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Nuova mappa dei disagi negli ospedali di Oristano, Ghilarza e Bosa

I sindacati Anaao Assomed e Cimo firmano un dossier e chiedono le dimissioni del manager dell'Assl

Ospedale San Martino Oristano

Nuova mappa dei disagi negli ospedali di Oristano, Ghilarza e Bosa
I sindacati Anaao Assomed e Cimo firmano un dossier e chiedono le dimissioni del manager dell’Assl

Ospedale San Martino

I sindacati dei medici Assomed e Cimo ha diffuso un nuovo dossier aggiornato sulla situazione di difficoltà che si registra negli ospedali di Oristano, di Ghilarza e di Bosa e che viene ascritta soprattutto alle carenze di organico.

Il dossier segue quello diffuso nelle scorse settimane dallo stesso sindacato Assomed. Stavolta la mappa è stata aggiornata e ad essa si aggiunge una richiesta di dimissioni al direttore dell’Assl Mariano Meloni.

A sottoscrivere il documento, che pubblichiamo di seguito, sono stati Luigi Curreli, segretario aziendale ANAAO ASSOMED ASSL Oristano, coordinatore ANAAO ASSOMED, ATS Dirigenza Medica e componente del Direttivo Nazionale ANAAO ASSOMED, Alessandro Percivalle, consigliere regionale e nazionale CIMO, e Giampiero Sulis, segretario provinciale CIMO Oristano.

La situazione strutturale e assistenziale a livello dell’Ospedale San Martino appare in progressivo, inesorabile deterioramento.
A fronte delle rassicurazioni d’Ufficio fornite dal Direttore di ASSL, che sconfinano addirittura nell’entusiasmo quando si prospetta l’idea di nuovi fiori all’occhiello quali l’apertura della Stroke Unit, o l’apertura dei Reparti di Otorinolaringoiatria e Oculistica.
Queste ultime appaiono tuttavia ipotesi abbastanza remote, quasi impossibili da realizzare, tenuto conto dei problemi che affliggono la nostra emodinamica e del fatto che altri reparti di Oculistica e ORL nell’isola sono in grande sofferenza.
In realtà l’impressione generale è che le promesse appaiono abbastanza vane, fumose e senza orizzonti temporali precisi, mentre i tagli sono pesanti e drammaticamente attuali.

Dati relativi al personale
Cardiologia. Gravi carenze di personale non consentono di portare avanti l’attività programmata, ma solo di fronteggiare le urgenze. Dovrebbe avere un organico di 19 medici, ne annovera invece solo 12.
Conseguenze: attività di emodinamica solo h 6.00, cioè, gli infartuati possono essere trattati al San Martino solo dalle 8.00 alle 14.00, per 5 giorni alla settimana mentre nelle altre fasce orarie si deve andare altrove.

Oncologia. In attesa di diventare Struttura complessa, si avvale da tempo dell’opera di soli 3 dei 4 medici previsti e del Responsabile.
Conseguenze: Non accetta più nuovi pazienti, salvo documentate urgenze. Ciò vuol dire che gran parte dei circa 450 nuovi casi/anno dovranno rivolgersi altrove per cure e follow-up.

Oncoematologia. Attività presente all’interno della struttura di oncologia, prevederebbe in organico 4 medici mentre attualmente prestano servizio 3 medici di cui uno solo a tempo indeterminato.
Conseguenze: Non accetta più nuovi pazienti, salvo documentate urgenze. La portata di questo è facilmente comprensibile se si considerano le nuove diagnosi di patologie ematologiche oncologiche e non, che ammontano a circa 350/anno. Gran parte di questi pazienti dovranno rivolgersi altrove per diagnosi e cure. L’ematologia infatti presenta una parte di attività di diagnosi e refertazione importante, con oltre 250 aspirati midollari/anno che vanno praticati, colorati e refertati dal personale medico, stante la assenza di personale tecnico di supporto.

La situazione della Oncologia e Oncoematologia è resa ancora più critica dalla carenza di personale infermieristico (-2 infermieri) dedito ai prelievi in DH, medicazione e manutenzione dei cateteri venosi centrali, esecuzione in loco degli ECG, assistenza nelle diverse procedure invasive (toracentesi, paracentesi, biopsie osteomidollari). Tutto il personale medico e infermieristico si trova inoltre a dover svolgere attività di amministrative, di ricevimento e di portierato, poiché è stato mai assegnato un amministrativo deputato a questi compiti.

