L'emergenza incendi in consiglio regionale: la cronaca del dibattito di stamane - LinkOristano
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L’emergenza incendi in consiglio regionale: la cronaca del dibattito di stamane

Tutti gli interventi

Cagliari - Via Roma - Porto - Consiglio regionale

Cagliari

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Il dibattito sull’emergenza incendi ha animato la seduta mattutina del Consiglio regionale. In aula si è parlato del grande incendio che ha colpito l’Oristanese, in particolare il Montiferru e la Planargia, ma anche dei roghi che hanno interessato il Nuorese.

Di seguito il resoconto della discussione in aula:

L’ordine del giorno è stato deciso all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo in base all’art.120 del regolamento. Il presidente del Consiglio Michele Pais ha espresso a nome del Consiglio vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite assicurando un sollecito intervento da parte del Consiglio e della Regione, e ringraziato uomini e donne dell’antincendio che con spirito eroico hanno evitato che il disastro assumesse dimensioni molto più gravi. Infine, ha annunciato una relazione dell’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis e la presenza del presidente della Regione Christian Solinas.

Sull’ordine dei lavori, alcuni consiglieri regionali (Ciusa e Manca-M5S) hanno chiesto di iniziare il dibattito in concomitanza con la presenza del presidente della Regione. Altri (Mula-Psd’Az, Cocco-Leu) hanno sostenuto la necessità di proseguire con i lavori.

Il presidente Pais dopo aver dato la notizia di un vertice fra il presidente Christian Solinas e il responsabile nazionale della Protezione Civile Fabrizio Curcio, appena arrivato in Sardegna, ha assicurato che il presidente della Regione sarà in Consiglio appena possibile e, nel frattempo, ha dato la parola all’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis per la sua relazione.

Lampis, dopo aver comunicato all’Assemblea che purtroppo la fase di emergenza non è ancora conclusa, ha manifestato a nome della Regione i più sinceri sentimenti di solidarietà alle comunità colpite da un disastro terribile, un disastro per il quale una stima dei danni ancora non c’è e forse non sarà mai possibile calcolare i danni ambientali, inestimabili secondo il comune sentire dei sardi.

Subito dopo l’esponente della Giunta ha ripercorso sinteticamente la fasi del disastro ambientale, dal 22 luglio con l’avviso di condizioni meteo avverse con temperature superiori ai 40 gradi, al 23 con l’avviso di pericolo estremo esteso ai giorni successivi del 24 e 25 con incendi in tanti Comuni, che hanno impegnato allo stremo tutto il sistema di Protezione civile terrestre ed aereo, col rinforzo di 2 Canadair provenienti da Francia e Grecia. Il fronte del fuoco, ha aggiunto Lampis, ha interessato molti Comuni, da Bonarcado a Santu Lussurgiu, da Cuglieri a Sennariolo, a Tresnuraghes e molti altri, e nonostante il tempestivo intervento (la prima segnalazione è arrivata alle 17.51 ed il decollo del primo elicottero è stato alle 17.55), si è rivelato purtroppo ingovernabile: luoghi inaccessibili con temperature proibitive per i soccorsi, avanzamenti improvvisi del fronte causati dal vento con repentini cambi di direzione.
Fin dall’inizio, ha poi ricordato l’assessore, la priorità è stata quella di salvare la vita delle persone, e per questo va detto grazie ai Sindaci che hanno fatto i piani di protezione civile che hanno consentito evacuazioni in sicurezza; rispetto al passato molto è cambiato e l’immediata dichiarazione di emergenza decretata dalla Giunta consentirà l’adozione di procedure accelerate, utilizzando la positiva esperienza di Bitti, un modello organizzativo e gestionale grazie al quale i primi ristori sono arrivati entro sei mesi, replicheremo e miglioreremo il sistema per semplificare ancora e snellire la burocrazia, garantendo adeguati con processi partecipativi.

Lavoreremo anche, ha assicurato l’assessore dell’Ambiente, per potenziare la copertura aerea contro gli incendi: per il momento abbiamo ottenuto che la flotta resterà in Sardegna per operare in tutte le fasi della bonifica perché, con le sole forze di terra, queste attività avrebbero richiesto non meno di un mese. Come esecutivo, ha concluso, abbiamo assunto impegni precisi con i Comuni e le categorie produttive e li manterremo.

Successivamente il presidente ha dato la parola al consigliere Diego Loi (Progressisti), anche nella sua veste di sindaco di Santu Lussurgiu. “Disperazione e svuotamento”, ha iniziato Loi, “ci hanno investito in modo fortissimo, in poco tempo il fuoco ha portato via tutto il nostro patrimonio ed anche quello ambientale come fattore di futuro e sviluppo, a cominciare dal parco di Montiferru. Abbiamo subito una perdita enorme per il territorio e per tutta la Sardegna, ha proseguito il consigliere, perché il fuoco ci ha bruciato l’anima e solo ora è sotto controllo ma ogni cambio di direzione del vento spaventa tutti, ed il rumore degli elicotteri e degli aerei si è insediato nella mente e nella vita delle persone”.

“Ora prevale un sentimento di disperazione”, ha osservato Loi, “però dobbiamo anche essere capaci di tirar fuori energie senza perdere un minuto per rendere il territorio ancora più forte: agendo immediatamente con lo stato di emergenza, non solo per le risorse ma per tracciare una nuova strategia per il nostro ambiente, un tavolo di lavoro per la ricostruzione con istituzioni ed amministrazioni locali, per restituire alle comunità quello che hanno perduto trasmettendo il messaggio che siamo tutti legati l’uno all’altro, e dare valore alla grande umanità che la tragedia ha fatto emergere”.

