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Chi vuole, ora può gestire il porticciolo: Marine oristanesi vendesi

I soci, con in testa il Comune, avviano la privatizzazione che condiziona il futuro dell'impianto di Torre Grande

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Chi vuole, ora può gestire il porticciolo: Marine oristanesi vendesi
I soci, con in testa il Comune, avviano la privatizzazione che condiziona il futuro dell’impianto di Torre Grande

Foto Ufficio Stampa Comune di Oristano


Con la pubblicazione dell’avviso di asta pubblica inizia la procedura di privatizzazione delle Marine oristanesi. Comune di Oristano, Sfirs e Circolo nautico Oristano mettono in vendita la totalità delle quote della società che gestisce il porticciolo Sa Mardini di Torre Grande.

Il bando è stato pubblicato oggi e prevede che le offerte debbano essere presentate entro l’8 ottobre per essere aperte dalla commissione di aggiudicazione il 9 ottobre.

L’importo a base d’asta è dei 300 mila euro. L’aggiudicazione avverrà in favore del soggetto che, in possesso dei requisiti richiesti, avrà offerto il prezzo più elevato rispetto a quello a base d’asta.

La Società Marine Oristanesi è una srl partecipata dal Comune di Oristano per l’86% del capitale sociale, dalla SFIRS S.p.A. per il 7% e dal Circolo Nautico Oristano per il restante 7%. È stata costituta il 29 giugno 1990 per la promozione di ogni attività volta alla realizzazione e alla gestione, nell’ambito della provincia di Oristano, di infrastrutture portuali, con relative attrezzature, destinate alla promozione del turismo e atte a favorire la pratica imprenditoriale della pesca. Dal 1999 detiene la concessione demaniale marittima per la gestione del porticciolo Sa Mardini.

La dismissione delle quote comunali è stata decisa dalla Giunta Tendas prima e dal Consiglio comunale poi nel 2015 e confermata più recentemente dalla Giunta Lutzu.

La Sfirs ha preso analoga decisione nel 2017 e il Circolo nautico nello scorso mese di agosto.

“Dopo la privatizzazione della Sogeaor con questa operazione, attraverso l’apporto dei capitali privati, contiamo di favorire il rilancio di una infrastruttura strategica per il turismo e l’economia del territorio – spiegano il Sindaco di Oristano Andrea Lutzu e il consigliere delegato alle Marine oristanesi Luca Faedda -. Non è una privatizzazione per fare cassa, ma un investimento per rilanciare il porticciolo, infrastruttura sulla quale il Comune continuerà impegnarsi considerata la sua funzione strategica”.

Alla conferenza stampa, questa mattina in Comune, erano presenti anche il Vice Presidente del circolo Nautico Oristano Sandro Ruggiu e il dirigente comunale Rinalco Dettori.

Nella valutazione delle Marine oristanesi è stato considerato che la società ha chiuso gli ultimi tre esercizi con i patrimonio netto in attivo e con utile di esercizio nel 2017 di 25 mila 898 euro. La concessione demaniale, al momento prorogata sino al 31 dicembre 2020, è stata valutata 168 mila euro.

Di grande importanza il finanziamento di 5 milioni 520 mila euro concesso dalla Regione per la realizzazione dei lavori di riqualificazione e potenziamento della struttura. Il progetto approvato dalla Giunta Lutzu prevede la realizzazione di impianti di raccolta delle acque piovane, l’impianto antincendio, la sostituzione dei pontili, la realizzazione di piazzole e di aree per il porto a secco. Si tratta di strutture di stivaggio di imbarcazioni che vengono movimentate al momento del bisogno mediante potenti muletti in grado di spostare un’imbarcazione in pochi minuti. Buona parte delle somme a disposizione serviranno alla realizzazione di un intervento pilota di scavo che serva anche per orientare le scelte future per il dragaggio definitivo e complessivo. Verranno eseguite le opere di riqualificazione del porto esistente ed un intervento di escavo per complessivi 13 mila metri cubi.

Oggi i due bacini del porticciolo ospitano circa 400 imbarcazioni da diporto turistico e oltre 100 per la pesca. Si tratta per la gran parte di piccole unità (in controtendenza rispetto al mercato nautico che negli ultimi anni ha privilegiato la costruzione di unità di maggiore lunghezza) a causa dei noti limiti del fondale dell’approdo oristanese.

Possono concorrere all’asta persone fisiche, imprese, società ed enti privati, raggruppamenti temporanei che negli ultimi 5 anni abbiano esercitato comprovata attività nel settore della diportistica e/o della pesca continuativamente.

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