Pediatria. Presenta gravi carenze di organico: attualmente in servizio 8 medici di cui una esentata dai turni notturni. Primario e aiuto anziano in pensione rispettivamente a giugno e luglio; nonostante questo lo scorso fine anno si è proveduto a dare il via libera al trasferimento di un medico al Brotzu senza mai sostituirlo. Si ricorda che i pediatri seguono il reparto, il nido e la sala parto, e se necessario devono effettuare il trasferimento del paziente ad altro Ospedale. L’ATS stessa ha previsto per Oristano una pianta organica di 12 medici.
Inoltre, con l’andata in pensione del primario verrà a mancare nella struttura la figura del neuropsichiatra infantile e non sarà più possibile effettuare e refertare Elettroencefalogrammi pediatrici.

Medicina. Gravi carenze di organico medico e infermieristico creano gravi problemi nella gestione dei pazienti ricoverati. Prevedeva un organico di 16 medici, già sottostimato relativamente ai volumi di lavoro e alla presenza di 8 letti di terapia semi-intensiva. A fronte di tutto ciò i medici attualmente in servizio sono 14, di cui 2 esentati dai turni per ragioni personali o familiari.
Conseguenze: turni di lavoro massacranti. Maggiore esposizione al rischio di errore. Impatto negativo sulla qualità della assistenza percepita.

Nefrologia. Anch’essa presenta gravi carenze di organico. Mancano in organico 3 medici. Sono presenti in reparto 5 medici più il primario, due tra questi hanno limitazioni (104), ci sono solo 4 medici per fare le reperibilità notturne. Quattro anni fa vi erano 8 medici più il primario; ci sono stati 2 pensionamenti e attualmente 1 gravidanza.
Conseguenze: sono stati chiusi i letti di degenza e ridotti gli accessi a Ghilarza da 6 a 4 a settimana.

Laboratorio Analisi. Gravi carenze di organico (3 dirigenti in meno a Oristano, 2 Dirigenti in meno a Ghilarza e 2 in meno a Bosa).
Conseguenze: interrotta la Guardia Notturna trasformata in pronta disponibilità di eventuale consulenza telefonica: non si producono referti nelle ore notturne, ma vengono dati in visione i risultati macchina validati dal personale Tecnico di Laboratorio Biomedico.

Chirurgia. In servizio 8 medici più il primario, tra questi tre unità non prestano le 38 ore settimanali per limitazioni varie. Negli scorsi 2 anni si sono perse tre unità che tuttora non sono state rimpiazzate. L’atto aziendale dell’ATS prevede 13 unità.
Conseguenze: riduzione delle sedute operatorie programmate e allungamento delle liste d’attesa.

Radiologia. Attualmente sono presenti in servizio 9 medici più il primario tra cui 1 medico in orario ridotto per allattamento che non può fare turni notturni o festivi. Un medico in gravidanza a rischio da marzo. Mancano almeno tre medici per poter utilizzare tutte le apparecchiature. A causa della carenza di medici le apparecchiature di ecografia, TAC e RM sono sottoutilizzate.
Conseguenze: allungamento delle liste d’attesa. La Risonanza Magnetica viene utilizzata solo 6 ore al giorno (1 turno) dal lunedi al venerdi, mentre non è possibile effettuare le prenotazioni che sono state sospese. Cardio-RMN mai decollata nonostante il personale medico e tecnico abbia già completato il corso di addestramento.
Inoltre sospensione da circa un anno delle prestazioni di radiologia interventistica che garantiva l’esecuzione in loco di biopsie TAC guidate, vertebroplastiche, ecc.

Pronto Soccorso. Gravi carenze di personale non consentono di far fronte all’aumentato carico di lavoro derivante dal depotenziamento del Pronto Soccorso di Ghilarza. Attualmente sono presenti 10 medici più il primario, vi è una collega in gravidanza e un’altra in aspettativa lunga. Lo scorso fine anno un collega è andato in pensione e a febbraio si è persa un’altra unità per trasferimento ad altro ospedale deciso dall’ATS; riepilogando mancano 3 unità rispetto all’organico dello scorso anno a fronte di una sola unità in entrata che, date le condizioni lavorative ha rassegnato le dimissioni.
Conseguenze: Recentemente si è resa necessaria la chiusura della Osservazione Breve Intensiva (OBI), per la impossibilità di garantire una assistenza ottimale. La chiusura dell’OBI ha immediatamente comportato una saturazione dei posti letto dell’Ospedale.
Ciò può comportare la necessità di doversi ricoverare in Ospedali lontani, con annessi trasporti in Ambulanza e aumento di costi per la comunità e disagio per pazienti e familiari.

Neuroriabilitazione. Reparto istituito senza previsione di medico di guardia, né reperibilità notturna che sono state messe in capo ai medici della U.O.Medicina. Il Tribunale di Oristano ha ribadito l’illegittimità della guardia interdivisionale, perché questa non ha tenuto conto della equipollenza o affinità tra le specialità mediche e perché non vi era la reperibilità dello specialista di riferimento. La ASSL ha tamponato in modo approssimativo la situazione impiegando la libera professione d’azienda e integrando con la reperibilità di un medico del reparto di riferimento.