“La cosa importante”, ha proseguito Loi, “è che questa tragedia non sia vana ma un monito per le istituzioni in modo che non accada più, che il Consiglio lavori subito per una nuova modalità di intervento per la protezione civile, perché la Sardegna merita una protezione aerea diversa a prescindere dalla distanza dalla penisola. Mi sento anche di chiedere scusa”, ha detto infine, “alle persone colpite che hanno perso qualcosa ed il futuro di una prospettiva basata su ambiente, paesaggio e vocazioni locali, auspicando che il Montiferru recuperi al più resto la sua grande bellezza”.

Per il Psd’Az il consigliere Stefano Schirru ha affermato che intervenire è doloroso mentre la Sardegna e i delinquenti sono a piede libero, con immagini che trasmettono una infinita tristezza e nello stesso tempo aprono ad una riflessione libera da ruoli maggioranza ed opposizione, sul perché sia stata possibile una tragedia del genere e sulle iniziative da adottare: dall’inasprimento delle pene alle misure normative per vietare i contributi pubblici sui terreni percorsi dal fuoco, proposta che può apparire provocatoria ma è certo che, di fronte alla micidiale speculazione contro la nostra unica ricchezza (la bellezza di un territorio celebrato del mondo) servono durezza implacabile e certezza della pena. Ma la chiave di tutto, ha continuato Schirru, resta la cultura, proponendo ai giovanissimi un concetto di ambiente come valore ricchezza e fortuna, futuro, tradizione, ed introducendo, ad esempio, una “giornata del bosco”, segno di una cultura pubblica di prevenzione e lungimiranza, La Sardegna, grande come superficie ma spopolata, deve essere secondo il consigliere sardista un territorio controllato dal tessuto pubblico, perché quando il fuoco parte bloccarlo è difficilissimo soprattutto con mezzi che spesso arrivano da lontano; quest’ultimo aspetto riporta di attualità il tema di una flotta regionale attrezzata e moderna per le emergenze, che magari costa molto ma sono comunque soldi ben spesi di fronte a danno incalcolabile, e quello di una nuova tecnologia ambientale fondata sull’utilizzo dei satelliti. Prevenzione e rispetto del territorio ci salveranno, ha concluso Schirru, ma nel passato abbiamo trascorso molti anni a dire le stesse cose.

Dopo Schirru ha preso la parola Daniele Cocco (LeU), che ha espresso solidarietà alle popolazioni, “alle quali non serve però una solidarietà fine a se stessa ma risposte straordinarie e concrete. Da anni Forestas non assume e l’età media dei dipendenti del Corpo Forestale sardo è altissima. Cosa aspettiamo a fare concorsi? Non è possibile che ad agosto tutte le associazioni dell’antincendio non abbiano ancora gli automezzi per operare”. Per l’oratore “bisogna mettere delle taglie contro i miserabili che bruciano e lo dico pur appartenendo a una forza politica che ha sempre rigettato queste pratiche. Ma non è accettabile che questa gente la faccia sempre franca, perché questo è quello che sta accadendo. Non è un ordine del giorno che ci serve ma un dispositivo di legge che preveda risorse straordinarie”.

Per Antonio Satta (Riformatori) “sono passati più di 60 anni dall’incendio di Buddusò nel quale perse la vita mio zio ed è lunga la lista degli incendi che io ricordo che hanno fatto enormi danni e tante vittime. In Sardegna il fuoco è diventato strumento di morte invece che di civiltà: nel Montiferru sono morti ventimila ettari di vita. Dovremo vigilare su quanto accaduto e su chi voglia approfittare di questa situazione per arricchirsi. Spetta la Consiglio proteggere il popolo sardo con iniziative a tutela di questi territori e con ristori adeguati alle necessità. È del futuro che dobbiamo preoccuparci”.

A seguire Salvatore Corrias (Pd) ha ricordato che “la responsabilità è di tutta la classe politica e di tutta la società sarda nel momento in cui non attiva processi di autocoscienza e non li traduce in azioni e in dispositivi di legge. Non avrei aspettato ad aprile come Giunta regionale per mettere in campo alcune azioni perché, alla fine, si tratta della cronaca di un disastro annunciato. La domanda è: perché quest’isola che era verde è diventata ed è ancora il pagliaio del Mediterraneo? Vi è mancata la prevenzione perché sono mancati processi di educazione ambientale. È mancato il sostegno alla protezione civile e ai barracelli, dei quali non possiamo fare a meno”.

Per la maggioranza ha preso la parola Emanuele Cera, che ha espresso solidarietà al collega sindaco Diego Loi e a tutti i sindaci colpiti. “Da sindaco”, ha detto in aula l’esponente di Forza Italia, “ho affrontato eventi calamitosi, so cosa si prova, so cosa produce nell’animo di chi è coinvolto e, soprattutto, di chi ha responsabilità istituzionali, pertanto mi sento di esprimere vicinanza e solidarietà al collega sindaco Diego Loi, ai sindaci dei territori coinvolti, ma esprimere sincero apprezzamento anche a chi ha coordinato le operazioni di spegnimento, in modo particolare all’assessore Lampis, alla Protezione Civile regionale, a tutte le forze messe in campo, sia coloro i quali agiscono professionalmente, sia a coloro i quali si sono prodigati in termini di assoluta solidarietà e di vicinanza ai comuni coinvolti”.

