Tra i fili della tradizione: Samugheo e il suo Museo sull'arte tessile - LinkOristano
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Tra i fili della tradizione: Samugheo e il suo Museo sull’arte tessile

Alla scoperta del Murats. C'è anche la collezione dell'Aga Khan

Tra i fili della tradizione: Samugheo e il suo museo sull’arte tessile
Alla scoperta del Murats  nel paese del Mandrolisai

Un tappeto realizzato a Samugheo ed esposto al Murats

L’arte tessile, da sempre, è considerata uno dei saperi più antichi, senza tempo. Ancora oggi praticata in molti centri dell’Isola, a Samugheo viene tramandata di generazione in generazione. Custode di tempi passati, ma anche testimone di usi e costumi delle società di una volta ad essa il paese del Mandrolisai ha dedicato addirittura un Museo,  il M.U.R.A.T.S_Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda.

“Tessere” significa intrecciare al telaio i fili della trama con quelli dell’ordito per fabbricare una stoffa ma vuol dire anche realizzare, comporre o, ancora, inventare con arte e ordinatamente. Questo saper “fare”, tessere e creare, ha origini antiche in Sardegna, a partire dall’età prenuragica e nuragica, ed è strettamente legato a quelle che, nei secoli, sono state le principali attività produttive isolane: l’allevamento e l’agricoltura. Un’arte che, evolvendosi, ha segnato diverse epoche.

Dal primo millennio tra sviluppo e crisi dell’alto medioevo, ad esempio, la tessitura è stata praticata  per autoconsumo e destinata per lo più alle donne: le madri insegnavano alle figlie le tecniche di filatura e tessitura, l’arte di tingere le fibre, i segreti per realizzare i motivi decorativi. Da autoconsumo e tradizione, con il tempo, si è arrivati poi alla tessitura intesa come mestiere, uscendo così dal solo contesto familiare. Ed è a Samugheo, appunto, che l’arte tessile trova, in questo senso, un porto sicuro.

Negli anni ’50 e ’60 del ‘900, il paese del Mandrolisai rappresentava già un centro di produzione tessile fiorente, a vantaggio dell’economia locale. Le tecniche utilizzate erano le stesse diffuse in tutta la Sardegna ma qui, affiancandosi alla più antica tecnica, la cosiddetta “un’in dente”, aveva preso piede la particolare variante a grani o “a pibiones”, ovvero la creazione di anelli di filato sporgenti rispetto alla tela di fondo e realizzati mediante una bacchetta metallica. Una storia che ha portato quest’arte a caratterizzare in maniera decisiva il paese e l’intera comunità samughese.

Ad oggi, i manufatti di Samugheo sono tra i più ricercati e richiesti nel mercato e rappresentano uno dei settori trainanti dell’economia locale. Vengono realizzati nei numerosi laboratori tessili artigianali presenti nel paese: ricordiamo le bisacce, le coperte, ma anche tovagliati, lenzuola, asciugamani, tende, coordinati da camera, lampade, o ancora arazzi, tappeti, centrotavola e tappezzerie.

Antico telaio esposto in occasione della 53ᵃ edizione di Tessingiu a Samugheo

Prodotti e manufatti che, al contempo, rappresentano anche un patrimonio artistico e culturale da salvaguardare. Ed è da questo preciso obiettivo, dalla volontà di recuperare e conservare la memoria storica tessile della Sardegna che nasce il M.U.R.A.T.S_Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda.

Il Museo si trova alla periferia del paese, in via Bologna,  in una nuova costruzione su due piani e articolati in vari ambienti. All’anno, il museo registra all’incirca cinquemila visitatori, che vengono da tutta l’Isola ma anche dall’estero, ad ammirare i manufatti esposti o che partecipano alle mostre temporanee – cinque all’anno generalmente – organizzate dal Murats.

L’attività del museo si divide infatti tra la realizzazione di mostre temporanee, con progetti dedicati al settore dell’artigianato sardo, e l’esposizione permanente della sua collezione.

