In aumento nella Provincia di Oristano gli incidenti sul lavoro gravi - LinkOristano
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In aumento nella Provincia di Oristano gli incidenti sul lavoro gravi

Ricerca della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Peggio solo nel Medio Campidano

Sicurezza lavoro

In aumento nella Provincia di Oristano gli incidenti sul lavoro gravi
Ricerca della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Peggio solo nel Medio Campidano

Lavoro e sicurezza

La provincia di Oristano è al ventesimo posto tra le 110 province italiane nella triste classifica stilata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che ha monitorato l’andamento negli ultimi cinque anni, compresi tra il 2012 e il 2016, dell’incidenza sul totale degli incidenti sul lavoro, di quelli che hanno causato il decesso del lavoratore o gli hanno arrecato un danno biologico superiore al 15%. In provincia di Oristano purtroppo si è registrato un incremento del 2,2%. Nel resto dell’Isola ha fatto peggio solo la provincia del Medio Campidano con un incremento del 3,8%.

A dieci anni dall’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 81/2008 sulla salute e la sicurezza sul lavoro e in occasione della XV edizione della Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro del 28 aprile, ideata dalla International Labour Organization (Ilo) nel 2003, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha analizzato gli infortuni che compromettono la capacità lavorativa della vittima.

In base ai dati Inail, la situazione nel 2016 in Italia è fortunatamente migliorata: sono stati 4.894 i lavoratori vittime di infortuni che hanno compromesso gravemente la loro salute contro i 5.675 del 2015. Anche se il dato è diminuito, si continua a morire sul posto di lavoro: si passa infatti dai 973 casi del 2015 agli 842 del 2016. Il totale degli eventi registrati nel 2016 è pari all’1,1% del totale degli infortuni sul lavoro. Si può dunque dire che ogni 100 infortuni denunciati all’Inail, uno è invalidante o mortale.

Da un punto di vista settoriale, il rischio di un danno biologico superiore al 15% è massimo nel settore agricolo (3,4% sul totale degli infortuni del settore) e in quello delle costruzioni (3,3%). Seguono il settore della lavorazione del legno (2,3%) e le attività minerarie (2,2%). Dallo studio emerge che il rischio di morte o di infortunio invalidante per i lavoratori del Mezzogiorno è triplo rispetto alle regioni del Nord Italia.

La maggiore probabilità di infortuni invalidanti si riscontra tra i lavoratori con età elevata (a partire dai 55 anni) dove il 2,2% degli eventi infortunistici comporta un danno biologico superiore al 15%. In questa classe di età si concentra la più alta probabilità di perdere la vita in caso di incidente sul lavoro (3,6 casi ogni mille infortuni rispetto ad un media nazionale di 1,5 ogni mille).

“Se le oltre 800 morti bianche rappresentano un dato allarmante in un Paese che più di dieci anni fa ha introdotto una serie di norme a tutela dei lavoratori”, afferma Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “non lo è da meno quello delle 4.900 vittime di infortuni invalidanti, per i quali viene a mancare la possibilità di esercitare il diritto-dovere al lavoro sancito dalla Costituzione Italiana. Un danno sociale enorme, particolarmente accentuato al Sud dove la sicurezza sul lavoro rappresenta una sfida da vincere per la tutela dei lavoratori”.

Venerdì, 27 aprile 2018

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