“Oggi”, ha proseguito l’ex sindaco di San Nicolò d’Arcidano, “se vogliamo che la seduta non si consumi come un rito, come qualcosa che deve esser fatto per dare all’esterno la percezione che la politica non è aliena rispetto a quello che avviene fuori dalle quattro mura del palazzo, dobbiamo guardarci negli occhi gli uni con gli altri e chiederci se abbiamo il coraggio di combattere questa battaglia fino in fondo, da uomini e donne prima che da persone impegnate in politica, perché quando le fiamme circondano i centri abitati, divorano ettari di vegetazione, uccidono, mettono in fuga decine e centinaia di persone c’è poco spazio per le dispute e le contrapposizioni quotidiane, è il momento del coraggio, di fare un giuramento alla nostra terra, che noi andremo a combattere questa battaglia”.

“La seduta del Consiglio odierna”, ha detto ancora Emanuele Cera, “ci deve vedere protagonisti assoluti in uno scenario, come quello del Montiferru, di dimensioni catastrofiche, mai visto prima, si parla di oltre 20.000 ettari andati in fumo e intere comunità messe in ginocchio da un terribile e vecchio nemico, che non è in questo caso un nemico esterno, un governo patrigno o una pandemia imprevedibile che viene da lontano, qui il nemico è interno, lo conosciamo bene, sia nei casi degli incendi dolosi che in quelli colposi, perché delle due l’una, o è un’azione criminale o una disattenzione che produce gli stessi effetti di un’azione criminale”.

“Anzitutto dobbiamo pensare all’emergenza”, ha continuato l’esponente della maggioranza, “perché ci sono i cittadini che hanno perso tutto, e bene ha fatto la Giunta regionale ad attivarsi da subito. Siamo stati ieri nei luoghi del disastro, abbiamo ascoltato la voce e la disperazione di alcuni primi cittadini e già anticipato ai nostri rappresentanti al Governo quella che sarà la nostra posizione. Occorre completare lo spegnimento, come ha precisato l’assessore Lampis, e iniziare, direi anche immediatamente, le bonifiche e recuperare con estrema urgenza e smaltire gli animali morti, curare i feriti, sostenere celermente i sindaci, le amministrazioni locali, le famiglie e le imprese coinvolte, in modo particolare quelle dell’allevamento e dell’agricoltura, bloccare i pagamenti delle tasse, promuovere da subito un Piano di ripristino del patrimonio ambientale, attivare misure di prevenzione stabili, capillari ed efficaci, perché quelle attuali, signori, non sono sufficienti, proprio in relazione, lo ha detto il sindaco collega di Santu Lussurgiu, proprio in relazione alla pressoché assenza della vegetazione, che rende quei centri urbani e quei territori ancora più fragili sotto il profilo del rischio idrogeologico”.

“Occorre, allora”, ha evidenziato Cera, “chiedere allo Stato di adottare misure analoghe a quelle previste in occasione di altre situazioni calamitose e adottare nel nostro assestamento una serie di interventi di aiuto regionale, come è avvenuto in occasione delle alluvioni o di precedenti incendi. Ma il nostro compito non si completa qui, non può essere una presa di coscienza che si risveglia al prossimo rogo, chi viene da quei territori, da quella provincia oggi ha voglia di riscatto, di rivincita, vorrebbe con forza che si continuasse a parlare del casizolu di Santu Lussurgiu, del bue rosso del Montiferru, dell’olio di Cuglieri, eccellenze che caratterizzano quel territorio e che purtroppo non lo caratterizzeranno più per i prossimi anni”.

“Voglio, o vorrei, che nessun sardo debba soffrire come stiamo soffrendo noi, con le nostre famiglie, con le imprese in ginocchio, con i nostri figli che dalla finestra vedono il fumo nel cielo del loro futuro. La battaglia”, ha concluso l’esponente di Forza Italia, “sarà lunga e investe anche altri aspetti, come quelli legati alla difesa dell’ambiente, alla cultura della legalità, al sentirsi parte di un destino comune, perché la Sardegna non è quella di chi mette fuoco alla propria terra, è quella della paradura, dell’aiuto reciproco, della solidarietà di tutti, riconosciuta a tutti i livelli, del sostegno di chi perde il proprio gregge. Ecco, cerchiamo di tradurre, anche nella nostra azione politica, culturale e sociale, i valori più alti di una tradizione millenaria e di una civiltà antica come la nostra; uniti possiamo farcela”.

Ha poi preso la parola Li Gioi (M5S), che ha parlato chiaramente di “tempo scaduto: solo se facciamo diventare straordinaria questa giornata daremo un senso a tutto quello che è successo”.

Per la collega Mele (Lega) “grazie a Dio non sono state perse vite umane ma la devastazione è tremenda perché è stata colpita nel cuore l’identità della Sardegna. Io sono testimone oculare di tutto questo e ci spetta ora mettere in piedi una profonda strategia antincendio, fatta di prevenzione e di messa in sicurezza dei costoni, di pulizia delle cunette e di assistenza ai mezzi antincendio che non devono essere costretti ad andare a Ciampino per fare rifornimento. Ci attende una nuova stagione di riprogettazione e di ripensamento sul tema dell’antincendio”.

