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Sì al reddito di libertà per le donne vittime di violenza

Anita Pili (Presidenza Cal): "Un atto dovuto a tutela delle donne"

Anita Pili

Sì al reddito di libertà per le donne vittime di violenza
Anita Pili (Presidenza Cal): “Un atto dovuto a tutela delle donne”

Il Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna esprimerà parere favorevole alla proposta di Legge Regionale 472, presentata da 35 consiglieri regionali di maggioranza e opposizione, che punta ad istituire il reddito di libertà per le donne vittime di violenza.

I membri dell’ufficio di presidenza dell’organo istituzionale che rappresenta i sindaci presso la Regione ritengono che la proposta di legge sia un’importante gesto di civiltà e un significativo passo avanti nella lotta alla violenza di genere, un fenomeno che secondo i dati dell’Istat ha assunto proporzioni preoccupanti e che necessita di forti prese di posizione da parte della politica.

Grazie alla legge sul Reddito di Libertà sarà possibile contrastare alcuni degli aspetti più sottovalutati quando si parla di violenza di genere che sono la mancata indipendenza economica e le difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro che spesso impediscono alla vittima di denunciare i ricatti e i soprusi del partner violento. La legge si propone non solo di dare sostegno economico per un periodo che va dai 12 ai 36 mesi ma anche, attraverso una serie di protocolli d’intesa con le imprese, di favorire l’inserimento di queste donne nel mondo del lavoro.
La legge sul reddito di libertà cercherà di risolvere delle situazioni di emergenza: in Italia non esistono diritti lavorativi e specifici per le donne vittime di violenza, accanto alle misure di prevenzione che lavorano su un necessario cambiamento culturale rispetto alle questioni di genere, è importante agire nell’immediato garantendo un aiuto concreto che faciliti la costruzione dei percorsi di libertà su cui lavorano i centri antiviolenza.

Anita Pili

Un atto dovuto a tutela delle donne, come sottolineato dalla sindaca di Siamaggiore Anita Pili, membro dell’ufficio di presidenza del CAL: “È fondamentale che la regione legiferi a favore delle donne vittime di violenza. Uno degli elementi che determinano la non denuncia è proprio quello della mancanza di autonomia finanziaria, che lega pertanto la vittima al carnefice. La proposta di legge rappresenta uno strumento fondamentale per consentire alle donne di essere libere di scegliere, libere di decidere di denunciare e di iniziare un percorso di miglioramento. Non dobbiamo sottovalutare la situazione delle madri vittime di violenza che hanno necessità di sostegno non solo per loro, ma anche per i loro bambini. Una legge come quella sul reddito di libertà rappresenta una presa di coscienza forte su un fenomeno come quello della violenza sulle donne, che è ancora dominante nella nostra società e che va debellato in ogni sua forma“.

Concetto rafforzato dalla presidentessa del Centro Antiviolenza “Onda Rosa” di Nuoro Luisanna Porcu “Ogni giorno ci troviamo ad affrontare forme di violenza fisica e psicologica sempre nuove con il coraggio e l’impegno di tutte le nostre operatrici e con la forza che nasce dalla volontà di reagire per accompagnare le donne vittime di maltrattamenti verso un percorso di vita nuovo, fatto di auto-affermazione e di libertà dalla violenza.
La violenza economica sperimentata negli anni di maltrattamenti ha spesso determinato l’esclusione o la fuoriuscita dal mondo del lavoro per le donne vittime di violenza e la certezza che possa esistere un reddito che le supporti nel loro progetto di autodeterminazione ha sicuramente una duplice valenza: da una parte quella di una dote di autonomia spesso necessaria per riprogettarsi un futuro, dall’altra quella di sperimentarsi come “donna libera e capace” in percorsi lavorativi che possono contribuire efficacemente alla sua autodeterminazione.”

Lunedì, 18 giugno 2018

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