A Santu Lussurgiu "Agitamus" per vincere le disabilità - LinkOristano
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A Santu Lussurgiu “Agitamus” per vincere le disabilità

Protagonisti dell'iniziativa gli studenti della scuola locale

A Santu Lussurgiu “Agitamus” per vincere le disabilità
Protagonisti dell’iniziativa gli studenti della scuola locale

Foto Cip Sardegna

Anche l’Istituto Comprensivo di Santu Lussurgiu è pronto per esporre al pubblico i risultati scaturiti da Agitamus, il progetto che mira alla consapevolezza di una pura e spontanea uguaglianza dentro e fuori le classi tra chi le abilità le estrinseca normalmente e chi con fondamentale originalità.

Caldeggiato fortemente dal Comitato Italiano Paralimpico Sardegna, anche a Santu Lussurgiu i protagonisti sono stati diversi atleti con disabilità. Il progetto ha coinvolto gli alunni di terza elementare e prima media. Il primo cittadino di Santu Lussurgiu Diego Loi, in occasione del convegno conclusivo di Agitamus ha assecondato i desiderata delle due classi. Attraverso una comunicazione epistolare gli alunni della 3°A e della 1° A hanno proposto che nell’antica casa nobiliare appartenuta a Donna Caterina fossero abbattute le barriere architettoniche che impedivano l’ingresso alle persone con disabilità.

Detto fatto, domani, a partire dalle 16, chiunque potrà varcare la soglia del palazzotto cittadino grazie all’installazione di scivoli e pedane.

“Un piccolo successo dei giovani studenti che contrariamente a ciò che è accaduto nelle altre quattro sedi del progetto, sono più piccoli d’età”, spiegano gli organizzatori del progetto. “Questo perché già avviati verso un preciso percorso che sviluppa con particolare attenzione le tematiche sull’inclusione e le pari opportunità. E a contatto con gli atleti paralimpici intervenuti nel corso dei vari moduli hanno mostrato di avere un elevato grado di empatia”.

“Ma gli stessi ospiti si sono divertiti un mondo”, continuano gli organizzatori del progetto Agitamus, “a partire dalla pongista lanuseina Federica Cuboni che ha animato la lezione relativa alla disabilità intellettiva. Sullo stesso argomento si sono impegnati a fondo i cestisti dell’AIPD Oristano, accompagnati dal tecnico e motivatore Mauro Dessì. E’ intervenuto, nel segmento dedicato alla disabilità fisica, anche Daniel Catalin Maris, giocatore di tennistavolo in carrozzina, compagno di scuderia nel TT Quartu di Federica”.

Nel centro del Montiferru domani faranno gli onori di casa il sindaco Diego Loi, la sua vice Francesca Citroni, assessore alle politiche giovanili e cultura e l’assessore Caterina Maria Atzori, con delega politiche sociali e servizi alla persona.

Lo staff di Agitamus sarà rappresentato in prima fila dal commissario straordinario del CIP Sardegna Paolo Poddighe, dallo psicologo dello Sport Manolo Cattari – ideatore del progetto – dalla coordinatrice burocratica Monica Pirina e dal responsabile dei rapporti CIP – Scuola Marco Pinna. Ha dato la sua adesione anche il presidente della Federazione Italiana Tennistavolo Simone Carrucciu.

I veri protagonisti saranno i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Santu Lussurgiu, individuato dal MIUR come centro permanente per l’inclusione e orchestrato dal dirigente e insegnante di educazione fisica Giuseppe Scarpa. I discenti della prima media sono stati seguiti dal docente di sostegno Alessandro Ledda e dall’insegnante di educazione fisica Maria Antonietta Pinna. Gli studenti della primaria hanno avuto come punti di riferimento le maestre Maria Antonietta Feurra, Maria Antonietta Poete e Caterina Mattana.

Foto Cip Sardegna

GIUSEPPE SCARPA CREDE NEL DIALOGO COSTRUTTIVO TRA LE PARTI CHE ANIMANO LA SCUOLA
In cabina di regia ma senza mai dimenticare la sua autentica inclinazione di uomo sportivo che alla burocrazia preferisce il rapporto umano. Giuseppe Scarpa, docente di educazione fisica prestato al ruolo di dirigente scolastico è un convinto assertore della creazione di una comunità autentica dove ciascuno dev’essere d’esempio nel proprio ruolo.

Come si trova a Santulussurgiu?
Direi bene. Essendo una piccola scuola mi avvantaggia nel conoscere bene i bambini, le famiglie e gli insegnanti; questo è un grandissimo valore per l’inclusione e per elevare i livelli di accessibilità, accoglienza e rispetto. Valori da salvaguardare soprattutto nella quotidianità.

Che idea si è fatto della disabilità?
Ho capito che si deve capitalizzare quello che si ha, senza rimpiangere ciò che non si ha più. Il concetto di resilienza è da spalmare non solo nell’attività sportiva.

Perché siete diventati centro permanente per l’inclusione?
Abbiamo avuto sempre una grandissima attenzione a certe attività sia per quanto riguarda la disabilità, sia per quanto riguarda l’inclusione nel senso più largo.