Dai banchi dei Progressisti Laura Caddeo si è rivolta all’assessore Lampis e ha detto: “Non mi unisco al coro dei complimenti ma mi sarei aspettata una relazione più tecnica e più specifica. Sento il bisogno di capire se tutti gli strumenti che abbiamo per rilevare gli incendi siano sufficienti. E penso che è urgentissimo convocare tutte le commissioni in sede permanente e affrontare il problema. Certo che è giusto fare educazione ambientale nelle scuole: fin dall’infanzia se ne portano avanti negli istituti sardi”.

Per Pietro Moro (Misto) “abbiamo visto un enorme dispendio di forze per affrontare questo incendio e tutti i soccorritori vanno ringraziati insieme ai paesi che hanno mandato i loro canadair. Ma il problema che poco a oggi è stato fatto per prevenire e dobbiamo impegnarci come consiglieri perché tutto questo non accada più. Il territorio va presidiato, affidando il presidio agli agricoltori e agli allevatori”.

La consigliera Desirè Manca (M5S) ha stigmatizzato l’assenza del presidente della Regione e in più occasioni si è rivolta allo scranno riservato in Aula al presidente Solinas con la frase “cara sedia vuota del presidente Solinas”. L’esponente della minoranza ha definito gli incendi che hanno devastato il Montiferru e Planargia ‘un disastro annunciato’ ed ha fatto riferimento alla nota del cosiddetto ‘Comitato spontaneo Montiferru’ che già dal 7 giugno scorso denunciavo il rischio roghi a causa delle mancate opere di manutenzione e bonifica del bosco e del territorio. “Tutti sapevamo”, ha tuonato la consigliera 5 Stelle, “ma nessuno ha fatto niente per impedire che il dramma si consumasse”. Manca ha quindi insistito sulla necessità di un’efficace campagna di prevenzione e ha polemizzato con quanti ‘si complimentano perché non c’è scappato il morto’. “Non c’è niente di cui felicitarsi”, ha attaccato la consigliera, “e le popolazioni colpite dalla devastazione delle fiamme non mangiano con la solidarietà che dichiarate”.

Da qui l’invito perché si destinino immediatamente adeguate risorse per la ricostruzione e per far fronte ai danni immani provocati dai roghi. Nella parte conclusiva del suo intervanto una serie di ulteriori sottolineature critiche rivolte al presidente della Regione: ha destituito il comandate della Forestale ma non l’ha sostituito e i responsabili provinciali “sono scaduti” ma non è stato fatto il bando.

Più pacato l’intervento del consigliere Alfonso Marras (Psd’Az), che ha da subito mostrato vicinanza al sindaco di Santu Lussurgiu e consigliere regionale dei Progressisti, Diego Loi. L’esponente della maggioranza ha auspicato ‘unità e condivisione di intenti per dare le risposte alle nostre popolazioni che attendono interventi e misure urgenti’. “L’incendio è stato una tragedia immane”, ha affermato Marras, “ma è stato un evento inaspettato e di una gravità imprevedibile”. Il consigliere regionale bosano ha quindi ringraziato la macchina dell’anticendio, la protezione civile, i volontari e rivolgendosi al Montiferru e alla Planargia ha detto: “Non serve la rassegnazione, serve ripartire”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Nico Mundula (FDI) che ha definito ‘eroico’ l’intervento degli uomini dell’antincendio e nel ricordare gli altri giorni drammatici della lotta il fuoco in Sardegna, ad incominciare da Curraggia, ha auspicato ‘un’analisi e un confronto approfondito con l’obiettivo di ricercare le migliori soluzioni’. “Non serve cercare eventuali responsabili politici”, ha dichiarato l’esponente della maggioranza, “quanto riflettere sulle soluzioni più utili e la passo con i tempi per fare fronte a queste calamità”.

Mundula ha quindi fatto riferimento alla necessità di favorire il turnover dei forestali ed a implementare le dotazioni dei mezzi aerei. In conclusione il monito al governo di Roma: “Non basta l’impegno economico, chiediamo un impegno per le ricostruzione”. La consigliera Maria Laura Orrù (Progressisti) ha ripreso le parole del sindaco di Santu Lussurgiu per rimarcare la drammaticità della situazione (‘il fuoco ci ha bruciato l’anima’) ed evidenziare la tragedia sociale e ambientale che con le fiamme si è abbattuta sulle popolazioni del Montiferru e della Planargia. “Solidarietà alle comunità colpite dalla devastazione dei roghi”, ha dichiarato l’esponente della minoranza, “ma se ci limitiamo a puntare il dito contro l’incendiario di turno non risolveremo mai il problema degli incendi boschivi in Sardegna”.

“È fondamentale”, ha spiegato Orrù, “sostenere l’emergenza con fondi adeguati ma ricordiamoci che il problema della ricostruzione è prima di tutto un problema di strategie per far rifiorire l’ambiente”.

“I roghi”, ha proseguito Maria Laura Orrù, “sono infatti un problema strutturale e complesso e per vincere la battaglia servono educazione e politica, insieme con i piani di prevenzione e manutenzione dei quali non c’è traccia”. La rappresentante del centrosinistra ha ricordato la mancata risposta a un’interrogazione presentata dal suo gruppo consiliare a proposito dei mezzi del telerilevamento ed ha accusato la maggioranza ‘di procedere con una politica indirizzata solo nella distribuzione degli incarichi ed a erodere le misure volte alla tutela dell’ambiente con scarsa attenzione verso le aree rurali’.

