Emergenza ospedale: subito le assunzioni, no ai medici in affitto
In campo i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil: “Chi non dà soluzioni, faccia un passo indietro”
Scendono in campo anche i sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil per chiedere rimedi immediati alla gravissima crisi dell’ospedale San Martino di Oristano, che rischia di portare alla chiusura del nosocomio.
I segretari provinciali Andrea Sanna (Cgil), Alessandro Perdisci (Cisl) e Franco Mattana (Uil) stamane hanno diffuso una nota a nome delle rispettive segreterie nella quale chiedono un deciso intervento politico per sbloccare le assunzioni del personale sanitario mancante.
I sindacati dicono no ai cosiddetti “medici in affitto” e puntano il dito contro la classe politica regionale e locale: chi non è in grado di dare soluzioni credibili faccia un passo indietro. Di seguito il documento delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil.
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Le scriventi organizzazioni sindacali sono fortemente preoccupate per quanto riportato dal rapporto sulla condizione dell’ospedale San Martino di Oristano e, di conseguenza, della sanità pubblica oristanese, da parte del sindacato CIMO.
A nulla pare sia servito il grido forte che si è levato dalla piazza di Oristano il 7 novembre 2020, quando lo stesso sindacato e alle associazioni dei malati e la gran parte dei sindaci della provincia hanno invitato la politica regionale e chi governava la struttura territoriale della ASL ad un cambio di passo e ad un intervento immediato che trovasse soluzione a tutte le criticità riassunte poi nel rapporto sulla condizione ospedaliera sopra richiamato.
A tutti è noto il forte disagio vissuto dalla popolazione dell’Oristanese circa il degrado e la non più sostenibile condizione dei sistemi sanitari sia distrettuali che ospedalieri del territorio.
Non ci bastano più i racconti di possibili soluzioni che, a turno, chi governa questa Regione si affretta dichiarare sui giornali, facendo intendere impegni che poi di fatto sono disattesi.
Come non serve che oggi si ricordino, a discolpa, scelte sbagliate fatte dalla politica, sempre per difendere la propria inattività attuale a risolvere i problemi.
Come non riteniamo sia una soluzione plausibile appaltare la sanità pubblica a medici esterni, come si sta facendo per l’ospedale di Ghilarza, magari come prova generale per poi replicare l’esperienza anche al San Martino di Oristano.
Non sono queste le soluzioni e non è questo ciò che il territorio si aspetta da chi lo governa.
È arrivato il momento di una forte assunzione di responsabilità da parte della politica regionale e territoriale; lo chiediamo con forza e lo pretendiamo, e a chi non è in grado di dare soluzioni credibili chiediamo di avere il coraggio di fare un passo indietro.
A tutti i politici dell’Oristanese chiediamo di impegnarsi al fine di pretendere soluzioni immediate e non più rinviabili.
CGIL, CISL e UIL continueranno a rivendicare una sanità pubblica per il territorio oristanese e la possibilità che ai suoi cittadini siano garantite le giuste cure come sancito dalla nostra Costituzione.
Mercoledì, 24 febbraio 2021
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