"Vogliono far morire i nostri camping? Pronti a scendere in piazza" - LinkOristano
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“Vogliono far morire i nostri camping? Pronti a scendere in piazza”

Dopo le nuove norme della Regione i titolari dei campeggi sardi da Oristano passano al contrattacco

“Vogliono far morire i nostri camping? Pronti a scendere in piazza”
Dopo le nuove norme della Regione i titolari dei campeggi sardi da Oristano passano al contrattacco

L’incontro svolto stamattina a Oristano

“Siamo pronti anche a scendere in piazza”. Nello Aversano, titolare di un camping di Arbatax che dà punti anche alle strutture alberghiere si chiede: “Ci vogliono far morire?”.

Stamane i titolari dei campeggi della Sardegna aderenti alla Faita si sono ritrovati a Torre Grande, dopo le polemiche degli ultimi giorni per la nuova norma approvata dal Consiglio regionale che contraddice quella di un anno fa e abbassa dal 35% al 25% le superfici che i campeggi sardi possono riservare alle cosiddette casette mobili. Una norma contestata con grande determinazione, la stessa che i titolari dei campeggi con in testa il presidente di Faita Sardegna Giuseppe Vacca hanno mostrato per “far capire agli amministratori regionali la valenza del nostro settore, l’importanza di queste strutture nell’offerta turistica della Sardegna, nel bilancio economico della nostra isola”.

Presente all’incontro anche il consigliere regionale Valter Piscedda, Ninni Pigozzi altro dirigente della Faita tira in ballo anche gli studi dell’Università di Sassari per avvalorare la bontà dell’offerta turistica offerta dai campeggi.

I dirigenti della Faita hanno spiegato come i trend nazionali e internazionali registrano una crescita continua della curva del turismo all’aria aperta, di quei visitatori che desiderano che la propria vacanza sia agganciata all’esperienza del territorio, del viaggio e della natura. I campeggi e i villaggi giocano, quindi, un ruolo sempre più importante sia in Italia che in tutta Europa. In particolare, le mobil-home o case mobili, le lodge tent, che si stanno diffondendo a macchia d’olio, e il concetto generale di gampling (glamour camping) rappresentano l’evoluzione naturale di campeggi e villaggi.

Molte Regioni italiane, hanno riferito ancora i dirigenti Faita, hanno adeguato la propria regolamentazione a favore del turismo all’aria aperta e delle installazioni mobili in dotazione negli stessi (si va dal 30% al 60%). In particolare la Regione Toscana nel 2017 e la Regione Puglia nel 2018 hanno, tra l’altro, incrementato la possibilità delle dotazioni percentuali delle installazioni mobili nelle strutture all’aria aperta (60% la Puglia, in Toscana dal 30 al 70%).

“Forse che queste ultime Regioni, anch’esse come la nostra dotate di Piano Territoriale Paesistico, hanno minore attenzione al paesaggio rispetto alla Sardegna?”, si è chiesto il presidente di Faita FederCamping Sardegna Giuseppe Vacca. “O forse sono amministrate da governi regionali meno sensibili del nostro verso il paesaggio, la sostenibilità e la tutela dell’ambiente? Non credo. Penso che le Amministrazioni si stiano adeguando alle nuove esigenze e richieste dei turisti aggiornando le normative di settore attraverso un piano di programmazione turistica coerente. Ciò di cui avrebbe bisogno anche la Sardegna”.

Le strutture aderenti a Faita FederCamping Sardegna, a questo proposito, si sono dette concordi nell’affermare che quello delle case mobili o delle lodge tent non è e non sarà mai considerato un tipo di turismo cosiddetto stanziale, proprio perché in controtendenza all’idea stessa di campeggio o villaggio. Gli ospiti che sceglieranno questa tipologia di alloggio, pertanto, vi soggiorneranno soltanto per un breve periodo e limitato alle proprie vacanze.