Il consigliere Andrea Piras (Lega) ha parlato di ‘disastro ambientale e sociale senza precedenti’ e ha posto in luce i pericoli del dissesto idrogeologico nei territori devastati dal fuoco, auspicando l’immediata attivazione ‘di un piano di riforestazione’. “Il governo”, ha dichiarato l’esponente della maggioranza, “non può lasciarci da soli e ci servono solidarietà e aiuti concreti”. L’esponente del Carroccio ha quindi ringraziato la macchina dell’antincendio e ricordato l’impegno dei cacciatori definiti ‘autentici guardiani dell’ambiente’. “Risolleviamoci con spirito combattivo”, ha concluso Piras, “perché la voglia di riscatto deve tramutarsi in misure concrete di prevenzione e ricostruzione”.

Il dibattito è proseguito nel pomeriggio. Il primo a prendere la parola è stato il consigliere di Forza Italia Giuseppe Talanas che, dopo aver espresso solidarietà alle popolazioni colpite dagli incendi dei giorni scorsi, ha invitato l’aula a una riflessione: «Cosa non ha funzionato? – ha chiesto Talanas – non voglio criticare nessuno, bisogna dare atto agli organi competenti di essersi attivati prontamente, però è chiaro che qualcosa è andata storta».

Secondo Talanas, una delle criticità nelle prevenzione degli incendi è rappresentata dalla rigidità della normativa regionale, nazionale e comunitaria che pone limiti alla pulizia dei boschi e alla valorizzazione del territorio: «Come ha detto Lampis, chi era presente si è reso subito conto dell’impossibilità dei intervenire a causa della alte temperature e della inaccessibilità dei luoghi. Questo avviene perché ci sono zone completamente abbandonate mentre prima ogni metro quadro di terreno era coltivato. Questo è dovuto a una normativa comunitaria che classifica queste aree come improduttive. C’è dunque un disinteresse per gli imprenditori agricoli a mantenere lì il loro bestiame».

Secondo l’esponente di Forza Italia occorre poi puntare sulla prevenzione: «Ogni anno parliamo di emergenza incendi. Non si può arrivare al mese di agosto per capire cosa si deve fare. Servono azioni mirate, serve coinvolgere gli imprenditori locali per farli diventare le prime sentinelle dei territori. Nel 2007 un incendio di questo tipo lo abbiamo avuto nel nuorese. Anche allora le difficoltà si ebbero dove non c’erano strade d’accesso. Ragioniamo sulla possibilità di potenziare le squadre di volontariato in modo che si possa intervenire immediatamente nella lotta al fuoco».

Fausto Piga (Fratelli d’Italia) ha ringraziato l’assessore all’Ambiente e tutte le forze in campo per l’opera prestata nella lotta al fuoco: «Sino a 72 ore fa il bilancio degli incendi registrava una diminuzione delle superfici bruciate. Un andamento che diceva che la macchina stava funzionando. In un giorno tutte queste statistiche sono andate in fumo. Sabato e domenica non è stato un normale incendio è stato uno tsunami di fuoco. Non sono bastati i mezzi antincendio regionali e nazionali. Condizioni meteo particolari e il calare della notte non hanno aiutato. La priorità era salvare le vite umane e questo è avvenuto. Poi naturalmente rimane la rabbia per i danni ambientali, economici e sociali».

Secondo Piga, servono adesso risposte immediate alle popolazioni colpite: «In queste ore sono state numerose le manifestazioni di solidarietà giunte dall’Italia e dall’Europa. La Sardegna non può essere lasciata sola. Siamo chiamati a fare il nostro dovere. La giunta ha dichiarato lo stato di emergenza, valutiamo se ci sono risorse del nostro bilancio per i primi interventi. Servono però risposte rapide, la speranza è che non si metta in mezzo la burocrazia. Va bene un piano straordinario di rimboschimento ma serve anche un piano straordinario per l’agricoltura. Credo sia giunto il momento di avere una regia coordinata per la lotta al fuoco»

