Boschi e macchia mediterranea in Sardegna: "Più sfruttamento e meno tutela" - LinkOristano
Prima categoria

Boschi e macchia mediterranea in Sardegna: “Più sfruttamento e meno tutela”

Una denuncia dalle associazioni ambientaliste Italia Nostra Sardegna, WWF Sardegna e Grig

Legnatico

Boschi e macchia mediterranea in Sardegna: “più sfruttamento e meno tutela”
Una denuncia dalle associazioni ambientaliste Italia Nostra Sardegna, WWF Sardegna e Grig

I boschi della Sardegna sono minacciati da una proposta di revisione delle prescrizioni di massima e di Polizia forestale, adottata con determinazione del comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Un testo notificato con la pubblicazione il 19 marzo, in piena emergenza sanitaria e ambientale determinata dal coronavirus. Questa la denuncia delle associazioni ambientaliste Italia Nostra Sardegna, WWF Sardegna e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, che il 31 marzo hanno inoltrato uno atto di reclamo.

Di seguito l’intervento delle associazioni.

La modifica delle attuali prescrizioni di massima e di Polizia forestale disegna un utilizzo di boschi e di macchie mediterranee molto più improntato a criteri di sfruttamento economico piuttosto che di gestione accurata di un grande patrimonio ambientale.

Se è vero che la superficie considerata boschiva nell’Isola raggiunge quasi 1.250 mila ettari (il 51% del territorio regionale), è ancor più vero che in buona parte (ben 630 mila ettari) si tratta di macchia mediterranea, mentre il bosco vero e proprio si estende su 580 mila ettari.

Alcune delle disposizioni contenute nella proposta di modifica appaiono semplicemente deleterie per il patrimonio boschivo, come, per esempio, individuare i “tagli per uso familiare … con i quali si ottiene un quantitativo di legna pari o inferiore a 150 quintali o 25 metri steri, per autoconsumo senza finalità commerciali”, non considerando l’elevata probabilità di consentire di fatto tagli indiscriminati e impossibili da controllare.

Analogamente, consentire la deroga al divieto di conversione del bosco ad alto fusto in bosco governato a ceduo, facendo “salvi gli interventi previsti dai piani di gestione forestale o dagli strumenti equivalenti”, significa aprire la strada a tagli boschivi e conversione dei boschi in ceduo.

In proposito, destano non poche preoccupazioni i tagli boschivi previsti da piani forestali particolareggiati come quelli della Foresta demaniale di Is Cannoneris e della Foresta demaniale di Montarbu.

Un complesso di importanti norme, le prescrizioni di massima e di Polizia forestale, che necessitano dell’obiettivo della conservazione naturalistica del patrimonio forestale in un’ottica di contrasto ai cambiamenti climatici.

Giovedì, 2 aprile 2020

commenta