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Oristano ha un’altra centenaria

Grande festa oggi per Angela Oggianu ospitata a Casa Serena di Tiria. Gli auguri della città portati dal vicesindaco Sanna

Oristano - cento anni Angela Oggianu

Oristano ha un’altra centenaria
Grande festa oggi per Angela Oggianu ospitata a Casa Serena di Tiria. Gli auguri della città portati dal vicesindaco Sanna

Grande festa questo pomeriggio per il compleanno della nuova centenaria di Oristano, Angela Oggianu. I parenti hanno festeggiato la nonnina a Casa Serena, dove Angela Oggianu è ospite. Tanta l’emozione da parte di tutti. Per la struttura di Tiria, infatti, è la prima volta che si celebrano i 100 anni di un ospite. A fare gli auguri alla signora Angela anche il vicesindaco di Oristano Massimiliano Sanna, che le ha donato una targa ricordo e le ha portato gli auguri da parte dell’amministrazione e dell’intera città.

Tanti auguri!

La vita di Angela Oggianu raccontata dai familiari. Angela Oggianu, non ha tardato molto a mostrare al mondo di quale caparbietà fosse dotata. Ultima di 10 figli in una famiglia di Paulilatino, a soli sei anni ha affrontato e sconfitto la malaria, senza mai smettere di studiare malgrado le febbri e le cure debilitanti perché dentro di sé sicura che ce l’avrebbe fatta e che ciò che imparava le sarebbe servito.

Imprigionare il suo carattere in un paese dove ancora sopravvivevano retaggi e consuetudini ottocentesche non era facile, e Angela era disposta anche a rompere gli schemi dell’epoca per guadagnarsi una indipendenza e autonomia che tante ragazze a quei tempi stentavano anche solo a immaginare.

Ma lei sognava di non dover dipendere da nessuno: ospite degli zii a Pirri si fa assumere nell’ufficio postale di Elmas.

Se oggi ci fa sorridere l’idea e molti potrebbero viaggiare quotidianamente per lavorare in aeroporto, ai tempi era un viaggio lungo e pieno di insidie, soprattutto per due genitori che immaginavano che a farlo fosse la figlia poco più che adolescente. Ma questo non ha fermato Angela, che si è trasferita a Elmas dove ha lavorato per alcuni anni prima che la tensione internazionale dell’epoca si esasperasse e iniziasse a farsi sempre più incombente la minaccia di una guerra che coinvolgesse anche l’Italia.

Angela ha cercato allora di riavvicinarsi a casa, facendo richiesta per un posto alle Poste di Tramatza. Ad aspettarla a metà strada per il colloquio pensava di trovare il suo nuovo capo, e invece ha trovato l’uomo della sua vita, Pietro. Un amore a prima vista, ma inizialmente messo alla prova da Angela che non era certo disposta a cedere al corteggiamento del primo che passava, come aveva già dimostrato in passato rifiutando più di un pretendente. Ma stavolta aveva trovato pane per i suoi denti: per quasi un anno, non senza un certo divertimento, Pietro ha punzecchiato e provocato quella bella ragazza indipendente, ostinata e perfezionista prima di chiederle di sposarlo.

Il suo sì, il matrimonio, la prima figlia: tutto poteva essere perfetto ma la guerra è arrivata a sconvolgere le loro vite. Pietro arruolato come marconista, Angela nascosta in un ricovero in campagna per evitare i bombardamenti con la bambina ancora neonata. I rifornimenti di cibo iniziavano a scarseggiare e l’alimentazione non era certo quella ideale per una mamma con una creatura di pochi mesi. Quando la piccola si è ammalata Pietro ha girato per giorni la Sardegna in bicicletta per trovare le medicine necessarie e portarle alla figlia, ma inutilmente: la bambina li ha lasciati prima che la cura potesse arrivare. A sommarsi a questo lutto, Pietro ha dovuto lasciare Angela da sola e partire per Cagliari dove, nel suo nascondiglio a Monte Urpinu, lui e il suo collega sono rimasti per giorni gli unici marconisti a tenere collegata la Sardegna al resto dell’Italia via radio, con le bombe che cadevano e la guerra che si consumava intorno a lui. Cagliari è stata una delle città più bombardate d’Italia: quando Pietro è uscito dalla sua tenda, dopo giorni attaccato a una radio, la città era praticamente rasa al suolo, con i binari del tram che si arricciavano verso il cielo e roghi ancora accesi ovunque. Tutto era da ricostruire, a partire dalle loro vite.

La fine della guerra ha segnato, per fortuna, l’inizio di un lungo periodo felice: Angela e Pietro hanno ripreso l’ufficio postale di Tramatza che hanno gestito insieme per decenni e hanno avuto altre due figlie, Giovanna e Adriana. Verso la fine della sua carriera Angela si è spostata alle Poste Centrali di Oristano, allora in via Garibaldi, dove è stata una delle prime operatrici a sperimentare la trasmissione dei telegrammi via telefono. Quando è andata in pensione ha vissuto a Tramatza fino alla morte di Pietro, per poi trasferirsi a Oristano per stare vicina alle famiglie create dalle figlie, che nel frattempo erano diventate insegnanti, si erano spostate e le avevano dato cinque nipoti: Fabio, Maura, Maurizio, Carla e Marta. Per loro Angela è stata sempre un punto di riferimento, un esempio di equilibrio tra apertura al nuovo e riservatezza, tra indipendenza e dedizione, tra modernità e valori d’altri tempi. Una donna dal fisico minuto ma con un carattere imponente, che ha percorso un secolo a passo spedito e sicuro, lo stesso passo per il quale l’hanno sempre riconosciuta i suoi vicini del quartiere San Nicola vedendola passare per strada.

Giovedì, 17 gennaio 2019

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