Secondo Pierluigi Saiu (Lega) «Il Consiglio regionale, davanti a questa immane tragedia, deve trovare la forza si stimolare un dibattito propositivo e concreto. In molti degli interventi questo aspetto è emerso. Proprio perché il dolore è ancora vivo abbiamo il dovere di fare un dibattito serio, dobbiamo esser capaci di indicare una strada da percorrere per affrontare l’emergenza. E’ compito di quest’aula trovare soluzioni». Saiu ha quindi formulato alcune proposte: «Occorre pensare prioritariamente a chi ha perso tutto e quantificare i danni per capire quante risorse servono e come possono essere reperite – ha detto il consigliere della Lega – aiutiamo le aziende che hanno perso tutto, riflettiamo su come rimodulare il Psr. Prevediamo risorse per aiuti immediati agli imprenditori agricoli. La macchina regionale però deve dare risposte immediate. Di tutto c’è bisogno tranne che di nuovi vincoli, di nuove limitazioni. C’è necessità piuttosto di investire sulla prospettiva. Non allontaniamo l’uomo dall’ambiente ma facciamo in modo che se ne riappropri. Le vittime del fuoco non possono pagare l’intero costo di questi eventi. La prossima variazione di bilancio può essere l’occasione per individuare risorse e dare risposte immediate ai territori colpiti, senza rinunciare al dovere di dare esecuzione a tutte le attività di prevenzione».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ammonito l’aula sul rischio di un cedimento alla retorica: «Questo non serve a nessuno. Bisogna capire invece come dare risposte celeri ai territori e mettere in campo azioni per evitare che si ripeta ciò che è successo in questi giorni. Riconosco il grande impegno dell’assessore Lampis – ha detto Meloni – sono però deluso dalle sue parole quando dice che la forza della natura sovrasta quella dell’uomo come se fosse una cosa ineluttabile. Sono preoccupato che un’assessore dica questo, io ritengo che qualcosa non abbia funzionato. Non voglio mettere nessuno sul banco degli imputati ma lo faccio per evitare che gli stessi errori si ripetano in futuro. E’ giusto chiedersi cosa non ha funzionato. I bilanci degli incendi non si fanno a luglio ma in autunno. La stagione va avanti con Forestas e il Corpo Forestale senza una guida effettiva. Siamo qui per porre rimedio nell’immediatezza altrimenti è preoccupante sentire le parole dell’assessore. Non si tratta di eventi unici, in passato ci sono stati altri eventi tragici, come Curragia. Questa seduta serve a riflettere e a individuare azioni concrete».

Il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, è ritornato sulla dinamica che ha scatenato l’incendio devastante nel Montiferru: «Ieri, insieme al collega Agus, siamo andati nelle zone colpite, abbiamo parlato con sindaci, personale dell’Ente foreste, del Corpo forestale e dei Vigili del Fuoco – ha detto Zedda – c’è qualcosa che stride nella macchina organizzativa. Troppe persone controllano cose diverse senza collegamento tra loro». L’esponente della minoranza ha poi invitato l’Aula a fare chiarezza su quanto accaduto: «Parrebbe che l’incendio, al netto di informazioni riservate, sia partito da un’auto che ha preso fuoco e ha accostato a bordo strada in un luogo dove c’erano sterpaglie. Se è così e se non ci fosse un aspetto doloso sarebbe preoccupante. Questa versione è stata confermata dal maresciallo dei carabinieri di Santu Lussurgiu. Se non siamo riusciti a domare un incendio circoscritto abbiamo un problema serio. Da quell’innesco si è generato un primo focolaio che ha bruciato una ventina di ettari. Il fuoco è poi ripartito il giorno successivo provocando il disastro che tutti abbiamo visto. Se le informazioni fossero vere, servirebbe un’educazione civica per far capire ai cittadini come comportarsi. E’ necessario un piano paesaggistico delle zone interne. Non condivido l’idea di chi dice che in quei territori non debba essere consentito nulla».

Per Zedda, infine, occorre verificare quanto scritto dall’ex assessore Paolo Maninchedda nel suo blog: «Ho letto di segnalazioni ignorate e di una mancanza di coordinamento – ha affermato Zedda – non ho dubbi sulla veridicità delle segnalazioni. L’assenza dei vertici di Forestas e del Corpo forestale non ha aiutato. Le azioni di protezione civile devono essere coordinate. I sindaci non possono esser lasciati soli».

Per Gianfranco Satta (Progressisti) in questo momento serve ragionare con la massima lucidità: «Ogni anno si ripete la stessa storia, la Sardegna brucia, si riducono in cenere boschi, pascoli, case e aziende. Poi arriva la conta dei danni con la speranza che non ci siano sacrifici umani. Non è un problema recente ma occorre anche dire che chi governa ha l’onere di prospettare soluzioni per il presente e il futuro».
Satta, come il collega Zedda, è poi tornato sulla dinamica dell’incendio di Santu Lussurgiu: «Sarebbe partito da un’automobile andata a fuoco – ha sottolineato il consigliere progressista – un incendio prontamente domato e tenuto sotto controllo. Poi il fuoco ha ripreso con tutta la sua violenza. Perché non si sono fatte le bonifiche con i mezzi aerei? Occorre da domani aprire un confronto su prevenzione e strategie future da adottare nella lotta al fuoco. E’ una tematica complessa che richiede molte soluzioni. Quanto del personale di Forestas è idoneo a spegnere il fuoco? Come si tengono in ordine le strade rurali? Bisogna cambiare approccio e ridare un ruolo a pastori e contadini. Sono loro che tengono in vita le comunità rurali. I pastori sono gli ultimi custodi dei territori e dei loro saperi. La Sardegna diventi una terra interamente animata e protetta».

Per Domenico Gallus (Psd’Az) nessuna responsabilità può essere imputata alla macchina regionale antincendio: «Il fuoco, con quelle temperature, era indomabile. Sentire accuse o lamentale nei confronti dell’apparato dà fastidio. Ho visto invece un impegno totale – ha detto Gallus – non tutto può sempre andare bene. Occorre specificare che quanto accaduto non è dovuto ad aspetti lacunosi o alla mancanza di prevenzione». Gallus ha quindi avanzato la proposta di istituire un organismo di coordinamento, un Centro regionale per la lotta agli incendi: «Proporrò un progetto a riguardo».