Tra gli articoli della legge urbanistica in discussione c’è il possibile aumento delle volumetrie del 25% rispetto all’esistente; Faita FederCamping Sardegna ha considerato quanto previsto “anche perché è fondamentale poter migliorare la qualità dei servizi già presenti nei campeggi e nei villaggi e per offrirne di nuovi”. Un altro dirigente dell’organizzazione, Lorenzo Carboni, ha ricordato come il PPR non consenta la nascita di nuovi campeggi.

“Perché “, si è chiesto ancora il presidente Vacca, “non pensare che gli eventuali incrementi volumetrici, previsti dal disegno di legge sulla gestione del territorio nella percentuale massima del 25% dei volumi esistenti, possano (esclusivamente per i campeggi che hanno costruito meno di 5.000 metri cubi) realizzare, in deroga alle attuali limitazioni, una quantità minima di 1.500 metri cubi destinata solo ed esclusivamente al miglioramento dei servizi e all’adeguamento degli standard qualitativi al fine di migliorare la classificazione della struttura?”.

L’obiettivo di Faita FederCamping Sardegna, hanno detto i dirigenti dell’organizzazione a Torre Grande, “è quello di migliorare ulteriormente i servizi e rispondere in maniera sempre più efficiente alle richieste della propria clientela per aumentare i visitatori, anche nei mesi di spalla, e conseguentemente i benefici economici per tutta l’isola”.

“Già oggi il comparto turistico all’aria aperta, infatti, risulta decisamente rilevante in termini di fatturato, occupazione, indotto e di presenze: l’intero settore occupa 3.400 addetti (il 90% sardo), ha circa 4,5 milioni di presenze annuali, con un fatturato di circa 100 milioni di euro e con un indotto stimato di 250 milioni di euro. Ogni euro speso in una nostra struttura genera circa 2,5 euro come ricaduta sul territorio. La maggior parte dei campeggi sono di proprietà di imprenditori sardi o patrimonio delle amministrazioni locali”.

“Il comparto è, inoltre, in grado di contribuire alla destagionalizzazione (già oggi i campeggi restano aperti circa 6 mesi all’anno)”.

“A questo proposito”, ha affermato il presidente Vacca, “bisognerà discutere con gli Enti Locali e le Istituzioni Regionali come modulare i prezzi delle utilities (acqua, energia, rifiuti, etc.) in base alle presenze effettive e non solo quelle riferite al periodo di apertura delle strutture”.

Per uniformità rispetto ad altre Regioni d’Italia e per una maggiore chiarezza per i turisti, FAITA FederCamping Sardegna da Torre Grande ha chiesto quindi l’approvazione di nuovi standard strutturali e dei requisiti per la classificazione dei campeggi e dei villaggi turistici con un massimo di 5 stelle. Più della metà (57%) delle strutture Faita FederCamping Sardegna è classificata con 3 stelle e più del 20% classificata con 4 stelle. Nell’attuale normativa regionale delle strutture all’aria aperta, infatti, è previsto che nella classificazione di queste strutture si possa assegnare un massimo di 4 stelle.

“Oltre che “allineare” la normativa regionale a quella della maggior parte delle altre Regioni”, è stato detto a Torre Grande, “l’introduzione della quinta stella permetterebbe a molte strutture di eccellenza associate a FAITA, che già oggi hanno i requisiti richiesti, di poter concorrere sui mercati nazionali e internazionali alla pari con le altre realtà. Questo riconoscimento andrebbe quindi a migliorare la competitività delle strutture ricettive sarde e ad aumentarne ulteriormente la redditività”.

“Poiché già oggi molti campeggi e villaggi sardi sono giudicati tra i migliori in Europa”, hanno affermato i dirigenti Faita, “è ragionevole pensare che si assisterebbe a una gara di emulazione verso l’eccellenza con vantaggi per l’intero mondo del turismo regionale (con buona pace di quelli a cui non piace il turismo all’aria aperta)”.

Venerdì, 13 luglio 2018

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