Ritenuta una delle più vaste della Sardegna, la collezione tessile è  composta da un ricco corpus di manufatti provenienti da diverse parti dell’Isola: dalle coperte alle lenzuola, biancheria per l’infanzia, biancheria per uso quotidiano, bisacce e teli per la campagna; ma anche abbigliamento per il pastore, costumi tradizionali per le feste e strumenti tra i quali telai tradizionali in legno, attrezzature e strumenti vari per la tessitura, capi samughesi di abbigliamento giornaliero e festivo; fino ad arrivare a preziosi manufatti tessili del Settecento, realizzati artigianalmente in lana, cotone e lino.

Esposizione tessile per la mostra “Tessingiu”

“La mostra permanente”, racconta il direttore del Murats, Baingio Cuccu, “è formata da una serie di manufatti storici che vanno dalla fine del settecento fino alla prima metà del novecento, provenienti da tutti il territorio sardo”.

La collezione permanente si può dividere in tre sezioni: una prima parte  dedicata alla storia del tessuto dal ‘700 alla fine degli anni ’50; una seconda parte rappresentata dagli otto tappeti realizzati nell’ambito del concorso di idee “Annod’Arte” indetto nel 2015 e che ha chiamato a raccolta diversi artisti, designer e architetti per una rivisitazione del tappeto di Samugheo in chiave contemporanea: un modo questo per avvicinare le tecniche tessili tradizionali a quello che è il mercato moderno dell’artigianato. E infine, una terza sezione dedicata al tessuto dagli anni ’50 fino ad oggi e che consiste in 18 manufatti che raccontano la storia del paese. Qui si trova esposta anche la donazione del principe Karim Aga Khan, la cosiddetta “Collezione del Principe”: una preziosa serie di manufatti tessuti dagli artigiani di Samugheo, che riproducono fedelmente le principali iconografie della tradizione locale sviluppatasi dal 1960 ad oggi. Le sette coperte e i dieci tappeti firmati Karim Aga Khan vanno  a completare la collezione del museo e compaiono nel suo catalogo.

Non solo, c’è anche il “Tappeto Corale”: un tappeto di 12 metri con tre pannelli dotati di un sensore multimediale touch che al tocco del visitatore attiva automaticamente la proiezione di video-racconti, in lingua sarda e in italiano, con l’obiettivo di far conoscere, ma anche valorizzare e promuovere, quella che è l’alta manifattura tessile, la tradizione, le competenze e conoscenze di dodici storiche artigiane e tessitrici di Samugheo. “Un documento importante”, evidenzia il direttore Baingio Cuccu, ” per la nostra storia e per la tessitura”.

Tra i pezzi più rari della collezione, inoltre, figurano gli “Affaciadas”, piccolissime strisce di tessuto finemente lavorato che si esponevano nei balconi durante la processione del Corpus Domini, mentre per rarità spiccano cinque “Tapinos ‘e mortu”, un unicum in Sardegna per la tecnica in cui sono realizzati questi tappeti pregiati, conservati in ottimo stato fino ad oggi, e probabilmente utilizzati durante le veglie funebri.

Tra i manufatti della collezione del Museo, infine, sono presenti anche quelli della collezione Cocco.

Non solo esposizioni. Il Murats tra i suoi servizi offre anche una serie di laboratori tematici destinati alle scuole di diverso grado e quindi attività didattiche, ma anche di ricerca e sperimentazioni contemporanee oltre che rappresentare, specie negli ultimi anni, un importante canale di amplificazione, scambio e ricerca tra gli artigiani e le aziende tessili locali.

Tra le mostre e le iniziative più importanti che il Murats ha proposto in questi anni, c’è la prima biennale della Fiber Art della Sardegna nel novembre del 2019. Il percorso espositivo “Inventario 20. Biennale Fiber Art della Sardegna”, ha ospitato oltre 150 opere realizzate da circa 40 artisti sardi che hanno fatto del rapporto con filo, fibra, polpa e materia tessile la cifra stilistica della propria produzione o il felice esito di sperimentazioni temporanee nate dalla volontà di confrontarsi con le infinite potenzialità della Fiber Art.

“Ora”, racconta il direttore Baingio Cuccu, “il Museo continua nella propria indagine sul complesso rapporto di relazioni e contaminazioni tra arte, tessile e fibra e si prepara per la seconda edizione della biennale della Fiber Art in programma per il 2022”. Tra i progetti futuri, infine, anche una  mostra del Murats che sarà ospitata al Museo tessile di Washington. 

