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Al Classico De Castro Andrea Caschetto, ambasciatore del sorriso

L'incontro con gli studenti raccontato da Alessio Cozzolino

Oristano - Classico - Incontro Caschetto FOTo di Rita Sanna

Al Classico De Castro Andrea Caschetto, ambasciatore del sorriso
L’incontro con gli studenti raccontato da Alessio Cozzolino

Un momento dell’incontro – Foto Rita Sanna

di Alessio Cozzolino
Andrea Caschetto, ventisettenne già scrittore e attivista ragusano (che preferisce essere definito «cittadino del mondo»), è stato ospite del Liceo Classico De Castro di Oristano. L’incontro, un evento fortemente desiderato dall’Istituto oristanese quanto dall’associazione Lìberos, è stato moderato dalla docente di lettere Sabrina Sanna. La conferenza, che doveva essere inizialmente la presentazione del nuovo libro di Caschetto (Come se io fossi te, Chiarelettere, Milano 2017), ha ben presto acquisito un’altra direzione: è diventata una discussione a tu per tu con gli studenti, senza oziosi panegirici autoreferenziali; l’attivista, infatti, ha fatto di tutto per sciogliere l’iniziale imbarazzo aleggiante tra gli studenti e catturare così la loro simpatia. Egli è salito, inaspettatamente, sul tavolo con la docente Sabrina Sanna. Quest’ultima, nonostante l’imbarazzo iniziale, ha da lì condotto la conversazione con Caschetto, attraverso una considerevole scioltezza; dunque, dopo un breve momento d’ilarità, causato forse dall’insolita posizione dei due, la prof.ssa Sanna ha sintetizzato la biografia di Caschetto, ridestando l’attenzione di tutti. «Andrea ha avuto, quando aveva 15 anni, un tumore al cervello. È stato operato, è guarito e da lì ha cominciato ad amare la vita. Come eredità, il cancro gli ha rimosso la memoria a breve termine. Ciononostante è laureato, ha un master ed è un’attivista di successo».

Lo scrittore, che predilige essere chiamato viaggiatore (e giammai turista, epiteto che detesta gli venga affibbiato), ma conosciuto da tutti come l’Ambasciatore del Sorriso, ha raccontato una gragnuola di aneddoti e reminiscenze davanti a una vasta platea di adolescenti, professori e curiosi: dal suo viaggio in giro per il mondo – con solo 4000 euro in tasca – per visitare gli orfanotrofi e portare un sorriso ai bimbi più sfortunati, alla carriera mancata di magistrato («Se non avessi avuto il tumore, probabilmente oggi sarei stato un magistrato e avrei combattuto contro la mafia», ha affermato), passando per le unioni civili e i diritti delle donne, terminando con la felicità procuratagli dall’apertura di una scuola per i meno abbienti (da lui strenuamente voluta) chiamata «Dove nasce l’arcobaleno» (in onore del titolo del suo primo libro, pubblicato da Giunti, i cui proventi gli hanno permesso di coronare la sua insolita ambizione) e un’altra moltitudine di scene di vita scolastica: come ha fatto a laurearsi con il problema alla memoria (associava a ogni concetto un’immagine mentale. Ad esempio, nel caso in cui avesse dovuto studiare il conduttore di elettricità lo apprendeva pensando a un conduttore televisivo e a una saetta), di materie alla meglio sopportate (la lingua di Cicerone, il proverbiale latinorum), di materie amate (la matematica) e tante altre cronache di vita.
Più dettagliatamente, Caschetto ha parlato dei diritti di cui dovrebbero godere tutti gli esseri umani, di immigrazione e di accoglienza per il diverso: lo straniero, secondo la visione di Andrea Caschetto, arricchisce la società di costumi differenti, nonostante i razzisti (contro i quali sferra un duro attacco) pensino che i migranti, i quali attualmente sono visti come diversi, depauperino la società e siano una minaccia per la pubblica incolumità. A tal proposito, ha dato la parola a F., un giovane alunno del Liceo Classico, con il quale ha conversato brevemente circa la cultura della nazione nella quale è nato e ha vissuto, il Senegal, per abbattere numerose barriere e moltitudini di stereotipi. «In un periodo carico di tensione come il nostro», ha illustrato fermamente il ventisettenne ragusano, «dovremo essere, nel nostro piccolo, ambasciatori della pace e diffidare di coloro che istigano all’avversione verso chi da noi è apparentemente differente».
Alcuni alunni, entusiasti dell’incontro, hanno avuto a dire: «È stato coinvolgente, simpatico e interessante» (Riccardo P., quinta ginnasio), «La conferenza mi è piaciuta moltissimo. Caschetto mi ha fatto capire molte cose e credo le abbiano comprese anche gli altri partecipanti (Riccardo R., quinta ginnasio), «Mi è piaciuto come dialogava con noi, il modo in cui ci ha resi partecipi» (Alessia P., quinta ginnasio). E tante altre attestazioni di stima, tra cui quelle di Gioia A., Sara S. Benedetta M. ha così commentato: «È stata un’espressione di ideali propri di un persona che si è trovata in tutte le situazioni descritte», mentre Eleonora F. ha evidenziato la sua opinione in questa maniera: «Sono del parere che il nostro ambasciatore del sorriso abbia lasciato un segno in tutti noi». La vicepreside del Classico oristanese, Dora Pinna, ha scritto sul suo profilo Facebook: «Che dire? Incontro entusiasmante, ottimismo contagioso, pubblico incantato». Un grazie particolare, come spiega la prof.ssa Pinna, è destinato alla prof.ssa Rita Sanna, la prima “sinapsi” tra la scuola e Caschetto.

Sabato, 16 dicembre 2017

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