Per il presidente della commissione Agricoltura Piero Maieli (Psd’Az) il peccato originale sta nel non aver dato ai pastori un ruolo chiave nella tutela del territorio: «Nel 2007 il Cnr di Sassari diceva che i pascoli sono in grado di ridurre gli incendi, i pastori possono essere i primi custodi del territorio. Da qui bisogna partire per capire cosa è successo: il fatto è che noi abbiamo abbandonato la campagna. I terreni sono carichi di biomasse, questo perché abbiamo bloccato il pascolo nel sottobosco, le arature delle zone degradate. Occorre riavvicinare la gente alle campagne». Maieli ha quindi annunciato la convocazione – per mercoledì prossimo – dei rappresentanti degli ordini degli agronomi in Quinta Commissione: «Da chi conosce le campagne vogliamo ascoltare suggerimenti e proposte. Con l’aiuto di tutti si possono individuare soluzioni serie».

Dopo l’on. Maieli ha preso la parola l’on. Fancello, che ha ringraziato lo sforzo del collega sindaco di Santu Lussurgiu Diego Loi: “Dobbiamo metterci a studiare perché ciò che è accaduto potrebbe ricapitare. Non siamo attrezzati per combattere gli incendi di oggi, dobbiamo studiare le mutazioni che in questi anni si sono registrate”.

È poi intervenuto per il Psd’Az Giovanni Satta: “È un film già visto, aspettiamo gli esiti dell’indagini per capire se ci sono responsabilità e di chi sono. Certo che ci sono pochissimi operai forestali e quelli che abbiamo hanno 59 anni. Insomma, urge più che mai procedere ad assunzioni dentro Forestas e dobbiamo pulire i sottoboschi per evitare sia benzina per gli incendi, per limitare al massimo i danni”. Per l’oratore “gli incendi ci sono sempre stati e temo ci saranno ancora ma noi dobbiamo lavorare per limitarli e prevenirli”.

Dall’opposizione è intervenuto l’on. Piero Comandini (Pd), che ha detto: “Oggi mi sento più vicino a chi in quest’Aula ha speso una parola per chi ha perso tutto. Non ci saranno facili soluzioni perché se ce ne fossero state le avremmo già percorsi. L’incendio è la fase finale di un dramma che va interrotto programmando le opere e gli interventi. Non è un problema di competenze: non mancano le persone preparate. Manca invece l’organizzazione”.

Per Eugenio Lai (LeU) “bisogna prima di tutto ringraziare chi sta combattendo contro le fiamme. Penso in particolar modo ai volontari giunti da tutta l’isola nell’Oristanese e alla necessità che stanziamo subito risorse.

La politica faccia la sua parte: alcuni operatori non possono spegnere gli incendi perché non hanno fatto le visite mediche. E’ pensabile in pieno agosto organizzare le visite mediche? Certamente, non è pensabile lasciare nel baratro la forestale.

Serve che dica qualcosa anche l’assessorato dell’Agricoltura, come liquidare immediatamente i fondi del Psr insieme con tutte le risorse possibili. “Servono interventi immediati, senza aspettare l’assestamento di bilancio che continua a non arrivare in Consiglio”.

Per Sara Canu (Riformatori) “è necessario lavorare sin da ora perché agosto è il mese più critico per gli incendi. Lo Stato deve darci un numero di Canadair maggiore e distribuito in tutto il territorio sardo, come abbiamo richiesto noi Riformatori nei mesi scorsi. E poi è necessario dotare i Comuni di telecamere che segnalino le colonne di fumo e inasprire le pene per gli incendiari”.

Dalla maggioranza ancora è intervenuto l’on. Mura (FdI), che ha riconosciuto “all’onorevole Loi la capacità di indirizzare questo dibattito in modo costruttivo invece che cedere alla tentazione del momento. Non ho timore a rendere merito all’assessore Lampis anche di essere ieri andato a raccogliere l’esternazione emotiva delle persone che hanno perso tutto e sono scosse. Al netto di questo rimane la tragedia ambientale del Montiferru per attuare una speculazione di consenso, che nessuno in quest’Aula ha azzardato. Ci saranno indagini su questo incendio partito da Bonarcado, che è stato domato dopo le 20, quando le forze aeree non erano più utilizzabili. La condizione climatica straordinaria ha fatto il resto, col vento che soffiava a 60 all’ora. In una condizione ordinaria la pulizia del sottobosco è necessaria ma nel caso di quest’ultima tragedia non sarebbe bastato. I sindaci si sono così distinti da essere considerati più eroi che negligenti. Abbiamo perso la foresta di Badde Urbara, le valli di Sennariolo, gli ulivi di Cuglieri, le campagne di Alabe e tanto altro ancora. Dobbiamo intervenire da qui, con denari e misure concrete. Non dobbiamo avere timore: lo dobbiamo all’Oristanese”.

Sofferenza anche nelle parole dell’on. Solinas (Cinque Stelle): “Ho girato per i paesi e ho visto la natura che è diventata un deserto nero, i sindaci prostrati e gli operatori del soccorso che non si sono risparmiati un attimo. E’ indispensabile che la Regione eroghi incentivi a chi ha subito danni ma è ancora più necessario un grande progetto di valorizzazione delle campagne, pensato insieme a chi abita le campagne. Questo non deve diventare un colpo di grazia per tanti piccoli centri delle zone interne”.
E’ intervenuto poi per l’Udc l’on. Gianfilippo Sechi: “Non bastano le parole e nemmeno la condanna. Non sarà facile il momento della rinascita ma senza basi solide non faremo grandi progressi per una terra ferita in maniera così dolorosa”.

