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Giovanni Piscedda, piccolo artigiano che ha scritto la storia di Arborea

Un articolo di Beppe Meloni

Giovanni Piscedda, il piccolo artigiano che ha scritto la storia di Arborea
di Beppe Meloni

Beppe Meloni

Peppetto Pau l’ha definita “una storia che pare leggenda”, ma a Oristano sono in pochi a ricordare Giovanni Piscedda (23/07/1897 – 02/01/1988). Modesto artigiano, che ha vissuto a lungo da pensionato nel popolare quartiere di Su Brugu a Sant’Efisio, e che ha visto nascere e crescere Arborea.  Un brillante autodidatta che ha narrato, come gli antichi aedi, una storia che pare un sogno, e che altro non è che una grande vicenda umana.
Un libro, “Arborea”, di Giovanni Piscedda, stampato nel secondo dopoguerra in una tipografia artigiana locale, che merita un’attenta rilettura soprattutto da parte di coloro che amano tornare indietro nel tempo alla ricerca di questa nostra storia arborense, piena di fascino e sempre di viva attualità. La storia si svolge negli anni Venti del Novecento, in quegli anni, come ricorda Paolo Fadda, storico cagliaritano di grande spessore “quando l’intreccio tra politica e impresa si fece più stretto e l’intervento dello Stato diventò più deciso e determinante”.  Quando il capitale finanziario, allora gestito dall’intraprendenza della Banca Commerciale Italiana, si fa sentire anche in Sardegna attraverso interventi decisivi nel progetto di sviluppo e negli investimenti del nuovo monopolio industriale dell’elettricità. E’ in quegli anni che nasce infatti la Società Elettrica Sarda, seguita a ruota dalla Società per le imprese idrauliche ed elettriche del Tirso, concessionaria per la realizzazione del grande impianto sul fiume omonimo nell’Alto Oristanese. E proprio nel corso della prima Guerra Mondiale (1917) appare sulla scena isolana un personaggio di eccezionale statura e capacità manageriale. Quel Giulio Dolcetta (1880 – 1943), destinato a giocare un ruolo fondamentale nel quadro dello sviluppo socio economico della Sardegna del primo dopoguerra. Dolcetta è un veneto che “alle indubbie qualità del manager sapeva accoppiare la fantasia dell’innovatore, la visione riformatrice del politico e la caparbia volontà del pioniere”.
Ma qual’era allora il volto dell’odierna Arborea? Facciamo parlare ancora Giovanni Piscedda, e dalle sue minuziose descrizioni vediamo emergere un quadro desolante, fatto di miseria, malaria e povertà senza fine.
Poi, finalmente, il 28 ottobre 1928, il centro popolare chiamato “Mussolinia di Sardegna” sarà inaugurato solennemente dal ministro Costanzo Ciano. Il 29 dicembre 1930 si costituisce il comune autonomo, che il 17 febbraio 1944 con la caduta del Fascismo e la fine della guerra diventerà Arborea. Il primo consiglio comunale sarà eletto soltanto del 1946. Il resto è storia di oggi, di un moderno sistema di aziende agrozootecniche, di industrie di trasformazione a carattere cooperativo, con un invidiabile sistema di servizi associati. Una realtà vivissima e operosa. Una delle aree più progredite dell’isola. Uno dei cento comuni della “piccola, grande Italia”.

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