Sensazioni su Agitamus?
Ci riteniamo tra i pochi eletti ad avere avuto la grandissima opportunità di poter sperimentare a scuola un’attività sportiva guidata da personale preparato. Siamo stati introdotti in pratiche che altrimenti non saremmo riusciti a sperimentare.
Abbiamo lavorato bene e in maniera coinvolgente, sia con gli intellettivo relazionali di basket e tennistavolo, sia sul torball, anche se purtroppo non sono potuti intervenire gli atleti non vedenti. I ragazzi ed i bambini si sono approcciati a ciò che a loro appariva fuori dal comune in maniera encomiabile.

Come sono stati accolti gli atleti paralimpici?
Con molto affetto, come persone che attraverso lo sport hanno realizzato veramente tanto a dispetto delle barriere che possono avere incontrato nella loro vita. Complimenti all’anima di Agitamus Manolo Cattari perché ha catturato i bambini e gli insegnanti; non è solo un professionista importante e serio ma anche una persona che diffonde con semplicità concetti importanti.

Ora vi attende il convegno conclusivo..
L’esperienza è stata meravigliosa, la stiamo ancora vivendo di riflesso perché i bambini stanno continuando ad esprimere emozioni ed impressioni, e soprattutto a mantenere alti quei valori che hanno assimilato durante lo svolgimento dei moduli. E nella giornata finale vogliamo presentare alla famiglia e alle amministrazioni i nostri lavori. Mi auguro che il progetto riesca ad avere uno sviluppo ancora più ampio, perché è meritevole di una ribalta molto più importante.

I CESTISTI DELL’AIPD ORISTANO TRASCINANO E LANCIANO SIMPATICAMENTE GUANTI DI SFIDA
Li conosce da tredici anni ma certe emozioni non le aveva mai viste prima dell’esperienza di Agitamus. Lo ammette Mauro Dessì, tecnico campione del mondo dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) Oristano, team di pallacanestro che annovera gli iridati Antonello Spiga da Oristano e Fulvio Silesu da Marrubiu e che a Santu Lussurgiu si è presentato anche con Lorenzo Puliga, Gabriel Lotta, Cristiano Merella ed Enrico Manunta.

“Li ho sempre visti giocare, incavolarsi per una sconfitta – dice Mauro Dessì -o lamentarsi perché qualcuno li ha picchiati in campo. Oppure esaltarsi perché hanno vinto, o farsi prendere dalla frenesia durante il viaggio in aereo per la convocazione in nazionale. Ma l’emozione di poter insegnare il basket ad altri ragazzini li ha fatti andare in un brodo di giuggiole, erano felicissimi perché per la prima volta si sono trovati in una situazione del genere.

Il momento più bello?
Quando han fatto vedere ai ragazzini come si palleggia, come si passa, come si tira, mostrare come si può far canestro e in che maniera si può giocare insieme. Ero contento che potessero raccontarsi usando un pallone. Complimenti agli ideatori di Agitamus perché hanno avuto un bell’intuito nel proporre un progetto di questo tipo.

C’è stato anche il momento teorico in aula..
In quella circostanza hanno avvertito il disagio di potersi raccontare perché nessuno di loro ha una alta capacità comunicativa. Ho fatto io da tramite, ma aldilà di questo aspetto l’hanno vissuta bene. Anche gli insegnanti erano molto contenti perché i miei atleti, nella loro semplicità, hanno lanciato messaggi positivi: tutti ce la possiamo fare, tutti siamo capaci di essere protagonisti in qualche modo.

C’è in programma una sfida tra AIPD e Santu Lussurgiu
Avrebbero voluto giocare insieme già dal giorno del primo incontro. Hanno lanciato una sfida: “dai che ci rivediamo, per fare una partita”. Penso che prima o poi la organizzeremo.

LA CONTAGIOSA FELICITA’ DI FEDERICA
Federica Cuboni ha un carattere solare, lega con tutti e ama parlare della sua passione che coltiva da anni, al punto che neanche lei ricorda precisamente quando è stata la prima volta che ha impugnato la racchetta. A Santu Lussurgiu, accompagnata da mamma Patrizia e papà Maurizio ha lasciato i piccoli studenti a bocca aperta per i suoi colpi eleganti e perfetti, indugiando soprattutto sui suoi preferiti: il top spin, il dritto, il rovescio, il taglio di dritto e il taglio di rovescio. Di quel giorno ha un ricordo indelebile che vorrebbe ripetere in avanti: “Ho incontrato bambini simpatici – ha dichiarato Federica – ed hanno mostrato tanta voglia di imparare a giocare ma ho detto loro che non è semplice, bisogna metterci tanto impegno. Vorrei tanto parlare nuovamente con loro”. Durante la lezione anche il dirigente scolastico Giuseppe Scarpa ha voluto scambiare due tiri con lei: è stata empatia a prima vista e anche in quel caso Agitamus ha colpito nel segno.

Martedì, 22 gennaio 2019

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