L’incendio del 1983 a Tempio e quello del 1994 a Cuglieri sono stati ricordati dal capogruppo della Lega, Dario Giagoni. “Questa nostra terra non può più subire danni come questi e sono necessari interventi finanziari tempestivi. Non serve un atto di indirizzo ma un atto legislativo e serve anche ragionare sul medio e lungo termine per garantire un futuro. Se vogliamo sperare di vincere la battaglia contro gli incendi serve una flotta aerea antincendio della Sardegna mentre invece è una pazzia vincolare per cinquant’anni i terreni colpiti dagli incendi, come ho sentito vagheggiare. Se è utile diamo noi una parte dei nostri stipendi alle aziende vittime di questo fuoco”.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha sottolineato “la necessità dello stato di calamità decretato dal presidente Solinas ma sono necessarie anche risorse finanziarie che vanno inserite già dalla prossima manovra di bilancio, con la massima celerità, come abbiamo fatto in altre occasioni simili. Subito devono lavorare le commissioni interessate, in raccordo con gli assessorati competenti”. Secondo l’oratore “l’educazione alla legalità e all’ambiente vanno rafforzate nelle scuole insieme alla pulizia dei boschi e delle strade di campagna. Non è giusto né possibile scaricare le responsabilità sui sindaci e sui privati se non trasferiamo loro le risorse adeguate. E lo dico da ex sindaco di un grande città, che pure aveva più possibilità di gestire attività amministrative importanti”.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, in apertura, ha ricordato il recente incontro a Santu Lussurgiu con il collega Diego Loi e con un anziano allevatore che ha iniziato a piangere davanti a persone che non conosceva, un fatto che meglio di altri spiega il senso profondo di quanto accaduto. Cogliamo questo momento tragico, ha aggiunto Mula, per fare ragionamenti “alti” come ha fatto il Consiglio oggi, non cercando a tutti i costi responsabilità e consenso facile, ma impegnandoci a dare risposte. E su questo punto, ha rimarcato, vogliamo essere chiari fin dall’inizio, nel senso che il Governo nazionale deve fare la sua parte come ha fatto in altre Regioni italiane e noi faremo certamente la nostra, spero anzi che domani il presidente possa darci qualche buona notizia in merito. Tornando all’attività della Regione e in particolare del Consiglio, il capogruppo sardista ha sollecitato un cambio di passo della burocrazia regionale perché, non più tardi dell’anno scorso, sono stati deliberati interventi significativi e favore di comunità colpite da incendi dove però ancora non è arrivato un euro e lo stesso discorso si può fare per gli operatori agricoli danneggiati dall’invasione delle cavallette; il prossimo anno, se non interverremo per tempo su una superficie di circa 30.000 ettari, avremo le cavallette negli alberghi. In altre parole, ha concluso Mula, dobbiamo mostrare più concretezza, più maturità ed anche più sensibilità; forse sarebbe il caso di non andare in ferie ad agosto perché ne abbiamo fatte già abbastanza e concentrarci sulla prossima variazione di bilancio.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha dichiarato che non bastano le parole per descrivere l’immane sciagura che ha colpito la Sardegna e non bastano nemmeno per esprimere gratitudine a quanti hanno impedito che il bilancio fosse ancora peggiore; non amo gli eroi e preferisco pensare a migliaia di persone che hanno fatto al massimo delle loro possibilità il loro dovere, non amo nemmeno la retorica dell’emergenza inevitabile o imprevedibile, perché negli ultimi anni pandemia ci ha insegnato a fare i conti anche con quanto sembra imprevedibile. Da noi oggi, ha sottolineato Agus, nessuno si aspetta parole, ma tutti si aspettano che il Consiglio faccia bene la sua parte; disporre risorse, dare direttive chiare sull’attuazione, intervenire perché il bilancio già così grave di quanto accaduto non peggiori; e poi, nessuno si deve offendere se si è evidenziato cosa non ha funzionato, serve per evitare che eventi simili capitino ancora, intervenire sulla catena di comando per renderla più efficiente a partire dalla nomina del nuovo comandate aiuta a migliorare e supporta anche i lavori della commissione Ambiente. Da questo punto di vista, ha osservato Agus, è un peccato che dibattito di oggi, alcune volte, abbia perso di concretezza: parliamo pure di Pnrr ma non è questo il momento ad emergenza non ancora finita, il Consiglio deve piuttosto rafforzare organizzazione della Protezione civile e potenziare le misure contro il dissesto idro-geologico aggravato dalla tragedia dei giorni scorsi e non c’è molto tempo per farlo, tutte azioni che vanno quantificate e realizzate altrimenti fra 3 mesi potremmo essere ancora qui a parlare delle stesse cose. Per quanto riguarda le risorse, secondo Agus si può contare sul “tesoretto” dell’assestamento, ed è auspicabile che l’assessore Fasolino presenti a brevissima scadenza un testo con fondi adeguati per dare un primo segnale: lavoriamo anche sugli strumenti in grado di garantire no risposte “dal giorno dopo” e non dopo settimane mesi e anni e mettiamo subito al lavoro le commissioni con i direttori generali ed i direttori di servizio, dando a questo lavoro un taglio fortemente operativo.

Domattina è previsto l’intervento del presidente della Regione, Christian Solinas.

Martedì, 27 luglio 2021

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