Quelle grida d'aiuto nella notte e poi i maltrattamenti: un arresto - LinkOristano
Prima categoria

Quelle grida d’aiuto nella notte e poi i maltrattamenti: un arresto

I particolari e le immagini dell'inchiesta della Squadra Mobile nella casa di accoglienza per anziani di Silì

Quelle grida d’aiuto nella notte e poi i maltrattamenti: un arresto
I particolari e le immagini dell’inchiesta della Squadra Mobile nella casa di accoglienza per anziani di Silì


Le grida rompono il silenzio della notte: “Aiuto, aiuto, aiuto”. Poi un lamento. In quei minuti strazianti registrati dai microfoni spia piazzati dalla Squadra mobile nella casa per il ricovero di anziani Villa Rosina a Silì, c’è tutta un’inchiesta che, purtroppo, ha portato alla luce un nuovo caso di maltrattamenti a danno di persone anziane e malate in una struttura di accoglienza. La titolare di Villa Rosina, Loretta Puddu, 59 anni, è ora agli arresti domiciliari, proprio con l’accusa di maltrattamenti.


Il capo della Squadra Mobile di Oristano Samuele Cabizzosu ha spiegato che quando faceva, da sola, i turni di notte, infieriva sugli ospiti in difficoltà, quelli con maggiore bisogno di assistenza. Le urla registrate dalla polizia sono quelle di un anziano ammalato di diabete. Loretta Puddu per fare cessare quel lamento andava a toccare proprio la parte del corpo dolorante dell’uomo, un piede. E non è il solo episodio riscontrato ascoltando le registrazioni durate mesi.

Un altro ospite di Villa Rosina era finito tre volte al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano, l’ultima volta in coma: Loretta Puddu aveva esagerato con i sedativi che peraltro non avrebbe potuto neppure somministrare perché non abilitata. E poi ancora persone legate a letto, prese a urla, trattate male.

Samuele Cabizzosu

Il comunicato ufficiale della Questura. “L’ascolto delle conversazioni ha permesso di accertare che gli anziani ospiti della comunità, persone debilitate, indifese, affidati a tale struttura per ragioni di assistenza, cura, vigilanza e tutela della loro persona, sono effettivamente state vittime di condotte violente di natura fisica, psicologica e morale, caratterizzate principalmente da costrizioni e vessazioni, di cui vi è esempio come da foto che si allegano, ove si vedono lesioni, escoriazioni e immobilizzazioni della persona”.

“Tali maltrattamenti sono ravvisabili anche nelle condotte e/o comportamenti omissivi, determinati da rinnovate violazioni dei doveri di solidarietà ed appunto, di cura e vigilanza, che le stesse norme penali contro gli interessi familiari tendono a tutelare”.

“A tal riguardo si rilevano le situazioni e condizioni d’incuria in genere e/o inadeguata e/o ritardata cura nei confronti degli anziani ospiti, per i quali sussistono specifici obblighi, quali la corretta e regolare igiene della persona, del vestiario, del suo alveo e degli spazi alla stessa indispensabili, l’adeguata e, all’uopo, personalizzata nutrizione, nonché la protezione della loro persona in genere”.

“Di rilevanza probatoria è stato, altresì, il riscontro dell’indiscriminata ed irregolare somministrazione di farmaci agli anziani, finalizzata a farli apparire particolarmente rilassati di fronte ai loro familiari e visitatori e ad evitare che gli stessi disturbassero, soprattutto nel corso della notte, coloro che erano addetti alla loro vigilanza e tutela”.

“La successiva attività d’ascolto degli intercettati ha ulteriormente arricchito il quadro accusatorio, già indubbiamente e palesemente grave nella fase investigativa preliminare, integrando e confermando la reiterazione delle condotte delittuose in trattazione”.

“A tale riguardo si segnala in particolare un episodio nel quale la titolare della casa di cura. minaccia ad un anziano, qualora non cessi di disturbare con i suoi lamenti, di provocargli intenzionalmente del dolore al piede, sofferente a causa di patologia diabetica”.

“Altro fatto di rilievo è la condizione di sopore degli anziani ospiti della comunità, riscontrata nelle comunicazioni captate nel corso dell’attività investigativa, allorquando si è sentito che i sanitari avevano riscontrato un eccesso di sedazione”.

“Peraltro la stessa falsificazione dei parametri vitali, con i conseguenti pericoli per le persone, sono stati analogamente riscontrati in alcune conversazioni”.

