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Il superperito conferma: hanno ucciso Manuel sfondandogli il cranio

Eseguita a Oristano l'autopsia sul corpo del giovane di Macomer

Manuele Careddu

Il superperito conferma: hanno ucciso Manuel sfondandogli il cranio
Eseguita a Oristano l’autopsia sul corpo del giovane di Macomer

Anche il superperito conferma: Manuel Careddu, il diciottenne di Macomer ucciso lo scorso 11 settembre in riva al lago Omodeo e il cui corpo è stato ritrovato mercoledì scorso, nelle campagne tra Ghilarza e Aidomaggiore, è stato ucciso con alcuni colpi che gli hanno letteralmente sfondato il cranio. Quasi sicuramente un colpo di piccone e alcuni colpi di pala.

Il dottor Roberto Testi, dirigente della Medicina legale dell’Asl 3 di Torino, molto conosciuto per aver lavorato ai noti casi di omicidio di Garlasco, Cogne e via Poma, questo pomeriggio ha eseguito l’esame necroscopico sul corpo del giovane, su incarico della Procura dei minori di Cagliari e della Procura della repubblica di Oristano.

Testi ha lavorato per quasi tre ore nell’ospedale San Martino di Oristano. Adesso avrà sessanta giorni per depositare la sua perizia che dovrà cercare di fare luce su due aspetti in particolare: com’è stato ucciso il diciottenne di Macomer? Quante persone hanno partecipato al suo assassinio?

Il perito ha prelevato anche un campione di dna, necessario a confermare l’identificazione del cadavere di Manuel Careddu, impossibile da effettuare visivamente.

Prima dell’identificazione il corpo non potrà essere restituito ai familiari e non si potranno svolgere i funerali del giovane che sarò ricordato, comunque, con una fiaccolata in programma a Macomer, venerdì prossimo, 26 ottobre, alle 18. Al termine della fiaccolata prevista un’assemblea pubblica.

In carcere accusati di concorso nell’omicidio di Manuel Careddu sono cinque giovani: tre ventenni di Ghilarza, Matteo Satta, Riccardo Carta e Chiristian Fodde, quest’ultimo probabilmente l’autore materiale dell’omicidio; e due minorenni, una diciassette di Abbasanta, e un diciassettenne di Ghilarza.

Sabato, 20 ottobre 2018

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