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Pochi tamponi e risultati in ritardo, l’allarme dei medici di famiglia

Anche dall'Ordine di Oristano appello alla Regione e alla Assl: "Potenziare i servizi per bloccare i contagi"

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Pochi tamponi e risultati in ritardo, l’allarme dei medici di famiglia
Anche dall’Ordine appello alla Regione e alla Assl: “Potenziare i servizi per bloccare i contagi”

Pochi tamponi e troppi ritardi nella comunicazione dei risultati delle analisi. Da Oristano, i medici di famiglia scrivono all’assessore regionale della Sanità, al commissario straordinario dell’ATS Sardegna e al direttore dell’ASSL 5 per chiedere il potenziamento dei Servizi di Igiene pubblica e della loro capacità di intervento.

Secondo la nota della FIMMG provinciale, sono urgenti e indispensabili anche “una maggiore tempestività nell’esecuzione e nel processo dei tamponi, sia con l’aumento di quelli processabili nei laboratori pubblici della Assl 5 che con l’estensione ai laboratori accreditati, e consentire la prescrizione del tampone da parte del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta, come previsto dalla nota del Mnistero della Salute del 24 settembre 2020 (esplicativa della circolare 17167 del 21 agosto 2020)”.

I medici di famiglia chiedono poi “un intervento chiarificatore su ruolo e funzione istituzionale dell’U.s.c.a. come struttura indispensabile nella lotta al Covid-19”.

Preoccupazioni interamente condivise dell’Ordine dei medici della provincia di Oristano, che in una nota chiama l’attenzione sull’ondata di contagi di Covid-19, “molto superiore alla fase 1”, e sulla “carenza, ormai cronica, della sanità territoriale, nonostante le numerose denunce e richieste di risoluzioni adeguate rivolte all’Amministrazione regionale competente in materia”.

“Ci associamo alle richieste dei medici di medicina generale”, scrive l’Ordine, “che sono chiamati a operare in prima linea, i quali chiedono a gran voce un rafforzamento del Servizio di Igiene pubblica e dei laboratori di analisi pubblici. È necessario e indispensabile il rafforzamento immediato del laboratorio di analisi dell’ospedale di Oristano, onde poter velocizzare la richiesta e la refertazione dei tamponi. Infatti il laboratorio, gravemente carente di organico, deve anche eseguire tutte le prestazioni richieste per il funzionamento degli ospedali della provincia e per pazienti esterni”.

“È inoltre opportuno che fossero rinforzati gli USCA così come sollecitato dai medici di famiglia. Appare indispensabile che la collaborazione diventi effettiva a tutti i livelli per poter coordinare la dinamica di questa drammatica emergenza nel miglior modo possibile, onde tutelare con più velocità e sicurezza la salvaguardia della salute di tutti i cittadini”.

La lettera-appello della FIMMG provinciale ricorda che “la provincia di Oristano si sta rivelando negli ultimi tempi uno dei maggiori focolai di espansione della epidemia di Sars-Cov2 della Sardegna, in particolare nei cluster del Guilcer, che ogni giorno rivelano numeri in crescita”.

“Nel territorio la capacità diagnostica delle strutture sanitarie preposte risulta particolarmente difficoltosa per diversi ordini di motivazioni: la grave carenza di personale medico e infermieristico dei Servizi di Igiene pubblica, che con grande sacrificio a questa cercano di sopperire con carichi di lavoro intollerabili; il ritardo inaccettabile nella esecuzione dei tamponi per casi sospetti (spesso tipicamente sintomatici) e loro contatti, che hanno quindi la possibilità di diffondere incolpevolmente la malattia; l’impossibilità di ottenere in tempi brevi il referto dei tamponi (che spesso impiegano 4-5 giorni per essere trasmessi alla Igiene Pubblica per l’eventuale avvio della quarantena)”.

Questi ritardi causano “grande disagio ai cittadini che, dovendo rimanere assenti dal lavoro, non possono avere una giustificazione tempestiva sia per i giorni di attesa del tampone che del referto”, si legge nel documento firmato da Alessandro Usai, segretario provinciale FIMMG di Oristano.

“Se a queste problematiche si aggiunge la difficoltà della Medicina del territorio a coordinarsi, per interpretazione e commistione di ruoli nell’assistenza del paziente sintomatico, con l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale, si può facilmente comprendere come le nostre comunità, le amministrazioni comunali e i sindaci (massime autorità sanitarie locali) possano sentirsi lasciati soli ad affrontare problematiche più grandi di loro”.

Lunedì, 28 settembre 2020

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