“L’attività della Squadra Mobile si è basata altresì su elementi informativi di persone in grado di riferire circostanze utili ai fini delle indagini, individuate nei familiari degli ospiti, nel personale socio sanitario e negli stessi ospiti”.

“In particolare una paziente ha dichiarato che la titolare le strizzava il seno poiché gelosa della abbondanza di misura della degente; altresì quando la stessa donna era senza dentiera la titolare le allargava la bocca senza motivo e altre volte le premeva sugli occhi coi pollici causandole dolore”.

I segni dei maltrattamenti sul collo di un paziente

Una paziente legata al letto

I lividi riportati da una ospite di Villa Rosina

L’inchiesta. L’inchiesta della Squadra Mobile della questura di Oristano è partita a febbraio scorso. Tre operatrici socio sanitarie dipendenti di Villa Rosina si sono presentate alla polizia per denunciare la grave situazione nella casa di accoglienza, dalla quale subito dopo si sono licenziate. La polizia è subito entrata in azione, tra non poche difficoltà. Come ha spiegato il capo della Squadra Mobile Samuele Cabizzosu non si è riusciti a montare un sistema di telecamere spia, ma si è dovuto optare per delle microspie audio che hanno registrato migliaia e migliaia di ore di conversazioni e rumori. Gli agenti hanno dovuto ascoltare quelle registrazioni e poi effettuare i riscontri per ricostruire quanto nelle stanze della casa di accoglienza di Silì stesse accadendo. Soprattutto la notte e soprattutto la notte, quando di turno era la titolare Loretta Puddu, da sola.

Gli uomini della Squadra mobile hanno eseguito quindi un accesso insieme al personale dell’Assl di Oristano. In quella circostanza sono state registrate diverse irregolarità: 11-13 persone a fronte di 7-9 che potevano risiedere nella struttura e ben 6 non autosufficienti, che nella stessa struttura non potevano proprio esserci. I responsabili di Villa Rosina, però subito dopo hanno sanato le irregolarità. Quasi tutte, perché un ospite non autosufficiente è rimasto, ha spiegato il capo della Mobile Samuele Cabizzosu, convinto che la titolare Loretta Puddu, avesse subdorato l’avvio dell’inchiesta e la presenza di microspie. Cionostante Puddu, secondo gli inquirenti, avrebbe proseguito con i maltrattamenti.

La polizia in questi mesi ha interrogato anche diverse persone ed effettuato numerosi riscontri, accertando che dal 2015 a Villa Rosina le cose non andavano, come sarebbe dovuto essere. Se n’era accorta anche una giovane tirocinante che nella residenza aveva lavorato appena due giorni, durante i quali aveva litigato malamente, lamentando lo stato di precarietà e i metodi seguiti a Silì. Tutto registrato dalle microspie e tutto confermato poi alla polizia che successivamente l’aveva interrogata.

Elementi finiti in un fascicolo corposo che, ha spiegato il procuratore di Oristano Ezio Domenico Basso, a novembre scorso ha portato la procura a chiedere un provvedimento cautelare nei confronti di Loretta Puddu, concesso dal giudice lunedì scorso 8 gennaio. Domanda: non si poteva far cessare questi maltrattamenti a carico degli anziani appena resisi conto della situazione? Gli inquirenti hanno risposto che la mancanza dei video ha fatto sì che si dovessero cercare tutti i riscontri su quei dialoghi e quelle urla registrati dalle microspie, un lavoro complesso e che ha portato via tempo. E un’indagine che prosegue.

Il vice questore vicario Rita Cascella ha evidenziato il senso civico delle operatrici socio sanitarie che hanno denunciato la vicenda e invitato chi può a collaborare con le forze dell’ordine.

Villa Rosina resta aperta. Nonostante il drammatico quadro e i maltrattamenti portati alla luce dall’inchiesta della polizia la casa di accoglienza per anziani Villa Rosina resta aperta. La Procura al momento non ha ravvisato elementi tali da portare all’assunzione di un provvedimento che ne bloccasse l’attività, ha fatto sapere il procuratore della Repubblica Ezio Domenico Basso, rimandando a eventuali provvedimenti amministrativi in capo all’Assl di Oristano. E all’Assl dicono che all’ultimo controllo effettuato non risultano irregolarità tali da richiedere la chiusura della struttura.
La casa di accoglienza Villa Rosina è controllata dalla titolare Loretta Puddu, amministratore e socia col 51% delle quote. Nella società, con l’altro 49% di quote il figlio Bruno Pistis. Le attività della casa di accoglienza al momento vengono seguite da personale dipendente.

Giovedì, 11 gennaio 2018

commenta