In carcere da quarant'anni, senza mai un permesso. Ma ora c'è una sentenza - LinkOristano
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In carcere da quarant’anni, senza mai un permesso. Ma ora c’è una sentenza

Il caso di un detenuto di Massama proposto dall'associazione Sdr riapre il dibattito sull'ergastolo ostativo

In carcere da quarant’anni, senza mai un permesso. Ma ora c’è una sentenza
Il caso di un detenuto di Massama proposto dall’associazione Sdr riapre il dibattito sull’ergastolo ostativo

“Finalmente si profila una speranza per gli ergastolani sardi che, come Mario Trudu, detenuto da 40 anni, non hanno mai potuto fruire di un permesso. La sentenza con cui la Consulta ha sancito l’incostituzionalità dell’articolo che nega la possibilità di accedere a qualsiasi beneficio penitenziario ai condannati all’ergastolo ostativo ristabilisce dopo essere rimasto offuscato per tanto tempo il principio della funzione rieducativa della pena garantita dalla carta costituzionale”.

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Rifome”, sottolineando “il negativo peso che l’interpretazione del dispositivo ha avuto negli anni sottraendo persone private della libertà ai benefici di legge nonostante abbiano partecipato attivamente al trattamento riabilitativo o maturato anche con la produzione scritta di libri una revisione del proprio vissuto”.

“La recentissima sentenza della Corte Costituzionale, presieduta da Giorgio Lattanzi, non solo afferma il principio che i benefici costituiscono la necessaria graduale risposta al percorso di cambiamento iniziato dal detenuto, pur se colpevole di un grave reato, ma valorizzano – osserva Caligaris – anche il lavoro che il sistema penitenziario mette in atto per ristabilire un corretto rapporto tra la società e chi si è macchiato di una grave colpa. Negarli quindi significa mortificare l’impegno quotidiano degli operatori penitenziari “.

Maria Grazia Caligaris

“Il caso di Mario Trudu, nato ad Arzana nel 1950, in carcere dal 1979, diplomato all’Istituto d’Arte di Spoleto, autore di due libri, è emblematico. Finora infatti non ha potuto fruire di alcun beneficio e con l’età vive una condizione di salute difficile. L’unica concessione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è stato il suo trasferimento, dopo diverse istanze con esito negativo, nel Carcere di Oristano-Massama”.

“L’auspicio è che il pronunciamento della Consulta – conclude la presidente di SDR – si applichi a tutti i casi previsti, come quello segnalato, ma che diventi anche un’occasione di dibattito sereno sulla funzione propria del “fine pena mai”, se possa essere uno strumento utile per la società e perfettamente in linea con quanto stabilisce la Costituzione”.

Lunedì, 16 luglio 2018

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