Endoscopia digestiva. Nel 2017 ha praticato 4800 esami endoscopici, oltre 1000 visite ambulatoriali, 75 ricoveri ordinari.
Dal dicembre 2017, per carenze di organico, non garantisce il servizio di pronta disponibilità notturna per urgenze/emergenze.
Si avvale attualmente dell’opera di 3 medici che, con grande difficoltà, garantisce il servizio di pronta disponibilità diurna fino alle 20.00. In estate i medici in servizio saranno solo 2, per garantire le ferie estive.

Psichiatria. Dei gravi problemi di organico (sono in servizio solo 6 medici rispetto ai 12 previsti) e di sicurezza di questo reparto hanno parlato tutti i giornali dopo l’aggressione di 2 dottoresse da parte di un paziente.

Farmacia. In affanno la farmacia territoriale e ospedaliera per gravissime carenze di organico. Non riescono più a far fronte in tempo reale alle richieste dei reparti e dei cittadini con gravi disservizi per entrambi, nonostante la grande abnegazione degli operatori.

Dati relativi alle Strutture
Alla scarsa cura nel mantenimento di piante organiche atte a soddisfare le istanze di salute delle popolazioni del territorio oristanese, fa il paio lo stato di abbandono in cui versano le strutture.
Mentre, da un lato, si è impegnati nel rifacimento del cappotto esterno dell’Ospedale, dall’altro lato ci duole constatare vere e proprie carenze strutturali.
Condizionamento: interi reparti si trovano a patire le carenze dell’impianto di climatizzazione, a livello del corpo P, corpo principale dell’Ospedale. In questi Reparti non si ha neanche la possibilità di sfruttare le “correnti d’aria” aprendo le finestre, cosa non sempre salutare a livello di degenza ospedaliera, per via della presenza di guano e pidocchi di piccione sui balconi e davanzali.
Ai piani bassi, vedi corpo staccato ove è situata l’oncologia, l’impianto di climatizzazione, guasto e fermo da maggio dell’anno scorso è stato riavviato in via provvisoria e funziona bene solo a teperature esterne non troppo elevate. Ciò è tanto più grave se si tiene conto delle frequenti condizioni di criticità in cui si trovano i pazienti oncologici e oncoematologici.
Le condizioni di criticità in cui si trovano a lavorare gli operatori medici e infermieristici, oberati da carici di lavoro eccessivi per carenza di organico e da pratiche amministrative sempre più oppressive, divengono particolarmente gravose per via delle condizioni climatiche avverse.
Si è presa visione di una delibera del Direttore Generale ATS datata 31 maggio 2018 e pubblicata il 4 giugno 2018 che sembra voler prendere provvedimenti in tal senso. Al momento non sono chiari i tempi attuativi.

Conclusioni
L’Ospedale San Martino si trova da tempo in una situazione di grave criticità che dilata i tempi necessari per fornire risposte alle istanze di salute i cittadini;
restringe la gamma delle offerte di diagnosi e cura costringendo le popolazioni residenti a subire gravi disagi, proprio nel momento di maggiore bisogno;
mina la sicurezza stessa delle prestazioni mediche;
crea grave disagio agli operatori che si trovano a dovere fronteggiare quantità di richieste che vanno al di là delle loro reali possibilità in un ambiente lavorativo reso inospitale da palesi carenze organizzative e da condizioni climatiche avverse.
Tutto ciò impatta negativamente sulla sanità oristanese anche a medio-lungo termine perché l’aumento della mobilità passiva viene di per sé considerato un fattore negativo ai fini della allocazione delle risorse e porta all’ulteriore de finanziamento del nostro sistema sanitario.
Insomma la situazione è gravissima e sempre meno le comunicazioni di comodo alla stampa fornite dal dr. Mariano Meloni e il fumo sparso ad arte dall’Assessorato e dal DG della ATS riescono a mascherare le gravissime criticità.
Allo stato delle cose il Direttore di area Dr. Mariano Meloni sembra esercitare il suo ruolo in modo palesemente inadeguato a tutelare la sanità oristanese. Questo ci porta alla dolorosa conclusione di rompere ogni relazione sindacale con lui e chiederne senz’altro le dimissioni.
Crediamo che il tempo delle risposte di comodo date per prendere tempo e rimandare sine die le decisioni sia finito.
Noi siamo seriamente preoccupati per la serenità professionale dei medici e degli altri operatori sanitari e per la salute dei cittadini.

Mercoledì, 20 giugno 2018

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