualche piccolo accorgimento. Ora siamo stanchi di subire ingiustamente restrizioni e privazioni di ogni tipo. Chiediamo solo di vivere i giorni o anni che siano in modo dignitoso e con il rispetto della persona”.

Nella lunga lettera i 160 detenuti elencano numerosi problemi da loro lamentati. Ricordano di essere ospitati 20 ore su 24 in celle dove trovano posto tre persone, quando ne dovrebbero ospitare al massimo due e ciò comporta il montaggio di letti a castello. In numerose celle, scrivono, ci sono inflitrazioni d’acqua dal soffitto e si è costretti a utilizzare i secchi per evitare gli allagamenti, mentre si teme per il rischio di corto circuito nelle lampade sulla volta. I citofoni per chiamare le guardie non funzionano più e così lavatrici e asciugatori, si legge ancora nella lettera-appello dove si racconta che le temperature nelle celle durante l’estate hanno raggiunto i 50 gradi e vi è stata l’impossibilità di acquistare un ventilatore. Proteste anche per le limitazioni nell’acquisto dei generi alimentari dall’esterno e i prezzi molto elevati nell’acquisto all’interno. Problemi poi sono indicati a causa di le altre limitazioni legate a varie attività, quali l’istruzione, la cura della persona, le attività lavorative.

Da qui la decisione di protestare. L’agitazione dovrebbe scattare il prossimo 10 novembre, se nel frattempo all’interno dell’istituto penitenziario di Massama non saranno attuati i cambiamenti richiesti. I 160 detenuti hanno spiegato che cominceranno rifiutandosi di andare a passeggio per cinque giorni. Poi ogni cinque giorni metteranno in atto un’altra protesta, sempre più dura, sino allo sciopero della fame e della sete.

Giovedì, 16 settembre 2021

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