Sara, la giovane filosofa di Oristano che vuol fare il medico - LinkOristano
Prima categoria

Sara, la giovane filosofa di Oristano che vuol fare il medico

Terza classificata alla finale sarda delle Olimpiadi della filosofia, studia al Liceo De Castro

Sara Cappello

Sara, la giovane filosofa di Oristano che vuol fare il medico
Terza classificata alla finale sarda delle Olimpiadi della filosofia, studia al Liceo De Castro

Sara Cappello

“Quando ho deciso di frequentare il liceo classico non l’ho fatto solo per il greco e il latino, che comunque erano materie nuove e mi attiravano. In realtà non vedevo l’ora di arrivare al terzo anno per iniziare filosofia, perché studiare la storia del pensiero era qualcosa che mi affascinava e che sentivo di voler approfondire”. Sara Cappello, oristanese, studentessa del terzo anno del Liceo Classico De Castro, è una vera e propria filosofa in erba. E’ salita sul podio delle Olimpiadi di Filosofia della Sardegna, ma non può andare alle gare nazionali, perché ha ottenuto il terzo posto. La passione per la disciplina dei pensatori, in lei, però, non accenna a diminuire e non considera questa mancata opportunità come una sconfitta. Anzi, confessa: “Al di là del risultato, partecipare è stata comunque una grande soddisfazione”. E, con una lungo flashback, racconta il giorno della competizione.
“La mattina della gara, il 2 marzo, siamo arrivati in sede, a Cagliari, nel dipartimento di studi umanistici, a piedi, dopo una bella camminata che mi ha schiarito le idee e dato anche la giusta concentrazione”, dice Sara Cappello. “Non ero preoccupata perché non si trattava di un test o di quesiti precisi, era solo un’occasione per liberare il mio pensiero nella scrittura e per esternare i miei pensieri anche attraverso le mie emozioni del momento che, comunque, si facevano sentire. Un po’ di ansia c’era, ma non da ostacolare il lavoro. Ero solo felice di essere arrivata fino a lì”.
“Quando sono entrata nella sala e ho visto che iniziava a riempirsi ho detto: “Ci sono troppe persone, non passerò mai”. Poi, invece, sono rimasta abbastanza soddisfatta dell’elaborato che ho svolto, ma a prescindere da questo la giornata è stata allegra, grazie anche alla compagnia dell’altra ragazza con cui ho fatto la prova, Claudia Piga, e all’accompagnamento delle due professoresse di filosofia, Alessandra Melas e Helga Corpino, che ci hanno motivate e aiutate”.
A ben vedere, Sara Cappello parrebbe già instradata verso il corso di laurea in filosofia. E invece, a dispetto del legittimo “misunderstanding”, riserva a tutti una sorpresa; vorrebbe immatricolarsi in un corso di laurea scientifico: quello di medicina.
“La filosofia mi affascina”, dice, “ma penso che studiarla sui banchi non sia l’unico modo per coltivarla, anzi ci sono tanti limiti nella scolarizzazione della filosofia. Anche se è una mia passione che continuerò a coltivare, ho deciso di provare il test di medicina a settembre. Questa è la mia prima scelta per il percorso di studi, poi non si sa mai cosa capiti nella vita”, si giustifica. Vuole diventare un medico con la passione del filosofeggiare? “Sicuramente anche un buon medico deve avere un’umanità e una sensibilità che il pensiero filosofico può accrescere e sostenere”, risponde Sara Cappello. “L’amore per la vita e per se stessi sono il primo passo per la cura degli altri e la comprensione dei problemi e delle malattie. Anche il filosofo, come il medico, stana i meccanismi malati e corrotti del sistema e li cura e li migliora. Il medico fa lo stesso, sia col corpo che con l’anima umana. Faccio mio il detto “mens sana in corpore sano”. Solo da questo si può intuire quanto strettamente medicina e filosofia siano collegate”.
I primi veri intellettuali, come Ippocrate, erano filosofi e medici. Sara adduce argomentazioni di ottima qualità. Ma, sotto sotto, ha forse il minimo rimpianto di aver frequentato il De Castro? “Non mi sono pentita della mia scelta e se dovessi tornare indietro rifarei il classico”, afferma convinta. “Forse la preparazione nelle materie scientifiche non sarà completa, ma si può rimediare. Il classico mi ha dato una certa forma mentis e uno spirito critico, che non hanno niente a che fare con l’interrogazione o con lo studio, e anzi se non avessi fatto il classico forse non avrei scelto di fare medicina in futuro”. Chapeau. (Alessio Cozzolino)

Lunedì, 26 marzo 2018

commenta