“Non è la prima volta che andiamo negli Stati Uniti”, ricorda il direttore Baingio Cuccu, “nel 2017 la trazione tessile di Samugheo è “sbarcata” anche a San Francisco”. L’iniziativa si chiamava  “Sardinian textiles an exhibit of handwover art”, realizzata in collaborazione con l’Istituto di Cultura Italiano nella metropoli americana della West Coast e ha visto l’esposizione dei più antichi e tradizionali manufatti tessili della collezione Murats, un’installazione dove sono state proiettate le immagini ad alta risoluzione di arazzi e tappeti e, infine, un campionario della produzione contemporanea composta principalmente da creazioni realizzate a Samugheo mae anche da parte di altri artigiani di Aggius e Nule.

Tessingiu: talento, identità culturale e dialogo tra le varie forme d’arte legate alla tessitura. La mostra dedicata dell’artigianato sardo a Samugheo, racchiude tutto questo e si traduce in un appuntamento annuale, “Tessingiu”, molto atteso e voluto non solo dalla comunità locale ma anche da tanti turisti e appassionati che si recano nel paese del Mandrolisai per visitare e apprezzare le tante eccellenze dell’arte tessile e artigianato sardo del panorama regionale qui in mostra. Tessingiu ha una lunga storia alle spalle, nasce sulla scia della prima esposizione, intitolata “Mostra dell’Artigianato del Mandrolisai” nata per volontà della Pro Loco di Samugheo con lo scopo di salvaguardare, valorizzare e promuovere l’arte manifatturiera tradizionale, in particolare quella tessile, dei paesi nel cuore dell’isola.

Tessingiu – Mostra dell’Artigianato Sardo

Lo scorso 1° agosto, è stata inaugurata la 53ᵃ edizione di “Tessingiu” ospitata nei locali dell’ex cantina sociale di Samugheo. L’esposizione è stata promossa anche per questa edizione dal comune, dalla Pro Loco, dal Murats_Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarde. Oltre 60 artigiani e designer provenienti da tutta l’Isola erano presenti e hanno proposto il meglio delle loro produzioni artigianali sarde in tutti i settori. Non solo tappeti infatti, ma anche tanti e diversi manufatti tessili nell’ottica di affiancare alla produzione artigianale sarda tipica della tradizione anche oggetti di gusto e stile contemporaneo, esaltati ancora più dagli spazi espositivi.

E nell’ottica di seguire un’indagine sul complesso rapporto di relazioni e contaminazioni tra arte e tessitura, quest’anno è stato possibile, contemporaneamente, ammirare anche la rassegna internazionale Miniartextil, giunta alla 29ᵃ edizione, che ha offerto ai visitatori un’esperienza innovativa, mostrando loro uno spaccato della fiber art contemporanea. Si tratta di una mostra nata a Como nel 1991 per volontà di Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro, e promossa dall’Associazione culturale Arte&Arte, che oggi conta sedi espositive in tutto il mondo.

Il collegamento, quello tra Samugheo e Miniartextil, non è affatto casuale. Come il piccolo centro della Barbagia del Mandrolisai, anche la città di Como ha una grande tradizione tessile e questa filiera rappresenta il principale vettore economico della cittadina lombarda. Nel lontano 1991, Miniartextil proponeva esclusivamente l’esposizione di piccole opere di artigianato realizzate con tecniche o materiali tessili, oggi invece non è più così. Accanto ai minitessili, sono stati introdotti i maxitessili, grandi installazioni realizzate da firme prestigiose. La collezione di Miniartextil espone opere di artisti come Manuel Ameztoy, Ashley V. Blalock, Giulio Locatelli, Akio Hamatani, Cordula H. Molis, Gianni Nieddu, Naoe Okamoto, Yasuaki Onishi, Edge Hannah Quinlivan, Franca Sonnino, Takaaki Tanaka e Susan White.

Samugheo mostra artigianato

In questi giorni anche il M.U.R.A.T.S_Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda è chiuso al pubblico in seguito alle disposizioni sull’emergenza coronavirus. Ma quando riaprirà vale sicuramente la pena andarlo a visitare.

Dove dormire e mangiare a Samugheo

Sabato, 7 novembre 2020

(Questa pagina è realizzata in collaborazione con l’Assessorato al turismo della Regione Sardegna)

 

 

 

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